Il bambino di Natale - versione 1

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IL BAMBINO DI NATALE - versione 1

N/A La parte compresa tra i tre asterischi (***) è la copia del capitolo "Il bambino di Natale - parte 1" nell'altra mia fanfiction 'Life-changing frenzy', che ho inserito perché procede regolarmente come in puntata. Oltre gli asterischi, la parte alternativa. Buona lettura!

*** Ormai sono passati un paio di giorni dal ritorno di Anna.

Chiara avrebbe voluto che restasse a casa almeno il giorno successivo, ma lei non ne ha voluto sapere, tornano immediatamente a lavoro.

Stamattina hanno mandato Ghisoni a dirmi di recarmi al piccolo museo per un furto di un'opera di valore perché il mio cellulare dà i numeri. Sono due giorni che non funziona, non riceve niente. Non è nemmeno problema dell'operatore, quindi aspetto che si decida a sistemarsi da solo, non mi va di cambiarlo.

Arrivo sul posto in ritardo rispetto agli altri, ancora cercando di convincere il cellulare a collaborare. Niente.

All'ingresso trovo Anna.

"Ehi, ciao," la saluto. Lei ricambia, un po' nervosa. "Com'è la situazione?"

"Sono appena arrivata... tutto bene?"

"Sì sì sì, tutto bene, qua però sono due giorni che ho il telefono impallato e non mi prende le chiamate." Le spiego, almeno sapranno per certo perché non mi avevano rintracciato.

"Ah. E i messaggi?"

"No, neanche quelli." Sono praticamente irreperibile.

"Bene... andiamo."

La seguo su per la scalinata, ancora a smanettare con quell'aggeggio.

"Ma perché non lo butti? È vecchio... Io lo butterei." Fa lei a un certo punto, probabilmente già seccata di vedermi uscire pazzo con sto coso. Però no, non c'è bisogno.

"Ma che, me lo aggiustano."

"Guarda, te lo compro io, non ti si può vedere con questo telefono!"

"Pensi che possiamo andare a lavorare o apriamo un dibattito sulla telefonia?" Le chiedo, ridacchiando. Che ha oggi, contro il mio telefono?

Le si limita a lanciarmi uno sguardo di sbieco prima di proseguire, presentandosi al direttore del museo.

"Ha chiamato Lei il prete?" Domanda. È vero, ho notato anch'io la bicicletta, giù nell'atrio.

"Sì, sono stato io," conferma Dotti, "seguitemi."

Lui si avvia e Cecchini che era già lì ne approfitta per commentare. "Lei è fissata che sono io..."

"Sì, ma che c'entra, Don Matteo? Che c'entra?" Ribatte Anna esasperata, seguendo poi il Direttore. Trattengo una risata, incamminandomi dietro di lei.

Il direttore ci spiega che hanno rubato solo la statua del Bambinello, di enorme valore e proprietà della Curia.

Cerchiamo indizi su come possa essere avvenuto il furto, indagando però anche sulla ragazza che è stata colpita durante il tentativo di furto.

Parliamo con il guardiano, padre della giovane, e il suo racconto ci sembra strano, così decidiamo di andare più a fondo.

Tornati in commissariato, mi occupo delle questioni burocratiche relative al caso, prima di entrare nell'ufficio di Anna, intenta a parlare con il Maresciallo, per chiederle un chiarimento.

"Scusi... che ci fai col mio telefono?" Chiedo, vedendoglielo in mano.

"Squillava e glielo stava portando," mi risponde Cecchini.

'Magari le cose sarebbero andate in modo diverso...'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora