Le favole del Maresciallo C. - Acquasparta

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Le favole del maresciallo C. - Le mille e una fonte


C'era una volta, nella valle del fiume Naia, tra le fonti dell'Amerino e di Furapane, un re che non sapeva più amare. Egli era stato tradito dalla sua sposa e, da allora, il suo cuore si era ammalato. Un giorno, una fanciulla raccolse dell'acqua da una fonte nascosta: lei non lo sapeva, ma quell'acqua aveva dentro lacrime d'amor perduto. Lungo la via di casa, la fanciulla incontrò il re assetato, e gli porse la sua acqua. E senza nemmeno rendersene conto, grazie a quell'acqua miracolosa, il re guarì dal mal d'amore, e il suo cuore fu pronto ad amare di nuovo.

Marco's pov

È una splendida giornata di inizio giugno.

E non solo per il sole e il cielo azzurro senza traccia di nuvole, ma soprattutto perché in questa mattina così bella, Anna cammina al mio fianco per le strade di Acquasparta.

In realtà siamo qui per un motivo banale: mi ha detto di aver visto delle immagini storiche di questo paesino che, come moltissimi altri borghi umbri, nasconde delle vere perle, e che le sarebbe piaciuto molto visitarlo, aggiungendo una non molto velata richiesta di accompagnarla.

Inutile dire che non c'è stato bisogno che lo ripetesse due volte.

Così abbiamo scelto il primo sabato libero disponibile per entrambi, e stamattina ci siamo messi in macchina di buon ora, per avere più tempo a disposizione.

Non solo per fare 'i turisti', ma anche da passare insieme.

Ultimamente lo facciamo sempre più spesso, anche per via delle lezioni di cucina, e ammetto che adoro spendere le ore fuori dal lavoro in sua compagnia. Non che avessi dubbi al riguardo, ma ho avuto una ulteriore conferma su quanto lei sia... speciale.

Sì, perché anche se quel bacio l'abbiamo etichettato come 'errore', per me non lo è stato. Inaspettato, certo, ma incredibile. Un errore che mi ha lasciato addosso il desiderio di ripeterlo.

Forse abbiamo solo bisogno di tempo, di capire, e in fondo credo proprio che non disdegni nemmeno lei la mia compagnia, se mi ha perfino chiesto di accompagnarla qui, no?

Per questo voglio godermi ogni istante che mi concede, e lascerò il destino fare il suo corso.

La osservo di sottecchi per qualche istante, sperando che non se ne accorga. Indossa quella camicetta blu che le dona un sacco, un paio di semplici jeans e un soprabito leggero, vista la frescura inusuale per il mese di giugno, con i capelli ramati sciolti sulle spalle. Il viso pulito, acqua e sapone come sempre, un sorriso baluginante sulle labbra, gli occhi spalancati e curiosi, le iridi chiare di sole. In questa sua semplicità, è bella oltre ogni dire.

Mi impongo di non andare troppo in là con i pensieri, perché siamo amici, niente di più, e non voglio rischiare di rovinare la giornata.

Intanto siamo finalmente arrivati a una delle tappe previste per oggi, Palazzo Cesi.

Con un gesto della mano, la invito a entrare per prima.

Decido di fare la 'guida' della situazione, raccontandole un po' la storia di questo posto.

"È Palazzo Cesi, fu la prima sede dell'Accademia dei Lincei, e fu fondata da Federico Cesi agli inizi del Seicento," spiego.

Anna mi ascolta attentamente, con un'espressione quasi scioccata. "Non ti facevo un esperto di storia!" ridacchia, lanciandomi uno sguardo divertito.

Sento un vago calore arrampicarsi sul mio volto.

"No, beh, è che... era una delle materie che preferivo, a scuola, soprattutto il periodo medievale, e l'Umbria è ricca di borghi, e..." biascico, senza rendermi conto del perché io sia tanto in difficoltà.

'Magari le cose sarebbero andate in modo diverso...'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora