Capitolo 3

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Alex

Ero ancora sdraiata sul divano, accanto alla mia ragazza Sylvia,  essendo il capo dell’azienda ho il privilegio di potermi alzare più tardi, per poi avviarmi lentamente a lavoro. Ad un certo punto sentì la suoneria del mio cellulare, ero ancora mezza addormentata ma risposi lo stesso.

“Ciao, scusa il disturbo, forse starai lavorando… ma volevo parlarti del posto” disse una voce.

“ascolta, non è che potresti richiamare più tardi.. che mi sono appena svegliata..” dissi con un tono abbastanza lagnoso.

“Non so se dopo avrò il coraggio di richiamarti, può essere di sì, e può essere di no” disse la voce misteriosa.

“Piper… ascolta..” dissi, credo di averla sorpresa.

“Mi hai riconosciuta?” Disse con voce sensuale.

“Beh, come faccio a dimenticare la tua voce?quella ubriaca eri tu, mica io” dissi prendendola in giro.

“Non ero ubriaca, okay? E comunque, ti va se in questi giorni ci prendiamo qualcosa insieme? Un caffè, una birra, basta che ci rivediamo…” non la facevo così spavalda.

“Devo vedere, magari ti richiamo io” dissi per poi tornare a sdraiarmi accanto a Sylivia, la mia ragazza.

“Con chi eri a telefono?” Chiese lei

“Tranquilla, era una persona che voleva parlare del lavoro, nessuno di importante.” Risposi, erano le prime volte che mi trovavo a mentirle.

“Allora perché”ti richiamo dopo"?” Chiese con tono antipatico, poi si calmò e mi strinse, mettendo la testa sul mio petto, ma quel contatto mi provocò una strana sensazione, continuai a fissare sul vuoto.

“Sei così sexy con questi sguardo… perché non lo rivolgi a me, eh?” Disse Sylvia per poi baciarmi appassionatamente, si mise a cavalcioni su di me.

“A che ora devi andare lavoro? Così vedo di fare presto” disse maliziosa, ma io non riuscivo a concentrarmi su di lei, io pensavo a Piper.

Lei continuò, iniziò a baciarmi il collo, la mia parte sensibile e continuò a scendere per poi fermarsi e infilare la mano tra le mie gambe. Mi lasciai andare, ma mi sentivo strana. Una volta finito, mi vestí in fretta e corsi a lavoro, entrai nel mio ufficio e mi sedetti sulla poltrona alla scrivania.

“Cazzo!” Mi lasciai scappare. Fissavo il vuoto, lo faccio spesso quando non so dove diavolo sbattere la testa, Data bussò alla porta e quando notò il mio essere strano iniziò a farmi un sacco di domande.

“Allora… si tratta della ragazza di ieri sera, non è vero?” Perspicace la ragazza.

“Non lo so, so solo che stamattina l'ho fatto con Sylvia e mi sono sentita strana, come se il mio corpo non la volesse” dissi sincera

“Beh… era ora, quella stronza è una maniaca gelosa” disse Daya provocandomi una mega risata.

“Non ci avevo pensato a darle questo soprannome, non so che fare, giuro! Da un lato mi sento in colpa a doverla lasciare, soprattutto per qualcuno che non conosco per niente… ” dissi in crisi… correte a chiamarmi un veterinario, perché il criceto che ho nel cervello credo sia morto.

“Alex, fai la scelta giusta! Senti ora devo andare, ci sentiamo oggi a cena”. Finalmente sola, presi il cellulare e la richiamai.

“Piper, ascolta, per quel caffè ci sono, ti va ancora?” chiesi dolcemente.

“Che fine ha fatto la ragazza stronza di ieri sera?” Domandò ironica  

“Non c'è più, allora… ti va?” Chiesi di nuovo.

“Sì, quando e dove?” Domandò poi lei.

“Al bar dove ci siamo incontrate, così ti racconto un po’ di me.” Dissi al telefono per poi staccare, non ero mai stata nervosa per un appuntamento, ma con lei tutto era diverso. Finito il mio turno, tornai a casa, ed ero ancora abbastanza nervosa.

“Che succede, amore? Non ti vedo così nervosa da quando hai iniziato a lavorare nell’azienda” disse dolcemente Sylvia, finsi ancora di essere innamorata di lei.

“Dai, ora ti faccio rilassare io, vai in bagno, ho preparato la vasca” disse maliziosa.

“Grazie, amore” dissi semplicemente per poi alzarmi per andare in bagno. Tirai giù la zip del vestito e lasciai che scivolasse sul pavimento, tolsi l’intimo e mi immersi nella vasca, dopo un po’ arrivò Sylvia che si venne a mettere accanto a me. Devo ammetterlo, non sono mai stata amante del sesso sotto la doccia, anzi l’ho odiato, ma cosa faresti per far contenta la tua ragazza? Mentre Sylvia continuava a baciarmi e a toccarmi, immaginai che fosse Piper, e dio solo sa, cosa ho provato in quel momento.

“Allora, come mai sei nervosa?” Chiese lei dolcemente.

“Per il lavoro, troppe carte da firmare e non ce la facevo più, ho dovuto fare tutto da sola, perché la mia segretaria è in maternità” mentì, mi sa che sono diventata brava.

“Allora..  ora rilassati!” disse Sylvia iniziando a farmi un massaggio dietro la schiena. E di nuovo, per godere immaginavo fosse Piper. Finito il bagno rilassante, ci mettemmo a letto, ero esausta e non ne avevo voglia.

“Hey, Alex! Mi sono dimenticata di dirti una cosa.. partirò per lavoro, per l’Africa, quindi non ci sarò per un po’, ma quando torno, voglio vederti in gran forma per darmi il benvenuto” annuì, fingendo interesse, mi voltai di spalle e mi addormentai, anche se dormire era un eufemismo, perchè continuavo a pensare all’appuntamento con Piper.

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