"I Hope Not to Regret It"

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Alex

La sveglia era suonata, ma io non avevo chiuso occhio per tutta la notte. Troppi pensieri si rincorrevano nella mia testa. Avevo litigato con Piper, l’avevo delusa e non poco. Se non si fosse presentata, non l’avrei neanche dato la colpa. D’altronde quella da incolpare ero io.

Guardai l’ora e notai che erano le 8:00, di solito mi sveglio sempre tardi, ma non quel giorno, così mi alzai dal letto, feci colazione, mi vestí e andai a mettere in moto la macchina, ma proprio in quella macchina, iniziai a dare i numeri, iniziai a prendere a pugni il volante, poi qualcuno bussò al finestrino: era Daya, le sorrisi per coprire l’attacco d'ira che avevo avuto poco prima ma lei aveva già visto tutto.

“Giornata storta, Vause?”domandò prima di salire.

“Sali che ne parliamo” risposi ancora nervosa. “Che ti è successo? Sylvia ti ha trovata a letto con Pipes?” Disse, io la guardai stupita.

“Come cazzo hai fatto?” domandai stupita.

“È che non fai in quel modo quando riguarda il lavoro, ti conosco da un po’, Vause, e comunque, ora, non voglio dirti “te l’avevo detto” ma te l’avevo detto.” disse la mia amica.

“Avevi ragione, Daya… ora non so nemmeno se Piper si presenti al lavoro o meno, se non lo facesse non le farei nemmeno una colpa” dissi rassegnata.

“Wow.. una Alex Vause che si sente in colpa.. dove hai sepolto la vecchia Alex? Perché questa non sei tu” stanca e confusa mi alzai dalla scrivania, ancora più nervosa di prima, uscì dal mio ufficio, ma tornai indietro non appena sentì una voce che conoscevo bene: Piper. Aveva davvero deciso di venire a lavorare, nonostante l’abbia ferita?

“Beh, mi sa che qualcuno si sbagliava!” Disse Daya, osservando la mia reazione da lontano.

“A quanto pare non le è importato, oppure è un modo per tenermi testa” dissi curiosa

“Può essere entrambe le cose, secondo me è un modo per dirti “Cara Vause, ai tuoi giochi non ci sto” disse la mia amica.

“Andiamo, ti mostro la strada per l’ufficio" sentì dire dal ragazzo.

“Quindi.. a capo di questa azienda, c’è Alex Vause? Bene, avrei un paio di conti da farle pagare” disse vaga ed ironica, il ragazzo fortunatamente, non ci arrivó a capire quello che Piper intendeva.

“Bene, sei arrivata a destinazione, spero resterai con noi, è una grande avventura da affrontare” disse il ragazzo, poi si salutarono, Piper bussò, io feci finta di non aver sentito.

“Alex, inutile che fai così, so che stavi origliando, quindi, ora per favore, apri la porta” disse duramente. “Agli ordini, capo” dissi ironica, mi guardò per un attimo “vaffanculo!” Disse per poi sedersi al suo posto. Incassai senza dire nulla, d’altronde, me l’ero meritato.

Finimmo per non dire neanche una parola, tra noi regnava il silenzio, fin quando, Piper non si alzò, per venirsi ad appoggiare alla scrivania, la guardai confusa.

“Che succede, Pipes?” Chiesi guardandola negli occhi

“Niente, mi sento una stupida, sono qui, perché volevo affrontarti, volevo farti capire quanti male mi hai fatto, e mi sento paralizzata, non riesco a fare nulla, se non guardarti, mi fai l’effetto di sempre.” Disse tutto d’un fiato  “cioè?” Chiesi ancora più confusa “mi mandi il cervello a puttane” rispose senza giri di parole.

Abbassai lo sguardo, non riuscivo a reggere i suoi occhi, mi trasmettevano tristezza, l'avevo delusa, ma lei non riusciva a smetterla di fissarmi, poi si avvicinò.

“Sai, mi chiedevo quale dea, potessi essere al lavoro, non hai deluso le mie aspettative” disse con voce roca, appoggiò l’indice sotto al mio mento, facendomi alzare la testa, io saltai dalla sedia, per mettermi all'impiedi di fronte a lei, e avvicinai le labbra, le sue ridussero la distanza che c’era.

“Mi erano già mancate le tue labbra” dissi con poca voce.

“Anche a me sono mancate le tue, spero di non pentirmene” disse, per poi approfondire il bacio, ma ad un certo punto entrò Daya, che per farci staccare chiuse rumorosamente la porta.

“Salve, scusate il disturbo! Continuate, fate finta che non esisto” continuò a dire Daya, a quel punto però Piper si staccò, per poi mordersi il labbro mentre mi guardava. Poi si allontanò, fingendo di dover andare a stampare delle carte.

Una volta chiusa la porta, Daya mi guardò stranita.

“Ma che cazzo è appena successo? No,  non voglio saperlo,anche se in realtà me lo aspettavo.” Disse di nuovo.

“Questa volta niente giochi, eh, Vause?” Continuó Diaz.

“Beh, non ho intenzione di giocare di nuovo con le bambole, e comunque, ha fatto tutto lei, io mi sono solo lasciata trascinare dalla situazione” dissi con il tono di una bambina.

“Non mi interessa chi ha iniziato, vorrei solo che per una volta non rovinassi tutto” disse Daya quasi sgridandomi.

“Cercherò di non sprecare questa occasione” dissi per poi alzarmi dalla scrivania e andarmi a sedere sul divano. Daya si venne a sedere accanto a me.

“Che ti succede, Alex? Non ti ho mai vista così…” disse lei sorridendo leggermente.

“Così come?” Chiesi

“Innamorata pazza” disse con quel leggero sorriso.

Aveva colto nel segno, non ero mai stata così innamorata di qualcuno in vita mia, mai stata così presa, Piper Elisabeth Chapman, qual’è la tua formula magica segreta?

Call It DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora