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Arrivare in ritardo il primo giorno di scuola non è il modo migliore per cominciare l'anno scolastico.

Questi sono i pensieri della ragazzina che corre pur di essere puntuale.

Eccola, avvolta in una sciarpa rossa stile Mikasa Ackerman, (T/n) (T/c), un'ordinaria adolescente dai capelli raccolti in uno chignon improvvisato, o qualcosa di vagamente simile, occhi (c/o) cerchiati da occhiaie profonde dovute a troppe serie tv viste a sera tardi, e una sana voglia di diventare un pro hero.

Pro Hero, in un mondo in cui la maggioranza della popolazione è dotata di superpoteri, è probabilmente il lavoro più ambito.

Quel genere di poteri presenti nei fumetti americani che legge (T/n).

Superman, Wonder Woman, Batman, Spiderman, Thor, Capitan America e tanti altri nomi che hanno segnato i suoi pomeriggi.

Saltare per la stanza utilizzando come mantello la tovaglia della tavola è un ottimo passatempo.

Forse non così ottimo se invece che avere sei anni, ne hai quindici e sei appena stata ammessa nella sezione per supereroi del Liceo Yuei.

Esattamente, una mocciosa dall'aria poco sveglia che nel tempo libero indossa tovaglie a quadri, ha superato l'esame di ammissione della scuola per supereroi migliore del Giappone.

Nello stesso momento in cui suona la campanella, i corridoi si riempiono di studenti in cerca della loro classe.

La (c/c) si trova ad essere sballottolata da una folla di ragazzi smarriti.

Ed ecco che nello stesso momento in cui riesce a rimettersi in piedi, si scontra con un altro alunno; e non si tratta del principe azzurro.

Un ragazzo della sua stessa età, espressione seccata, capelli violacei parecchio scompigliati e occhiaie da paura.

(T/n) lo guarda un attimo per poi alzarsi, lo stesso fa lo sconosciuto.

"Scusami, con questa tutta confusione, ti sono venuta addosso!"

Spiega la ragazza chiudendo gli occhi e gesticolando, come se volesse rendere meglio l'idea.

"Ti è caduta la sciarpa."

Dice il ragazzo.

Contemporaneamente i due si chinano e poggiano le mani sulla sciarpa.

Nell'istante in cui le loro dita ai sfiorano, (T/n) tira indietro la mano, come percorsa da un brivido.

Il ragazzo dai capelli viola afferra la sciarpa per poi porgerla alla (c/c).

"Ecco, tieni."

Si volta, scomparendo tra la folla.

"Aspetta! Non ti ho... chiesto come ti chiami..." la voce diventa pian piano più debole, anche a causa del rumore in sottofondo.

"... e grazie..." sussurra in modo che nessuno la senta.

I'll be a hero|| Hitoshi Shinsou x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora