5. la sfida

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Quella, agli occhi dei professori, poteva sembrare una notte come le altre, nelle loro calde coperte;

ma ogni studente che si rispettasse sapeva bene che, quella notte, ci sarebbe stato l' evento più atteso di tutta la settimana...la sfida tra James Sirius Potter e Arenea Sophie Malfoy (che poi sarei io);

qualcuno aveva addirittura deciso di violare il coprifuoco per assistervi, per i corridoi, non c' era persona che non mi rivolgesse lo sguardo o che sussurrasse parole indecifrabili all' orecchio del compagno;

non che mi facesse piacere essere seguita passo per passo; ma, per gli studenti di Hogwarts, risulta davvero difficile non impicciarsi degli affari altrui ed ormai, essere al centro dell' attenzione, era, sia per me che per James, un' abitudine...in modo diverso, ma pur sempre un' abitudine;

sono fiera dei miei genitori e del modo in cui mi hanno cresciuta;

Non mi importa se gli altri non riescono ad andare oltre le apparenze, sarebbe ingiusto nei loro confronti volere un' altra vita.

Erano accette scommesse, anzi erano richieste;

Fred Weasley se ne andava gironzolando ogni dove, fermando ogni passante che gli capitava sotto tiro, persuadendolo a scommettere;

quel ragazzo era amato da tutti, non c' era persona che non lo stimasse, me compresa;

Portava sempre un gran sorriso ed allegria in chiunque si imbattesse, ciò lo portò ad avere un sacco di "fan", grazie anche alla sua stretta amicizia con James Potter, erano migliori amici... e come potevano non esserlo?

Certo James era sicuramente più stronzo e testardo, ma il loro carattere coincideva sotto molti aspetti e, dovetti ammetterlo, il loro fascino era da pochi:

il Weasley aveva dei sottili capelli ramati che gli ricadevano puntualmente sugli occhi, neri come la pece;

molte ragazze si perdevano in quegli occhi, tanto profondi da fare invidia all' oceano;

James, invece, possedeva un ghigno struggente, tanto da far venire gli occhi a cuoricino a molte delle ragazze a cui lo rivolgeva, lo stesso ghigno di sfida che tanto odiavo e disprezzavo:

il suo marchio;

i capelli erano ricci e sempre spettinati, così come lo erano quelli di Albus...caratteristica di famiglia;

i suoi occhi erano di un colore strano: striature verdi e ambrate lottavano tra loro, dando un effetto mozzafiato e, le sfumature, rendevano il tutto più carismatico;

inoltre, se consideriamo i loro addominali, che erano ben scolpiti per la loro giovane età, non potevano che essere desiderati;

ma, giustamente, a undici anni, non ero interessata a certe cose.

Eppure analizzare le persone mi piaceva, anzi, lo adoravo;

capire i comportamenti e le storie che giravano intorno a chi mi stava accanto mi affascinava e, soprattutto nei momenti di agitazione, pensare mi aiutava mantenere un equilibrio.

-oh...sei venuta...iniziavo a credere che ti fossi ritirata-

-ti piacerebbe-

se il mio sguardo avesse potuto incenerire, adesso del ragazzo sarebbe rimasta solo la cenere;

ma questo non lo intimidì minimamente o, perlomeno, il suo odioso ghigno coprì perfettamente quell' emozione.

-a noi due Malfoy-

-a noi due...Potter- ora ero io a ghignare -che vinca il migliore-

la sfida consisteva nel prendere una maledetta dorata con le ali: il boccino d'oro.

Più semplice a dirsi che a farsi:

Quel maledetto aggeggio è davvero veloce e si perde in un nanosecondo.

Quando il fischio d' inizio fu dato, entrambi montammo velocemente sulla scopa e ci fiondammo in aria, con sguardo da' aquila e agilità felina;

la sfida era ufficialmente iniziata...

***

il vento quel giorno era molto forte e potevo sentirlo chiaro sulla pelle, una forza leggera, come una carezza eseguita da una mano possente;

i miei capelli svolazzavano liberi sotto quei soffi

c' eravamo solo io e la mia scopa;

niente pregiudizi,

niente sguardi;

ero completamente sola ed era questo che adoravo del poter volare:

mi sentivo libera.

Prestai poca attenzione al ragazzo che avevo di fronte, troppo concentrata nello squadrare il campo;

lo degnai di uno sguardo solo quando lo vidi lanciarsi verso un punto ignoto, chiaramente all' inseguimento del boccino ed io non potei fare altro che stargli col fiato sul collo, tra spintoni e sferzate, ma ciò non servì a molto, dato che il boccino si stava facendo sempre più vicino...troppo vicino;

James era vantaggio;

non avevo tempo per pensare;

dovevo agire,

perciò feci una cosa che in molti definirebbero folle ma a cui io preferisco attribuire l' aggettivo geniale;

d' altronde, c' è sempre un po' di follia nella genialità:

mi buttai letteralmente giù dalla scopa, ad una ventina di metri da terra, cadendo nel vuoto.

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ANGOLO AUTRICE:

ECCOMI! SO CHE VI HO FATTO ATTENDERE;

IL MIO COMPUTER HA AVUTO DEI PROBLEMI E NON RIUSCIVO PROPRIO A SCRIVERE SUL CELLULARE;

MA ORA HO RISOLTO PERCIÒ ECCOMI QUI.

NON ODIATEMI MA UN PO' DI SUSPANCE CI VUOLE

E POI IL CAPITOLO ERA TROPPO LUNGO, PERCIÒ HO DECISO DI DIVIDERLO.

LASCIATEMI UNA STELLINA PER FARMI SAPERE CHE VI È PIACIUTO.

AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO!

Ale

La Terza Guerra Magica {J.S.P}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora