Cap. 1, "All apologies", Nirvana.

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sembra una giornata normale come le altre. a pensarci, tutte le giornate sembrano normali all'inizio. ci prepariamo, stiamo all'università e al lavoro alla mattina, pranziamo insieme. al pomeriggio ho il turno in negozio e torno per le 7, quando il negozio chiude. riccardo torna alle 5, dopo l'ultima lezione all'università. tu hai il turno solo di mattina, perciò al pomeriggio stai a casa. saranno le 6.15 quando riccardo mi chiama.

"Ale devi venire in ospedale"

"Rick tutto bene? che hai fatto?"

"Non io..."

"Anto..."

dico a viola della telefonata e mi lascia andare. Quando arrivo in ospedale, rick all'ingresso del maggiore mi aspetta.

"Cosa è successo?" chiedo sudata, con i capelli in confusione e bagnati.

"sono arrivato e l'ho trovato in overdose" mi risponde rick

"dov'è? dove cazzo è?" chiedo incazzata, mentre rick mi guida da te e cerca di calmarmi, riuscendoci. Quando entro stai dormendo, sei pieno di flebo e hai un lieve sorriso sulla faccia. avvicino la sedia al letto e mi ci precipito, stanca. ti accarezzo, tocco i tuoi capelli morbidi e neri, poi ti tengo la mano. rick mi dice che dobbiamo andare perché non possiamo stare lì. gli dico così di rimanere lì mentre io cerco il caporeparto, trovandolo subito.

"devo restare dal paziente della 94"

"e chi sarebbe lei per restare?" chiede ancora girato

"se si gira lo capirà"

si gira, mi scruta e mi analizza

"Alessia? sei cresciuta, cosa hai a che fare con lui?"

"vive con me, è tutto per me, è come un fratello, io vede, devo restare" rispondo ad alta voce

"per te posso fare uno strappo alla regola"

"grazie"

esco dallo studio e riccardo mi guarda stupito

"resto, ora vado a casa a farti la cena e torno"

"non importa, davvero, prendo una pizza"

"sicuro?"

"si, cosa ti porto?"

"niente, solo se puoi prendermi un'insalatona nel bar qua sotto"

"ok come la vuoi?"

"caesar salad, tieni i soldi, dovrebbe essere 5,50€, più l'acqua e un caffè 8€"

"porto tutto su?"

"si, grazie"

"prego"

rick sale con la mia cena, poi va via. mangio, studio chimica e mi accomodo sul letto di fianco a te, o almeno ci provo. non ci riesco, allora avvicino la seduta e ti tengo la mano. ti metto una cuffietta, metto l'album completo di bleach, il tuo preferito, ti svegli.

"dove sono?"

ti guardo negli occhi prima di rispondere, vedo nei tuoi occhi lucidi la tristezza e capisco perché l'hai fatto, per giada.

"in ospedale" ti rispondo

"perché?" non ricordi quello che è successo

"sei andato in overdose, per giada"

ti muovi a fatica, cerchi di abbracciarmi, allora per non farti scomodare ti abbraccio io. ti stringo a me, piango, piangi anche te.

"anto ho avuto paura di perderti"

"anche io ale" mi rispondi singhiozzando.

ti do un bacio sulla guancia e tu me ne dai uno sulla fronte e ci addormentiamo così.

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