Erano le 8.30 del mattino,il sole iniziava a riscaldare in alcuni punti le strade di Wolverhampton.
Dopo essere stato per due anni in galera Louis si aspettava di trovare la luce del sole fastidiosa,piú del solito, ma allo stesso tempo preziosa, come se per tanto tempo l'avesse desiderata, invece non la desiderava affatto.
Nella cella in cui era stato, c'era una sorta di finestrella rotta dalla quale entravano sempre i raggi di sole,la luce riusciva a vederla ugualmente,ma non gli faceva nessun effetto,aveva pensato di poter apprezzare il mondo ma impararó ad apprezzare quella cella consapevole che ci sarebbe tornato presto,o almeno cosí aveva detto lui.
Quella mattina stava guardando fuori dalla finestra fingendosi quasi interessato al panorama ma poi con un espressione disgustata aveva abbassato la testa e, sveltamente stava prendendo lo zaino per andare a scuola.
Louis odiava la scuola, l'ha sempre odiata in tutti i suoi aspetti, la scuola era un luogo d'istruzione dicevano tutti ma lui la pensava diversamente, la scuola riusciva a spronare i suoi pensieri piú cupi, tutte quelle facce gli davano il voltastomaco avrebbe pensato che sarebbero state migliori con un coltello conficcato dentro.
Questa scuola era nuova e la cosa lo inorridiva alquanto.Stava camminando svelto ed annoiato riuscendo a sentire il rumore delle foglie secche d'autunno che s'infrangevano sotto i suoi piedi, era un po' come quando spezzava i cuori alle ragazze che gli facevano la corte ma li non riusciva a sentire alcun rumore, il rumore che preferiva in assoluto era quello delle ossa rotte, gli riempiva il volto di soddisfazione.
Come sempre non faceva caso all'orario, ma sapeva che era in ritardo, non amava contare il tempo, le ore in quella cella erano pagine strappate da un libro intitolato "infinito", potevano essere le 10.30 o forse erano giá le 17.00 ma non contava.
Le scale della scuola e l'entrata lo fecero apparentemente rabbrividire,ma ovviamente non era cosí,non provava mai emozioni come i brividi o
cose simili.
L'ultima volta che i brividi avevano percorso il suo corpo credeva ancora in Babbo Natale,era ad una festa in piazza nella quale esponevano un grande albero per il giorno della vigilia,e i brividi erano palesemente legati alla temperatura.
Aveva appena varcato la porta e per ora nessuna faccia,o almeno nessuna faccia che gli facesse venir voglia d'uccidere.
Raggiunse la sua classe ed entró,alla sua entrata seguí una noiosa presentazione alla quale non sembrava aver prestato attenzione e si era isolato in un banco. Al tipo con la camicia bianca e il jeans skinny due banchi avanti a lui avrebbe lanciato un martello forse o lo avrebbe trafitto con un chiodo,mentre la bionda ossigenata alla sua sinistra,oh quella l'avrebbe oltrepassa con il suo stesso tacco,era abbastanza alto per lacerarle lo stomaco, e continuò a pensarla cosí fino al suono della campanella.
Non si scomodó affatto non avrebbe seguito per nulla al mondo quelle teste di cazzo anche fuori, ma a quanto pare non fu l'unico che l'aveva pensata cosí, era rimasto in classe anche un tizio che sedeva all'ultimo banco della fila opposta,pelle chiara,occhi verde smeraldo e morbidi ricci che ricadevano sul viso "non ti prendi una pausa?" Disse in tono simpatico il ragazzo "Certo mi volevo prendere una pausa,per questo sono rimasto qui" Louis usó un tono tutt altro che simpatico.
"Oh,quindi sto disturbando la tua pausa?"
"Non c'è problema posso sempre tirarti un coltello"
"Lancia!"
Louis di scatto tiró fuori il suo coltellino tascabile e lo lanció,il ragazzo lo afferó per il manico.
"Con questo ci apri le bottiglie? Sai mio padre ha un bar" E si fece scivolare il coltellino in tasca.
'Stronzo' avrebbe detto Louis ma non ne ebbe il tempo perchè fu interrotto dal suono della campanella.
Finite le lezioni,il ragazzo dell'ultimo banco si avvicinó a Louis ridandogli il coltello "Sono Harold ma chiamami Harry" ammiccó.
"Louis" disse freddamente posando l'oggetto nella felpa.
Lungo il tragitto di casa aveva pensato a quel ragazzo, a quanto i suoi modi fossero fastidiosi e invadenti ma allo stesso tempo non riusciva ad immaginare come quel coltello avesse potuto trafiggerlo ed era strano perchè lui riusciva ad immaginare questo e peggio per le brutte facce che vedeva,ma magari la faccia di Harry non era poi cosí male da essere trafitta con un coltello.
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Darklight
Fanfictionun diciottenne di nome Louis Tomlison che ha passato la maggior parte del suo tempo tra galere e manicomi a causa della sua mente contorta un giorno verrá sorpreso da qualcosa,o meglio qualcuno,un ragazzo di nome Harold Styles, che riuscirá a strav...