CAPITOLO 7

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Entrarono con cautela nella casa, l'aria era umida e sulle pareti s'intrecciavano delle piante rampicanti. Le finestre erano rotte e le lampade penzolavano dal soffitto. C'erano varie stanze che sembravano tutte uguali e due bagni che cadevano a pezzi, al centro della casa c'era un'apertura dalla quale si accedeva ad un giardino, un giardino diverso,cupo e con gli alberi secchi, piú in la dopo il giardino una rampa di scale portava al piano di sopra. Le scale non sembravano per niente sicure ma Louis salí comunque e Harry lo seguí.

Nel piano di sopra c'era un lungo corridoio che aveva lungo i lati delle statue demoniache, Louis ci sarebbe rimasto a vivere per quanto fosse attratto da quel posto.

"È fantastico!" la sua voce era quella di un bambino al quale viene regalata una nuova pista per le macchinine.

"Se lo dici tu.." Harry aveva qualche dubbio.

"Facciamo un gioco."

"Che tipo di gioco?"

"Mh, vediamo.. tu sei il mio psicologo e io vengo a fare le sedute, fammi le domande che fanno gli strizza cervelli." rise

"Sei serio?"

"Si, è divertente!"

"Io non cred.."

"Allora mi dica pure dottor Styles, cosa devo fare per curare i miei disturbi mentali?"

"Io non credo ci sia una cura arrivati a questo punto.."

"Quindi lei mi sta dicendo che non saprebbe curarmi? E che devo rimanere cosí per sempre?"

"Non posso curare il tuo bisogno di uccidere, peró posso curare altri bisogni.."

"Beh, tipo?" ridacchió appena.

Harry aveva risposto solo con uno sguardo e poi l'aveva tirato a se e ora l'aveva appoggiato contro un muro. Gli stava delicatamente baciando le labbra e poi Louis lo appoggió all'altro muro prendendo il controllo della situazione e iniziandolo a baciare con desiderio.

Il loro respiro si era fatto pesante a furia di baciarsi ma non riuscivano a fermarsi, quel fuoco che ogni volta che si toccavano ardeva sempre di piú ora era enorme e li stava travolgendo. Le mani di Louis scivolarono sotto la maglia di Har e lo strinse piú forte a se graffiandogli la schiena, Harry aveva provato un leggero dolore ma non fece uscire alcun suono dalla sua bocca riprendendo a baciarlo. Le mani di Harry avvolgevano il viso di Louis che gli teneva i fianchi per far si che i loro corpi fossero a contatto.

"Perchè mi hai graffiato?" la voce di Har era tutt altro che arrabiata.

"Perchè voglio che tu sia mio." il sussurro di Louis era stato pronunciato con fatica.

Har aveva sorriso sulle sue labbra e gli aveva lasciato un bacio leggero seguito da un morso cosí forte che gli fece uscire il sangue "e tu sei mio" disse poi.

Louis odorava di acqua di colonia, pino fresco, Harry aveva sentito quell'odore mentre lo stringeva forte a se, aveva pensato al giorno in cui si erano baciati in cantina, quel giorno l'odore fresco del pino si michiava all'odore caldo del sangue che sporcava la sua t-shirt bianca.

Pochi secondi dopo Louis aveva mollato la presa "Credo che sia arrivato il momento di andare via" aveva detto con una voce dolce, diversa dalla voce di ghiaccio che aveva solitamente, Har aveva annuito e adesso lo stava seguendo mentre si dirigeva verso l'uscita.

Mentre camminavano per le cupe strade di Wolverhampton la mano di Louis sfioró le nocche di Harry con un' insolita insicurezza ma il ragazzo non esitó e gli strinse la mano facendo si che le dita combaciassero, si ricordó di quando aveva detto ad Isabelle d'immaginare alla vita come un puzzle e che lei non era il suo pezzo mancante, quella stretta invece lo aveva completato.

Dopo una lunga camminata girarono il vicoletto che conduceva alla casa di Louis "Ciao Harry" aveva detto Louis lasciandogli un bacio a stampo, ma, insoddisfatto, prolungó il bacio mentre gli stringeva i fianchi.

"A domani!" Harry gli aveva sorriso mettendo in mostra le fossette.

Louis aprí la porta ed entró in casa, Constance era in piedi con una mano poggiata al muro e l'altra che le ricadeva lungo il fianco, aveva un espressione preoccupata e il viso piú pallido del solito, le uniche parole che riuscí a pronunciare furono "Perchè? Figlio mio, perchè l' hai fatto?"

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