CAPITOLO 4

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Mentre tornava a casa Harry si sentiva uno stupido 'ho rovinato tutto' pensò dando un calcio ad una pietra, nonostante questo non era sicuro però che se ne fosse pentito, le immagini di quel bacio gli riaffioravano nella mente come scatti di fotografie, quel bacio gli era parso molto intenso e a Louis non sembrava dispiacere ansi, si ricordò Harold, gli aveva poggiato anche una mano sul viso, questo non l'avrebbe mai fatto uno che era infastidito.

Stava aprendo la porta di casa quando vide che sul divano c'erano i genitori di Isabelle, che ridevano e scherzavano con i genitori di Harry.

"Emh..salve!" disse sforzando un sorriso.

"Ciao Caro." Disse Vivan,la madre di Isabelle, che stava sorseggiando del vino.

E insieme a lei presero a salutarlo gli altri.

"Isabelle non è qui?" Disse poi Har fingendosi interessato.

"Oh tesoro, è in camera tua che ti aspetta" disse sua madre ridacchiando.

"Perfetto."

Harry salì le scale molto annoiato ed entrò nella sua stanza dove vide Isabelle che sfogliava un libro.

"Hey Isa!"

"Harry!..Oh,vedi mi dispiace, non volevo frugare tra le tue cose ma questo libro mi era sembrato molto interessante, così ho pensato che potevo prenderlo..insomma.."

"Sta tranquilla, tienilo pure. Non leggo più questa robaccia!"

"Ora cosa leggi?"

"La storia di quello che s'innamora del psicopatico" mormorò Harry infastidito

"Cosa?"

"Nulla. Non amo leggere."

"Okay" disse la ragazza avvicinandosi a lui "siediti qui."

Harry si sedette e lei lo guardò mentre si avvicinava alle sue labbra.

"Sei così bello"

"Isabelle" si allontanò "Sei una bella ragazza, ma io non sono interessato a te"

"Ti piace un'altra?..mi dispiace io.."

"Non si tratta di questo, non provo attrazione per te, siamo diversi"

"Credi che due persone debbano essere uguali per amarsi?"

"No, ma infondo c'è sempre qualcosa che accomuna due cose diverse, che le fa combaciare, come se fossero state create a posta per essere unite, immagina la vita come un puzzle..ecco!"

"I nostri pezzi non combaciano, afferrato il punto."

"Esattamente." annuì Harry

Poco dopo i due restarono in un imbarazzante silenzio, che era ovviamente più imbarazzante per Isabelle, che più tardi lo salutò e andò via. E Harry senza nemmeno cambiarsi si gettò sul letto crollando per quanto si sentiva stanco e triste.

Louis non aveva chiuso occhio quella notte,come sempre, era rimasto a fissare le strade e la quiete notturna, anche se, nella sua testa c'ra tutt'altro che quiete,bensì un miscuglio di pensieri che gli davano la nausea. Prese un pugnale con la lama che scintillava dalla panca e scese le scale, poi uscì di casa. Aveva bisogno di distrarsi e così pensò ad un luogo che non era molto distante da casa sua, una discoteca "Darklight". A quelli come Louis le discoteche non piacevano ma lui riusciva a trovare il loro aspetto positivo,alcool, droga, e musica molto forte che, secondo lui, avrebbe distratto i suoi pensieri.

Imboccò un vicolo dal quale si intravedeva l'insegna luminosa della discoteca.

"Hai il pass per stare qui ragazzino?" il buttafuori domandò aggrottando un sopracciglio.

"Mh, un secondo che controllo" Disse Louis facendosi scivolare la mano nella tasca ed estraendo il pugnale scintillante, poi si avvicinò al tipo muscoloso e alto, e sussurrò "mi dispiace il pass l'ho dimenticato, ma ho un bel pugnale, ci metterebbe giusto il tempo di un battito di ciglia a trafiggerle il cuore"

La guardia rimase in silenzio, facendolo entrare, Louis poteva notare che sotto quei formalissimi abiti gli erano venuti i brividi. Con aria decisa e sicura entrò nella discoteca camminando dritto senza nemmeno far caso a le persone che si trovava d'avanti, le ragazze lo guardavano e gli facevano occhiolini o altri segni d'interesse ma lui sembrava impassibile, si diresse verso il bancone e si sedette su uno sgabello girevole, "Voglio qualcosa di pesante" disse poi rivolgendosi al barista, che in due secondi gli aveva fatto scivolare sul bancone un bicchiere alto che conteneva un miscuglio di alcolici "questo è una bomba" gli aveva confermato. Louis lo sorseggiò come se fosse un bicchiere d'acqua e poi con il braccio si asciugò la bocca. L'alcolico era forte ma quei pensieri sembravano esserlo di più, pensò che magari baciando qualcun altro avrebbe smesso di pensarci, scrutò il locale con il suo fulminante sguardo e notò una ragazza mora con gli occhi verde\azzurro e un vestito nero attillato che se ne stava in disparte con un bicchiere di Tequila in mano.

Poco dopo era accanto a lei "Sera" disse mentre si accendeva una sigaretta.

"Ma ciao" rispose la ragazza sbattendo le ciglia.

"Derek" Louis non avrebbe mai detto il suo vero nome, dati i  precedenti penali che aveva avuto.

"Io sono Celine" ammiccò lei.

Il sangue gli si gelò nelle vene. "Celine?.. Celine come?"

"Celine Dawson. Perchè?"

"Curiosità" sorrise Louis

"Hai intensione di restare qui a fumare quella sigaretta?"

"C'è di meglio da fare?"

"Si che c'è." Disse lei con uno sguardo malizioso

"Sorprendimi" fece un tiro

La ragazza lo tirò per il colletto della maglia e un secondo dopo aveva le labbra poggiate sulle sue,man mano prese a baciarlo con foga e Louis stette al gioco ricordandosi che aveva bisogno di distrarsi, continuarono così per un po' di tempo, baciandosi lungo una parete.

"Vieni con me" sussurrò Louis

"Dove vuoi."

Le prese la mano e salirono le scale che si trovavano dall'altro lato della discoteca. Raggiunsero il piano di sopra dove si trovavano le camere,Louis prese una chiave e aprì una porta. Celine fece una risatina prima di riprendere a baciarlo e poi si gettò sul letto trascinandolo sopra di lei. Poi gli prese i lembi della maglia "Solo un secondo dolcezza" disse Louis alzandosi.

"Sbrigati"

Louis si diresse verso una parete dove si trovava l'interruttore e fece scorgere una mano su un tasto che spense la luce. Poi salì sul letto sopra di lei "Fantastico" disse la ragazza divertita, Louis fece scivolare la mano in tasca etsraendone il pugnale "Puoi dirlo forte" e Celine non ebbe il tempo di rispondere che la lama argentea le aveva trafitto il cuore. "Ama ciò che odi" le disse il ragazzo "non era del buio che dovevi aver paura, sciocchina" e si riprese il pugnale appoggiandolo sulla trapunta per eliminare le traccie di sangue. "Sogni d'oro" disse poi mentre chiudeva la porta.

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