CAPITOLO 5

270 18 0
                                    

Dopo tre giorni senza pioggia a Wolverhampton, cosa che succedeva raramente, quel giorno pioveva a dirotto. L'acqua batteva forte sul suolo e le goccie di pioggia scorrevano sui vetri delle finestre, l'ambiente era umido, nell'aria c'era odore di muschio e fumo.

Era un giorno scolastico e come sempre Harry si stava recando alla fermata dell'autobus, giaccone addosso e la sua canzone preferita che risuonava nelle orecchie attraverso le cuffie. Aspettó una decina di minuti circa e poi prese l'autobus che lo lasció fuori scuola, di solito se ne stava al laghetto a tirare sassi alle anatre ma quella mattina era rimasto ad aspettare Louis fino all'inizio delle lezioni, l'altro peró non arrivó.

La campanella che annunciava la fine delle ore scolastiche risuonó nell'istituto. 'Wolverhampton 142'disse tra se e se Harold ricordandosi dell'indirizzo di Louis, pensó che se avesse aspettato il bus ci sarebbe voluta un eternitá e cosí, senza pensare ai litri d'acqua che cadevano, inizió a correre. L'asfalto sembrava una pista di pattinaggio sul ghiaccio per quanto era scivoloso, Harry non era mai stato bravo con i pattini ma in quel caso era diverso dato che aveva delle converse. Arrivó davanti alla porta di Louis e si gettó sul vetro bussando forte con la mano 'Louis! Apri, ti prego!' stava gridando.

Louis stava lanciando una serie di coltelli nel muro come fossero freccette, quando sentí qualcuno picchiettare il vetro. Scese in fretta la rampa di scale e vide una figura opaca dietro tutta quell'acqua, poi aprí "Ah..sei tu.."

"Io.. mi dispiace senti. Non avrei dovuto baciarti,adesso peró fammi entrare!"

Senza dire una parola Louis lo lasció entrare e poi sempre mantenendo lo stesso silenzio prese dei vestiti e glieli porse.

"Cambiati! Sei zuppo."

"Grazie" ammiccó il riccio "dove devo andare?"

"Santo cielo! Cambiati qui, non ho alcun interesse, non ti guardo"

"Ok,ok." Disse l'alro sfilandosi gli indumenti bagnati

Louis notó che Harry aveva una grossa cicatrice all'altezza della costola.

"Che hai li?"

"A quanto pare non sei l'unico che ha una passione per i coltelli" rise appena

"Chi è stato?"

"Jason, un bulletto del cazzo. Ma è roba vecchia, ero in terza media."

"Perchè l'ha fatto?"

"Oh, non lo so. Tu perchè lo fai?"

"La smetti di rigirare la frittata?"

"Altrimenti si brucia" disse divertito

"Idiota. Ho rivisto Celine.."

"Celine?..Ah si, la ragazza che aveva paura del buio."

"Harry...devi aiutarmi"

"Non dirmi che.."

"Si l'ho uccisa" gli tremarono le parole mentre uscivano dalla bocca come lame di un pugnale

"Stavo per chiederti se ti piacesse. Uccisa? Oddio tu stai male, cosa ti passa per la testa? Cosa?"

"Hai detto che mi avresti aiutato.."

"A cambiare non a far sparire il tuo DNA dai corpi che uccidi.. io credo che è tardi, devo andare via"

"Mi sbatteranno dinuovo in quella cella"

"Te lo meriti." Harry sembró gelido per la prima volta

Louis gli afferró la mano."Sono uno stronzo ma ti prego aiutami, quando saró cambiato ti prometto che ti lasceró andare, butteró tutti i coltelli, faró quello che vuoi ma aiutami, non voglio essere come mio padre, non piú"

"E vabbene, ti aiuteró. Ma tu uccidi un'altra persona e ti rispedisco io in galera."

Pochi minuti dopo i due ragazzi erano nella cantina della casa che mettevano via i pugnali.

"Ben fatto!" Harold poggió una mano sulla spalla di Louis.

Il ragazzo annuì tenendo strette le labbra, e poi si sedette su un vecchio sgabello con la testa fra le mani prima di accendersi una sigaretta.

"Ieri è venuta Isabelle, la ragazza di cui ti ho parlato l'altra volta"

"Oh si è dichiarata? A quando le nozze?" Louis fece un tiro

"Le ho detto che la vita è come un puzzle, e che i nostri pezzi non combaciano"

"I puzzle, che odio. Perdevo sempre l'ultimo pezzo"

"La tua vita è incompleta, devi trovare il pezzo mancante"sorrise

"Ah si?" si avvicinó facendogli aspirare il fumo a una distanza misera dalle sue labbra.

"Sei un tipo a cui piacciono coltelli, droga, alcool e ti preoccupi di baciarmi, sei uno stupido"

"Cosa?" disse Louis ritraendosi

"Sono tutte cose proibite"

"L' amore è proibito?"

"L'amore tra due persone dello stesso sesso lo è"

"Non dovevi cambiarmi? Eh? Santarellino"

"Oh andiamo, le cose proibite piacciono a tutti, anche a un santo come me" rise maliziosamente

Pochi secondi dopo Louis l'aveva tirato a se e si stavano baciando con una tale foga, se l'ultimo bacio era un fuoco di camino questo era un inferno ma allo stesso tempo un paradiso, era intenso e profondo, ora si erano spostati su un bancone che si trovava giú, ma l'avevano fatto senza staccarsi e la cosa sembrava diventare sempre piú intensa, i battiti filtravano da sotto le t-shirt sudate e aderenti, la mano di Louis si strinse nei capelli di Harry e un sorriso sbucó sulle sue labbra. "Hai ragione, le cose proibite mi fanno impazzire" sussurró poi.

DarklightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora