CAPITOLO 2

401 18 1
                                    

Quella sera il cielo era piú scuro del solito, era di un blu intenso che piú che blu sembrava nero le nuvole grige oscuravano la luce della luna e non c'erano stelle, nessuna luce che non fosse la piccola luce bianca che lampeggiava nella buia stanza di Louis, era cosí pallida che ricordava le luci degli ospedali.

La stanza di Louis ricordava le stanze dei manicomi, con quell'unico accenno di luce, le pareti dalle quali l'intonaco andava via sempre di piú, le mattonelle fredde e lucide i muri scritti di qualsiasi cosa con un pennarello rosso o forse quello non era un pennarello,in un angolo della stanza c'era il suo letto sembrava leggero come se qualcuno ce l'avesse tirato li,anche se, lo scricchiolio che emetteva quando ci si sedeva sopra lo faceva sembrare pesante,come un vecchio rottame, non c'erano armadi ma solo ma solo una vecchia panca che si apriva dall'altra parte della stanza con dentro un mucchio di vestiti a casaccio e,sul coperchio della panca, erano appoggiati vari coltelli,una corda e un aggeggio strano che neanche lui era riuscito a dedurre. Nonostante l'aria malinconica e inquietante della stanza Louis si sentiva perfettamente a casa,sua madre era una donna "Di facili costumi" da poco era partita con il suo nuovo marito per un viaggetto romantico dal quale non sarebbe tornata prima di un mese,il padre di Louis, invece, era un alcolizzato che probabilmente era morto di overdose oppure era a chiedere elemosina sotto i ponti,questo suo figlio non poteva saperlo e a dire la veritá nemmeno gli importava.

Come gli era solito fare anche quella sera Louis se ne stava seduto nella sua camera sul bordo della finestra a fumare sigarette, il fumo, secondo lui, riusciva a calmarlo e a distoglierlo dai pensieri che non fossero omicidi o stranezze.

Non era il caso di quella notte peró, che stava pensando alla faccia di Harry, a quanto i suoi capelli coronassero il suo viso come se fossero stati fatti a pennello come un dipinto, un dipinto che lui avrebbe sicuramente acquistato, si perse un po' nei pensieri e poi gettó la sigaretta facendo un gesto con la mano come se tentasse di scacciarli 'cosa diavolo stai facendo?' Si diceva 'dillo che vorresti ucciderlo come fai con tutti' continuava a ripetersi mentre osservava la lama argentea del coltello che risaltava sulla panca. Scese dal bordo della finestra e si avvicinó al coltello per giocarci un po' e distrarsi eppure quei pensieri sembravano essersi affezionati a lui, come se non volessero abbandonarlo e gli facevano eco nella testa come una straziante melodia che lo aveva incantato "DANNAZIONE!" gridó poi scagliando il coltello contro una parete e sorridendo subito dopo come se la parete avesse sanguinato.

Quella notte gli parve intensa piú del solito e la mattina seguente ripercorreva nuovamente le strade di Wolverhampton per raggiungere la scuola. Aveva messo dei guanti di pelle che gli lasciavano le dita scoperte, perchè durante la notte si era tagliato a furia di giocare con ip coltello. Questa volta era stranamente in orario, pensó, erano ancora tutti nel giardino dell, istituto che scherzavano e ridevano in attesa nel suono della campanella, focalizzó il nerd sulla panchina a sinistra che sfogliava un noioso libro intitolato "Scienze Umane" e la ragazza mora che si baciava con ol quoterback lungo la corteccia di un albero, un po' piú in lontananza, vicino al laghetto aveva intravisto una chioma riccia che sembrava splendere alla luce del sole, pensó ad Harry e un ondata di rabbia gli pulsó nelle vene portandolo a stringere il pugno e guardare altrove, purtroppo non ne ebbe il tempo che  il ragazzo dagli occhi verdi lo stava guardando e lo aveva salutato con la mano, Louis voleva ignorarlo e gli aveva mandato solo un accenno di saluto che si percepiva dal movimento della testa.

Poco dopo sentí toccarsi la spalla "Vuoi fare il cattivo con me?" Disse Harry con un filo di divertimento nella voce.

"Come faccio con tutti, cosí faccio con te" disse Louis voltandosi per guardarlo "Ma pensa pensavo tu mi stessi trattando diversamente perchè mi veneri" disse il riccio ironicamente "Menomale che ti diverto, tra poco non riderai piú"

"Senti invece si stare qui a fare il bad boy dalla vita complicata, salta la scuola e vieni con me al manicomio abbandonato"

  "Mancomio abbandonato" mormoró Louis tra se e se "ci verró solo perchè invece di vedere cento facce di cazzo devo vederne solo una"

"Apposto,seguimi simpaticone"

Con una sorta di sbuffo Louis si affiancó ad Harry facendosi guidare verso il manicomio che si trovava a pochi km da Wolverhampton.

"È quello" Harold glielo indicó "stammi dietro" aggiunse, "dovessi perdermi" disse sottovoce Louis con aria ironica.

Alla vista di quel manicomio a Louis venne la nausea ma non ne mostró alcun segno,tutt altro, entró per primo facendo cenno ad Harry di seguirlo e raggiunsero la 'camera delle torture'.              

"Chissá com'è subire un 'electro shock'" rise Harry "Per niente bello" rispose l'altro "Come lo sai?"

"Lo so, sono stato in un manicomio per anni"

"Sul serio? E perchè mai?"

"Perchè ero sano di mente,tu che dici?" Ci mise del sarcasmo

"Okay, hai ragione e sei...sei guarito?"

"Guarito? Dalla pazzia non si guarisce, se sei normale puoi diventare pazzo ma se sei pazzo non puoi essere normale. Ho seguito sedute psicologiche fino alla scorsa settimana ma non è cambiato nulla, la situazione è peggiorata addirittura..non si guarisce da una cosa come questa Harry,è un labirinto buio e nessuna strada porta alla fine."

"Forse non sono le terapie cio' che ti serve forse hai solo bisogno di qualcuno accanto a te, un amico, non lo so.."

"Chi vorrebbe essere amico di chi ha le mani sporche di sangue?, Di sangue che non è suo, chi vorrebbe essere amico di uno psicopatico? Chi?"

"Io.. io sarei disposto"

"Dici questo perchè hai paura?"

Hai paura che ti uccida e cosí vuoi fingerti mio amico.. o forse ti servono dei soldi e pensi di farlo a pagamento?"

"Non capisco perchè dici questo non mi serve pietá e nemmeno soldi, voglio solo aiutarti."

"E perchè mai dovresti aiutarmi?"

"Perchè nel mio mondo ci si comporta cosí e ti aiuteró Louis"

"Devi vivere in un mondo di rose e fiori tu, nel mio mondo c'è l'oblio e poi ci sono due macchie di colore, argento per la lama dei coltelli e rosso per il sangue. Accetteró la tua amicizia Harold ma sappi che se vorró ucciderti lo faró comunque"

Harold sorrise.

DarklightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora