Di notte.

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Stretto tra le mie braccia, Mario è riuscito a tranquillizzarsi.
Riuscì a sentire ogni suo muscolo rilassarsi e lasciarsi andare.
Il cuore rallentare i battiti.
Cuore contro cuore.
Eravamo lì. Eravamo noi.
Avevamo una vita intera da recuperare, quella vita insieme che ci è stata tolta, qualunque sarebbe stato il nostro destino.

Poco dopo venne a richiamarci mia madre. Sapeva che non era il momento adatto, che della cena non importava più a nessuno ma quel "dovete pur mangiare qualcosa" fece staccare Mario da me. A tavola non toccò quasi niente. Aveva ancora quel suo sguardo perso, era lì seduto solo fisicamente.
Non meritava quel dolore, avrei voluto rubarglielo e renderlo di nuovo solo mio. Dovevo fare qualcosa e così chiesi a mia madre di darmi una mano a preparare il tutto. Avrei provato in qualunque modo a dargli un po' di pace, anche solo per una notte.
Rimanemmo ancora un po' con la mia famiglia e quando lui si alzò salutando tutti per andare via, lo seguì fuori.
"Mario aspetta."
"Claudio ti prego, non è davvero il momento per fare lo stronzo. Ho capito tutto. Andrò via."
"No. Voglio che vieni con me in un posto. Dai, sali in macchina con me."
"Che vuoi fare? Te l'ho già detto, non è serata."
"Vuoi salire in macchina? Dai.
Tregua per stasera."

Ed così che adesso ci troviamo stesi su una coperta, a guardare le stelle con il rumore dell'acqua che scorre lungo il fiume ad accompagnare i nostri pensieri.
Mario si è decisamente tranquillizzato anche se per tutto il tragitto per venire qui, e da quando siamo arrivati, non ha proferito parola.
Quando siamo arrivati ho rivisto, per la milionesima volta questa sera, i suoi occhi inumidirsi, proprio per questo non volevo che sapesse tutto quanto. Non so che rapporti abbia con il padre ma questo non se lo meritava. Noto con la coda dell'occhio, una lacrima scivolargli sul viso. Mi giro trovandomi il suo volto a pochi centimetri dal mio. Resto ancora un po' in silenzio a guardarlo, ha bisogno di sfogarsi e non c'è modo più puro di questo. Senza rendermene conto una mano finisce sul suo viso, accarezzandolo.

Non importa quali siano i tuoi demoni, io li combatterò per te.
Mi prenderò io cura di te.

*Mario*

Una vita vissuta in una menzogna, è questo che hanno da sempre progettato i miei genitori per me?
Mio padre aveva immaginato qualcosa già quando io non sapevo neppure cosa significasse. Definì Claudio all'epoca "un mostro" ed era solo un bambino, cosa penserà davvero di me adesso? Eravamo due bambini, cosa ne potevamo sapere? Non voglio pensare che sia davvero mio padre quell'uomo.
E mia madre?

Claudio mi ha portato al fiume.
Lo stesso che un mese fa ha raccolto le mie lacrime al rifiuto dei miei genitori.
Lo stesso che adesso si sta prendendo quelle di una vita bugiarda.
Lo stesso che mi ha riportato lui.

Ho passato una vita da solo, a credere di essere quello sbagliato, di non essere adatto a questo mondo.
Ho passato la maggior parte della mia vita a non accettarmi, a cercare quanti più difetti possibili per incolpare solo me stesso.
Ho passato un'adolescenza ad incolparmi, a chiudermi in camera a cercare di capire cosa ci fosse di così tanto sbagliato in me, eppure tutti hanno sempre detto che quello è il periodo più bello della vita perché non si hanno preoccupazioni. Ah si? Vorrei parlarci io con questi cretini.
Ho passato una vita da solo, a sentirmi solo, eppure qualche chilometro più in là c'era qualcuno ad aspettarmi.
Mi ha aspettato per tanto tempo anche se non mi ha mai visto tornare.
La sento subito dopo quella lacrima che è riuscita a fuggire, lo vedo voltarsi verso di me. Vorrei farlo anche io ma sono troppo debole in questo momento per poter reggere i suoi occhi.
Poggia una mano sulla lacrima e mi lascia una carezza.
Rimaniamo così, occhi dentro occhi, per una quantità di tempo che non riesco a definire. Lui è qui per me e me lo sta dimostrando a modo suo. Adesso ho ricordi abbastanza nitidi da sapere come fosse Claudio da bambino e anche se di tempo ne è passato troppo, lui non è cambiato. Ha il suo modo di dimostrare ciò che sente o se vuole trasmettere qualcosa.

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