L'alba sta per sorgere quando mi sveglio, non sono tornato a casa e dopo aver passato quasi tutta la notte a girovagare senza alcuna meta, ho deciso di venire a rifugiarmi in questo maledetto posto; il fiume.
E' strano il modo in cui riescano a cambiare le cose, il modo in cui le persone ti stravolgono la vita e ne fanno ciò che vogliono, un'attimo prima ti sembra di avere finalmente tutto e l'attimo a seguire, ti senti come se non avessi mai avuto nulla.
Dopo essere rientrato nella macchina mi avvio verso il mio unico e vero porto sicuro.
Da piccolo passare del tempo con i miei nonni era una delle mie cose preferite, avevano un grande giardino, il loro orto e mi divertivo un sacco ad aiutare la nonna a fare la vita di campagna. Passavamo tanto di quel tempo insieme e tra noi si era venuto a creare un rapporto a dir poco speciale, le volevo davvero un bene infinito. Quando mia nonna si ammalò passai molto tempo insieme a lei ed il più delle volte preferivo dormire accanto a lei piuttosto che lasciarla sola nella sua ormai grande dimora. È successo proprio una di quelle notti in cui rimasi al suo fianco che il suo cuore ha deciso che fosse arrivato il momento di fermarsi, ho sempre creduto che probabilmente non ci sarebbe dovuta essere nessun'altra persona che non fossi io, che il legame che ci univa non poteva che rafforzarsi ancora di più con quel momento, tanto da sentirla sempre più vicina.
Mia nonna ha lasciato un grande vuoto, credo, anzi sono proprio certo, che non possano esistere mai parole giuste per poter descrivere ciò che si prova davvero quando si perde qualcuno, quando si perde qualcuno realmente, intendo dire. A tutti viene da usare istintivamente il termine "vuoto" quando si pensa a ciò che lascia qualcuno che se ne va, ma non si riduce tutto ad un semplice vuoto. Riesco ancora a sentire quel morso nello stomaco che provai quella notte, le gambe che iniziarono a farsi un po' più pesanti e le mani che iniziarono a sudare. E il cuore, beh il cuore lo sentì tremare come una scossa di 12.0 magnitudo. È un po' così che mi sento adesso, un po' vuoto.Mi sveglio di soprassalto cercando qualcuno accanto a me che non c'è, non ricordo di essermi addormentato eppure quando porto il mio sguardo sulla finestra, il sole sta tramontando. Camera di mia nonna è rimasta sempre la stessa nonostante tante cose siano cambiate, ci sono ancora i suoi abiti appesi nell'armadio, tutti i gioielli nel portagioie, che una volta le regalai io stesso per il suo ottantesimo compleanno, tranne la sua fede, lei appartiene a me da anni ormai. Me la diede lei stessa, cosicché potessi avere qualcosa di suo sempre con me, avere la parte più importante della sua vita, con me. La ringrazio infinitamente ogni giorno per questo perché non c'era nessun altro tipo di regalo che avrebbe potuto eguagliare tutto quello che è racchiuso in questo anello.
Prima di rientrare in casa decido di passare dal bar, dove con poca sorpresa ci trovo Paolo a fare aperitivo insieme a Francesco e altri ragazzi che non credo di aver mai visto da queste parti. Non fingo neppure di non averli visti quando Francesco alle mie spalle mi chiede come mai non sono andato da loro a salutarli.
"Se dovessi salutare ogni persona che sta nel bar, probabilmente non tornerei mai a casa."
"Forse non tutti, ma i tuoi amici?"
"Forse in questo momento non m'importa, che dici?"
Non sono solito rispondere in questo modo, soprattutto se davanti a me ho una persona che si comporta sempre gentilmente nei miei confronti ma in questo momento credo che manderei a cagare anche la persona più gentile dell'universo, qualcuno più di qualcun altro. Appena noto l'espressione accigliata sul volto di Francesco mi pento di avergli risposto in quel mondo e quando sto per scusarmi con lui, gira i tacchi e torna al tavolo dai suoi amici. Decido così di prepararmi anche io un bicchiere e vado a sedermi con loro, più precisamente vicino a Francesco. Inizialmente mi guarda sorpreso ma poi mi sorride felice.
"Scusami per prima, sono stato uno stronzo."
"Brutta giornata?"
"Abbastanza ma ehi, adesso sono qui con un bicchiere in mano, è il momento di andare oltre, non credi?"
Ride e abbassando la testa risponde semplicemente: "Si."
Quello che non sa è che non mi riferivo alla giornata appena passata.
Non sa che dentro di me devo andare oltre a tante cose, non sa che non si tratta di dover superare solo una brutta giornata, non sa quello che devo chiudere in un angolino della mia mente, alcuni dei momenti più belli della mia vita, non sa che non sono cose che devo dimenticare ma una persona in particolare e tanto meno sa quanto questo sarà difficile per me.
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Destinati ad essere.
General FictionCapitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all'improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.