Mario ed io siamo rimasti abbracciati sul divano per tutto il pomeriggio, nessuno dei due si è mai alzato. Siamo rimasti semplicemente abbracciati senza neppure proferire inutili parole, mi sono chiesto se si potesse vivere una vita così, un divano e la persona che si ama.
"Sono stanco di nascondermi." Esordisce Mario improvvisamente.
"Eh?" Continuo io, non capendo a cosa si riferisca.
"Non voglio più dovermi nascondere con te dagli altri, non voglio più nascondere quello che c'è tra noi."
"Dici sul serio? Non mi stai prendendo in giro vero?"
"No, se per te va bene ovviamente."
"Certo che sì, io non ho mai voluto nascondermi Mario, lo sai."
"Lo so, sono stato stupido, solo che è tutto così nuovo per me, sono abituato a nascondermi, a nascondere le cose e quindi adesso mi viene così naturale tenere tutto per me."
"Con me non hai bisogno di nascondere nulla, puoi essere te stesso, tirare fuori quello che sei senza vergognarti di nulla. Guardati, sei bellissimo, non hai nulla di cui vergognarti o di cui non andare fiero."
Gli alzo il viso da sopra il mio petto con le mani e porto il mio sguardo nel suo, i suoi occhi sono lucidi, mi avvicino a lui e lo bacio dolcemente. Si stacca da me e ridendo dice:
"Credo proprio che dovremmo andare a quell'aperitivo più tardi, così Francesco può vedere che tu sei già proprietà privata."
"Quindi, tu hai smesso di baciarmi solo per dirmi questa cazzata dell'aperitivo e per parlarmi di Francesco?" Rispondo io con un risolino. Mi stacco da lui mettendomi seduto e quando lui mi risponde "Si", mi giro iniziando a fargli il solletico facendolo ridere più forte di prima.
"Allora d'ora in poi ti bacerò solo in casi estremi." Dico facendo il finto offeso e voltandomi dall'altra parte.
"E tipo quali sarebbero questi casi estremi Signor Claudio?" Dice alzandosi e sedendosi dietro di me, mi metto comodo in mezzo alle sue gambe, in modo che possa comunque guardarlo in faccia e lui mi abbraccia la vita da dietro.
"Tipo.. Mi faccia pensare.." mi passo una mano sotto il mento proprio come farebbe un vecchio uomo d'affari per creare un buon contratto. "Allora Signor Mario, dal momento in cui non gradisce i miei baci, direi che i casi estremi potrebbero essere i seguenti:
Uno la mattina appena svegli,
Uno al ritorno dal lavoro,
Uno la sera prima di andare a dormire e durante il giorno, solo nel caso fossi io ad averne il desiderio."
"Quindi Signor Claudio mi sta dicendo che se adesso io volessi baciarla non potrei farlo?"
"Assolutamente no! Signor Mario la prego, rispetti gli accordi del contratto." Faccio fatica a trattenere le risate e il sorriso di Mario è bellissimo. Per la prima volta è sereno.
"Oh, mi scusi." Ride sonoramente.
"Non renda le cose più difficili altrimenti avrà delle conseguenze da subire."
"E quali sarebbero queste conseguenze?"
"Nessun bacio per tutta la durata del giorno dopo, il che la renderebbe davvero molto triste." Sorrido.
Mario invece scoppia a ridere e mi tira a sé dandomi del "cretino", per poi baciarmi subito dopo.
"Al diavolo il contratto, può baciarmi quando vuole Signor Mario."
Scoppiamo entrambi e ridere e ancora una volta le mie labbra sono sulle sue.
"Vuoi davvero andare a quell'aperitivo dopo?"
"Si, solo se vieni anche tu."
"Certo, non ti lascerò mai più da solo quando nei paraggi ci sono degli alcolici." Ridiamo entrambi e poi continuo: "Chiamo Francesco allora per avvisarlo che ci saremo." Sto per alzarmi per recuperare il cellulare ma Mario prontamente mi blocca.
"Perché chiami proprio lui?"
"Perché si farà a casa sua?" E' una domanda retorica la mia.
"Beh puoi sempre chiamare Paolo, tanto sta organizzato tutto con lui, visto che è stato lui ad invitarmi."
"Lo sai che non hai motivo di essere geloso di lui vero?"
"Non mi fido di lui, ti viene dietro e potrebbe pensare che tu chiami lui per secondi fini."
"Può credere quello che vuole, stasera quando mi vedrà con te, capirà di non avere speranze."
Nel frattempo ho recuperato il telefono e ho scritto un messaggio a Paolo facendogli sapere che ci saremmo stati entrambi.
"Oh sono sicuro che se ne accorgeranno tutti, non solo lui." Dice ridendo.
"Perché lo dici ridendo? Non è una cosa seria per te?"
"E' una cosa seria per me ma ti accorgerai del perché rido non appena ti sarai guardato allo specchio."
Lo guardo con uno sguardo sucida e corro subito in bagno, una volta arrivato davanti allo specchio urlo.
"MARIO IO TI UCCIDO, SCAPPA."
Ho una parte del collo ricoperta di succhiotti che deve avermi fatto stamattina sul divano. Mario entra in bagno e si mette dietro di me.
"Te l'ho detto che Francesco avrebbe potuto vedere che sei di mia proprietà." Sorride soddisfatto.
Non so se urlare perché adesso dovrò andare in giro così o se baciarlo per la sua inutile gelosia.
"Mario io domani devo andare a lavorare.."
"Ti ho restituito il favore, li vedi questi qui? Mi sono costate le risate di Valentina per tutto il giorno."
"Ma i tuoi sono due o tre, neanche si notano più."
"Beh amore, forse avrò esagerato un pochino ma è meglio prevenire." Dice in modo ironico.
"Questa me la pagherai e come mi hai chiamato?"
"Claudio, ti ho chiamato Claudio."
"Si come no." Sorrido.
Lo spingo contro il muro e facendolo alzare dalle cosce, porta le sue gambe attorno il mio bacino. Mi avvicino al suo collo.
"Claudio non ci provare."
"A fare cosa?" Dico a bassa voce lasciando un lieve bacio.
"Lo sai."
"Solo uno."
Alla fine sono riuscito a lasciargliene cinque: due da un lato del collo e due dall'altro ed uno sulla clavicola. Con Mario in braccio torno in salotto e una volta arrivato al divano, poggio piano Mario su di esso ed io mi sdraio rimanendo tra le sue gambe, metto una mano nei suoi capelli e gli tiro un po' il ciuffo all'insù. Lo guardo negli occhi e poi le labbra, poi ancora negli occhi e subito dopo tutto il viso. E' bellissimo.
Dieci minuti più tardi ci alziamo entrambi controvoglia e una volta in macchina, andiamo via.
"Vieni a prepararti da me o vuoi che ti accompagno a casa tua?"
"Casa mia è casa tua."
Mi giro per guardarlo e gli sorrido, porto la mia mano destra sulla sua coscia e gliela stringo.
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Destinati ad essere.
Ficción GeneralCapitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all'improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.