Capitolo 11

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Rimasero in quella posizione, restarono in silenzio per molti minuti. Lisandra si era calmata. Non stava più piangendo, ma le immagini di Jacob erano ancora nella sua mente.

- "Tu non hai genitori?" chiese lei senza riflettere.

David si girò verso di lei, sorpreso da questa domanda. Non se lo aspettava. Non parlava della sua vita, era troppo doloroso farlo. Anche più di Lisandra. Si alzò e vide tre uomini che li stavano osservando. Anche Lisandra li guardò, non capendo la ragione. Aveva paura di loro, chi erano?

La ragazza si alzò e si mise dietro David. Si fidava di lui, nonostante lo conoscesse da pochissimo tempo. Era l'unica persona che voleva ascoltare la sua storia. Nessuno l'aveva mai fatto.

David aveva un'arma in suo possesso. Lisandra era spaventata, terrorizzata da quello che poteva fare. I tre uomini cominciarono a camminare verso di loro con una tale determinazione. Lo avevano programmato per mesi. Era tutto calcolato.

- "Vai in macchina ora!" Urlò David senza guardarla.

Sapeva che non sarebbe dovuto uscire con lei, ora era l'obiettivo di tutti i suoi nemici. L'avrebbero seguita.

Lei entrò in macchina senza alcuna esitazione. Aveva paura per David. Cosa stava per succedere?

Guardava attraverso il finestrino gli eventi: i tre uomini iniziarono a sparare senza guardare e senza mirare un punto fisso. Nonostante il loro unico scopo era uccidere David. Ma perché? David sparò a sua volta gli avversari. I tre erano sul pavimento in meno di tre secondi. Lisandra urlò, come poteva farlo senza che si sentisse in colpa? Piangeva di nuovo. È stato orribile. Si sentiva in colpa per avergli permesso di farlo. Non trovava le parole per descrivere come si sentisse.

David salì in macchina senza dirle una parola, mentre lei era ancora scioccata da ciò che aveva appena visto. Piangeva in silenzio, iniziava ad avere paura di essere uccisa anche prima dei due mesi. Perché succedette a lei? Non chiese nulla.

Dopo dieci minuti di silenzio, finalmente arrivarono. La ragazza scese velocemente dalla macchina e si diresse nel bagno della sua stanza senza guardarsi alle spalle. Chiuse la porta a chiave e si diresse al lavandino. Necessitava di un po' d'acqua fresca sul viso. All'improvviso qualcuno bussò alla porta.

- "Sono io, Cristall"

Aveva una voce dolce, capace di rilassare la ragazza chiusa in bagno e farla sentire al sicuro.

Aprì la porta per poi uscire e dirigersi verso il letto. Cristall chiuse la porta della camera e si mise sul letto accanto a lei.

- "Tutto bene?" chiese Cristall a Lisandra.

La risposta a questa domanda sembrava sempre sbagliata, tutti rispondevano di "sì" ma alla fine nessuno lo pensa davvero.

- "Perché me lo chiedi?"

- "Voglio sapere se va tutto bene con David, sei tornata correndo"

Era abbastanza logico, nessuno venne correndo e piangendo.

- "Sì, sono solo stanca e voglio troppo dormire"

Non aveva più le forze, erano passate solo 21 ore, ma con tutto quello che era successo, i suoi occhi si chiusero da soli. Cristall non le credette, ma decise comunque di ritirarsi e di lasciarla riposare.

- "Buona notte Lisandra". Disse prima prima di sparire dalla stanza.

Chiuse gli occhi, non voleva aspettare che David le facesse altre domande alle quali non avrebbe avuto alcuna risposta. Ma chi erano qui tre uomini? Perché ucciderli? Nessuno merita di morire.

BLURRED (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora