Capitolo 12

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Lisandra si svegliò con un forte mal di testa, guardò l'ora e vide che erano le undici di mattina. Aveva dormito tutto quel tempo. Era davvero sfinita. Girò la testa verso la piazza vuota e poi guardò in giù, sperando di trovarlo tra le lenzuola, ma lui non era lì, e Lisandra fu delusa da ciò.

Oggi, decise di uscire per vedere dove vivesse e per conoscere il posto, anche se tutto era vuoto in quella zona. Si vestì e mangiò. Ora era pronta per uscire.

Aprì la porta e camminò verso destra, dovette andare dritta per evitare di perdersi e trovare più facilmente la strada. Vide una casa non lontana da dove si trovasse lei. Era anche alta, con un enorme giardino. Ma quello di David era più grande. Passò vicino e notò che tutte le finestre erano chiuse, non c'era nessuno. La porta, però, era aperta. Entrò senza rendersi conto delle conseguenze che potrebbero seguire. Al suo ingresso vide delle macchie di sangue sul pavimento, un po' dappertutto. Chi era la vittima? L'odore di sangue le fa venire la nausea. All'improvviso sentì uno sparo e si nascose dietro una sedia verde che le stava accanto. Trattenne il respiro, le sue gambe tremavano di paura e le sue mani erano tutte bagnate. Gli uomini uscirono da una porta che portava nel seminterrato.

- "Liberati di lui e poi sai cosa devi fare!"

Riconobbe la voce di David, era lui che parlava sempre con quella voce severa. L'altro uomo non lo guardava negli occhi, sembrava terrorizzato da David. Abbozzò evitando il suo sguardo.

La ragazza era ancora nascosta, non capiva di chi stesse parlando David. Voleva ancora uccidere qualcuno. Lei non poteva fare lo stesso errore di ieri. Questa volta voleva provare ad evitare la morte di qualcuno che potrebbe avere una famiglia.

Decise di uscire ed affrontare David. Lo fece prima che i due giovani uomini la iniziassero a guardarla senza capire.

Il giovane prese una pistola dalla tasca e andò dalla ragazza. David guardava la scena. Lisandra non doveva venire qui. Il suo è stato un passo falso.

David la osservò, ammirando il suo coraggio e la sua curiosità. Non vedeva i rischi, era troppo ingenua. E questa ingenuità lo attirava.

- "Ti ho detto di non perdere la principessa, perché sei così testardo?" Disse mentre le si avvicinava con una pistola puntata alla testa. Non poteva ucciderla, cercava di convincere se stessa, ma non ci riuscì. Aveva il coraggio di ucciderla.

- "Portala nel mio ufficio"
disse prima di uscire di casa, lei non ebbe il coraggio di urlargli contro, specialmente quando c'era in gioco la sua vita.

Il giovane le tirò la mano per farla muovere. Il suo braccio adesso era dolorante.

- "Posso camminare da sola, lasciami andare!" Urlò, non ne poteva più di quegli uomini che non la rispettavano.

L'uomo lasciò cadere il braccio, ma non mise via l'arma.

Arrivarono nel suo ufficio. Era lo stesso della prima volta. L'uomo uscì e la lasciò sola chiudendo la porta a chiave.

Lisandra era sicura che David non avrebbe sparato a nessuno della sua famiglia, era semplicemente impossibile! Lisandra non ce l'aveva una famiglia, non sapeva chi fossero.

Cominciò a cercare tra vari fogli. Non c'era nient'altro che documenti su uomini che non conosceva. Vide un armadietto, ma era chiuso. Cercò la chiave ma non la trovò. La porta si aprì. La ragazza alzò lo sguardo e vide una donna molto alta, indossava una minigonna, un top che sembrava un reggiseno ed i tacchi. Aveva il doppio delle dimensioni di Lisandra. Le sembrava di averla già vista da qualche parte, ma dove?

- "Eccoti di nuovo, come sei arrivata qui?" Aveva una voce irritante che riconobbe subito.

Era la stessa donna che le parlava prima che gli uomini venissero a cercarla. Voleva sapere cosa le disse David prima di andarsene così arrabbiata.

BLURRED (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora