Capitolo 10

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P.O.V EMMA

Un brivido freddo mi fa aprire gli occhi. Sono a letto, soffia una brezza leggera. Forse le porta finestre sono rimaste aperte? Mi guardo intorno e rimango di sasso quando noto Filippo in piedi accanto al mio letto.
<<Filippo?>>. Mi stropiccio gli occhi e lo fisso perplessa. Mi stringo le braccia al petto per coprimi, visto che porto solo una canottiera leggera.
<<Non farlo>>
La sua voce roca ha un tono autoritario. << Non coprirti>>.
Non so perché gli obbedisco. Abbandono le braccia lungo i fianchi. Lui mi squadra centimetro per centimetro. Quel suo sguardo appassionato mi fa bruciare la pelle e mancare il respiro.
Il suo petto, nudo, luccica alla luce della luna che entra dalla finestra. Porta dei pantaloni neri strappati sulle ginocchia che gli cascano bassi sui fianchi stretti.
Lui poggia un ginocchio sul letto e si porta in avanti, poggiando le mani accanto ai miei fianchi. Le gambe mi tremano per l'eccitazione.
Abbassa la testa e mi bacia la parte alta della coscia. Le sue labbra, morbide e calde, a contatto con la pelle mi fanno sussultare.
Perché non gli dico di fermarsi?
Ho paura di permettergli di continuare ma sono contemporaneamente in balia delle mie stesse sensazioni.
Lo guardo tempestarmi la gamba di baci spostandosi sempre più in basso.
I suoi capelli mi sfiorano la pelle. Gli metto le mani tra i capelli, incapace di controllarmi.
<<Filippo>> lo supplico.
Lui si mette sopra e mi guarda negli occhi, uno sguardo ardente e appassionato. Senza smettere di fissarmi, fa si che i nostri bacini si tocchino e cominciamo a strusciarci l'uno contro l'altra. Lo sento duro attraverso i pantaloni e mi piace pensare sia merito mio. Chiudo gli occhi travolta dal calore, e sento il desiderio crescere sempre di più.
<<Non fermati>> ansimo, sentendomi fremere dentro. So esattamente dove vorrei che fosse. Ho bisogno di qualcosa in più.
<<Sei mia, Emma>>
I nostri corpi si muovono frenetici e io ho il respiro corto.
<<Dimmi che sei mia>> mi ordina Filippo, continuando a strusciarsi sempre di più contro di me.
Oddio come mi fa sentire bene. Posa le sue labbra sulle mie, sento il suo fiato sulla bocca. Sa di vento e pioggia, e fuoco.
<<Io...>> Mi si spezza la voce.
Oddio.
<<Dimmelo>> mi sussurra di nuovo Filippo.
Gli affero i fianchi e lo attiro il più possibile a me, per quanto i vestiti ce lo consentono. Vengo scossa da una spasmo e trattengo il respiro.
<<Dimmelo>> mi mormora nell'orecchio
Spingo il bacino contro il suo e ansimando gli rispondo <<Sono tua>>.
Tremo da capo a piedi. Mi sento invadere da un ondata di piacere. Non ho mai provato niente del genere.
Mentre gli spasmi piano piano svanivano, aprii gli occhi. Mi guardai intorno, poi scattai sul letto. Dalla finestra entrava la luce del sole e mi resi conto di essere sola.
Che diavolo...
Mi voltai sicura di trovarmi Filippo accanto. E invece no. Niente. Filippo non c'era. Non c'era nemmeno il chiaro di luna.
Ero andata a dormire con indosso i pantaloncini del pigiama e la maglia nera che Filippo mi aveva dato la sera prima.
Filippo non era mai venuto in camera mia.
Ributtai la testa sul cuscino e mi lasciai sfuggire un sospiro esasperato. Era stato stupendo, quasi non riuscivo a credere che non fosse reale.
Emma sei pazza. Fantasticare su quello stronzo era da malati.
Feci diversi, lunghi respiri per calmarmi. È successo solo perché ho pensato troppo a lui. Solo per questo. La notte precedente, dopo tutto quello che era successo, mi aveva portato a casa, mi aveva preso la collana con il giondolo a piuma e se n'era andato, e io ero rimasta li, esausta visto che erano le due, a chiedermi cosa significassero le ultime parole che mi aveva rivolto. "Io prendo sempre quello che voglio". Intendeva dire che non sarei riuscita a stargli alla larga?
Ma chi si credeva di essere. Maledetto. Maledetti i suoi occhi ghiaccio i suoi tatuaggi e il suo atteggiamento mi- prendo-tutto-ciò-che-voglio.
Proprio in quel momento mi squilla il cellulare.
<<Emma sei sveglia? Oggi è il grande giorno>> esclamò Lauren
<<Si ho appena aperto gli occhi>> mi rimisi seduta.
<<Bene ti aspetto davanti scuola>>
Lanciai un occhiata all'orologio e mi resi conto che la sera prima mi ero dimenticata di puntare la sveglia. Oggi pomeriggio dopo le lezioni avevo l'audizione. Che anche poi il motivo per cui avevo permesso a Filippo di darmi un passaggio. Avrei dovuto essere sveglia già da mezz'ora.
Per fortuna quel giorno mio padre mi avrebbe dato uno strappo a scuola.
Salutai Lauren, e gettai le coperte, andai in bagno e poi corsi all'armadio e mi infilai un jeans e un top nero, afferai le scarpe e un elastico per capelli. Volai al piano di sotto e mi riempii il piatto di pane tostato e frutta già tagliata.
<<Siediti a mangiare>> mio padre mi indicò la sedia .
<<Finisco in macchina. Ho paura di fare tardi.>> acchiappai anche una bottiglietta d'acqua e andai alla porta.
<<Andiamo>> gli dissi, ignorando il suo sguardo perplesso.
L'ultima cosa che volevo quella mattina era sedermi di fronte a mio padre e cercare di buttar giù la colazione, sapendo che nella mia stanza pochi minuti prima avevo avuto un orgasmo.
Quando arrivai davanti a scuola Lauren e Sephora mi stavano già aspettando
<<Finalmente sei arrivata>> mi disse Lauren
<<Si, scusate ma ieri sera ho dimenticato di impostare la sveglia>>
<<Saranno state le troppe emozioni>> se la rise Sephora
<<Dai andiamo altrimenti facciamo tardi ne parliamo dopo a mensa>>
Passai le prime ore con addosso un ansia assurda stavo già pensando all'audizione, finalmente arrivo l'ora di andare a mensa una pausa mi avrebbe aiutato, vidi Lauren e Sephora seduti al nostro solito tavolo così le raggiunsi.
<<Insomma ci vuoi raccontare qualcosa di ieri sera?>> mi disse Lauren mentre controllava che nel suo zaino ci fosse tutto
Il mio cuore perse un colpo <<Ieri sera?>>
<<Già. Mi pare che una macchina nera dall'aria pericolosa, simile a quella di Filippo, ti abbia accompagnato a casa>>
<<Si>> amisi in tono drammatico <<Filippo mi ha dato un passaggio a casa. Niente di che.>>
Sephora e Lauren rimasero per qualche istante a studiarmi, mentre io continuavo a comportarmi come se niente fosse.
<<Niente di che? Tu e Filippo nella stessa macchina da soli e stai dicendo niente di che...>>
<<Si...Sephora. Niente di che, Simone aveva bevuto e non poteva riaccompagnarmi a casa e a chiesto a Filippo se poteva farlo lui, Tutto qui semplicemente è stato un favore che stava facendo al suo amico>>
<<Mh...Ok se lo dici tu>> mi guardò Lauren <E con Simone?>>
<Non lo so ragazze ci siamo baciati ieri dopo la cena ma non so come spiegarvelo...>>
<<Non sei attratta da lui come lo sei da un altra persona>>
Non risposi a quello che disse Sephora avevano capito tutto già non ero attratta come lo ero da Filippo questa era la verità ma non potevo continuare a farmi male con una persona che chiaramente non mi voleva.
<<Tu invece...ti ho visto con Einar davanti al falò e molto vicini. Forse quella che deve raccontare qui non sono solo io>>
<<Eh già... Dicci Sephora>> aggiunse Lauren
<<Stavamo solo parlando ,mi ha chiesto se voglio farli da ballerina per l'audizione di oggi>>
<<Wow Sephora ma è magnifico >> e l'abbraccio ero davvero felice per lei
<<Hai accettato vero?>>
<<Si...ieri ci siamo visti per parlare e alla fine ho accettato>>
<<Sono contenta per te, ma perché sembra che tu non lo sei>>
<<Lo sono e solo che...non so come dirvelo>>
Io e Lauren ci guardiamo e avevano già capito tutto da un bel po' così insieme gli diciamo
<<Ti piace Einar>>
<<Ma come fate a saperlo? Si vede così tanto?>>
<<Chi meglio di me poteva capire>>
<<Ed io invece vi conosco meglio di me stessa>> ci disse Lauren
<<Ma questo non spiega perché stai in questo modo>>
<<Ieri mi ha parlato sempre della sua ex è ancora innamorato di lei non ho speranze...>>
Ma che hanno quei ragazzi perché non è fanno mai una buona
<<Ah, l'amore non corrisposto voi due siete un caso disperato>> disse Lauren
<<L'amore non corrisposto è una cazzata>> dissi
<<Al diavolo i ragazzi e sopratutto quei 3 >> Sephora indica Filippo, Einar e Simone che in quel momento erano appena entrati in mensa

Gli occhi del cuore (Iremma)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora