L'incontro

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Hermione dovette ammettere che quel posto era veramente bello, aveva tutto ciò che si poteva desiderare, finestre luminose, un balcone che dava sulla strada e un altro dal quale si poteva vedere la foresta poco lontana, ampie camere dove sicuramente avrebbe potuto mettere tutti i suoi libri e un'enorme vasca in cui già s'immaginava immersa per almeno un'ora.

Certo, bisognava dargli una sistemata e una pulita, ma era o non era una strega che sarebbe andata a vivere in un villaggio di maghi e streghe?

Sarebbe bastato un qualche movimento di bacchetta e sarebbe diventata in un attimo la casa perfetta.

Fantasticava come se fosse già lì, con la maglietta che le arrivava a metà cosce che aveva rubato a Ron, a camminare a piedi scalzi con un libro in una mano e un tè caldo nell'altra.

Sì, era assolutamente perfetta... per la sua vita da single che aveva un ragazzo "non pronto a convivere tantomeno al matrimonio".

Decise che per il momento non ne avrebbe parlato con nessuno, neppure con Ron, anzi, quello sarebbe stato il suo angolo in cui nascondersi dalla routine delle sue giornate e dall'indifferenza del suo ragazzo per i suoi bisogni.

Così il suo bisogno sarebbe diventato una casa senza di lui.

Continuò a guardare incantata ogni singola stanza, quando dei rumori la distrassero e, istintivamente, prese la bacchetta da sotto il mantello e la puntò verso la fonte di quei suoni.

«Perfetto, come rovinare una visita in un appartamento in pochi secondi.»

«Che ci fai qui, Sanguesporco

«Potrei farle la stessa domanda, Mangiamorte ora-sono-pentito

Lucius si avvicinò alla strega con il solito fare altezzoso e sprezzante, ma, stranamente, stava sorridendo, un sorriso bizzarro che, tuttavia calmò Hermione tanto da farle riporre la bacchetta nel mantello.

«Come, non sfrutta l'occasione per torturare o uccidere un Mangiamorte?»

«La guerra è finita, Malfoy. Abbiamo vinto, ma abbiamo perso in molti, ognuno di noi ha perso qualcosa, ma bisogna andare avanti, non m'interessa più combattere contro di voi. E poi lei è un Mangiamorte pentito, no?» stavolta fu lei a sorridergli.

«E se non lo fossi?»

«Sarebbero affari suoi.»

Lucius Malfoy, senza sapere il motivo, iniziò a ridere, la sua risata echeggiava per la stanza vuota, dove non c'era nient'altro che un vecchio mobile coperto da un lenzuolo polveroso.

Rideva e la fissava, guardava i suoi abiti così... così da strega, quel vestito verde che s'intravedeva appena sotto il pesante soprabito nero, quel sorriso così dannatamente bastardo che non le aveva mai visto fare su quelle labbra di donna.

Forse perché l'aveva sempre vista bambina, o forse non l'aveva mai considerata nient'altro che una...

Una Sanguesporco.

***

Lucius Malfoy smise di ridere e le si avvicinò, ancora.

«Tu non mi guardi né con pietà né con compassione, Sanguesporco

«Per quale motivo dovrei farlo? Lei è solo un vile assassino, e l'aver perso sua moglie e suo figlio non cambia di certo le cose. Ognuno ha quel che si merita, diceva sempre mia madre. Peccato non avesse mai considerato di non meritare affatto di morire, e nemmeno mio padre, ma è così che va una guerra, no?»

«Come ci riesci?»

«A fare cosa?»

«A parlare così? Non ti mancano, non soffri per loro?»

«Ogni giorno della mia vita mi mancano, ogni notte chiudo gli occhi e soffro per loro che non ci sono più. La differenza fra me e lei è che, io, Sanguesporco, ho intorno persone che mi amano e che amo, e sono loro che mi tengono a galla e mi rendono ancora capace di essere felice. Mentre lei, Purosangue, non ha nessuno, e questo la fa precipitare a fondo, e ciò che è stato non le permette di essere avvicinato da nessuno.»

«Tu, però, non sei felice e non stai scappando, Sanguesporco

Nei suoi occhi c'era una profonda sofferenza e un vuoto che non si sarebbe mai colmato, questo anche Hermione poteva vederlo, ma nei suoi occhi c'era più una specie di comprensione che di commiserazione, e si stava rendendo grato di quello, anche se la donna davanti a sé era soltanto una lurida Sanguesporco.

Aveva ancora senso quella crociata che continuava a fare per la purezza del sangue?

Se fosse stato il vecchio Lucius Malfoy, non si sarebbe di certo arreso in quella battaglia, avrebbe combattuto fino allo stremo delle forze, le sue erano convinzioni ben radicate e non era di certo disposto a buttarle per strada per essere calpestate, ma ora?

«E da cosa lo deduce che non sono felice?»

«Dai tuoi occhi, Sanguesporco. Hanno un vuoto, c'è qualcosa che manca in loro.» La strega non poté fare a meno di ridere, ridere sempre più forte, e dovette appoggiarsi al muro per non rischiare di cadere. Lucius fece alcuni passi verso di lei.

«Sbalorditivo, signor Malfoy. Neanche dieci minuti e ha capito tutto, il mio ragazzo mi conosce da circa dodici anni e ancora non ha capito niente» e continuava a ridere, ridere, ridere sempre di più.

Perché glielo stava dicendo? E soprattutto, a lui cosa importava?

E da quanto non possedeva una donna?

Lucius Malfoy le era davanti ormai e le strinse i pugni per spostarli sopra la sua testa e li spinse con forza al muro, si spinse contro il suo corpo e inspirò a fondo il suo aroma.

Era quello il profumo di una Sanguesporco?

«Che diavolo sta facendo, signor Malfoy?»

«Stai zitta, Sanguesporco

La strega cercò di allontanarlo da sé, ma vide che il suo corpo non si muoveva. Perché?

Una strana domanda le si addensò tra i pensieri, poteva distinguere ogni singola parola mentre prendeva forma: come sarebbe stato se per una volta nella sua vita avesse trasgredito?

Lucius era riuscito a scorgere quella riflessione, ogni singola lettera, ed era stato così facile entrare nella sua mente, era come se gli avesse spalancato il pesante portone che imprigionava i suoi pensieri.

"Hermione, tu sei così rispettosa delle regole che non berresti una birra neppure su una panchina per non rischiare di farla cadere a terra e sporcare."

"Oh, Hermione, ho sempre saputo che tu e Ron sareste finiti insieme, che cosa noiosa."

"Tu, Hermione? Tradire Ron per vendetta? Tu che non riusciresti neppure a guardare con lussuria un altro uomo? Non farmi ridere."

Poteva vedere ogni singola persona pronunciare quelle parole affacciarsi nei suoi pensieri, poteva sentirli, quei pensieri, chiaramente, e poteva sentire il senso di frustrazione nell'animo della strega.

«Lasciati andare, Sanguesporco» e premette ancora di più il suo corpo su quello di lei, sul muro freddo e polveroso che non poteva far altro che osservare.

Ed entrarle di nuovo nei pensieri.

Ultimo tango a ParigiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora