Invisibile

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Non sapevo dove stavo correndo, da chi mi stavo allontanando. Sapevo solo che dovevo scappare.
Il crepuscolo colorava le vie di un rosso misto al verde del muschio, rendendole quasi diverse da quando erano illuminate dal solito mezzogiorno. Alcuni cedri erano situati proprio in mezzo, erano riusciti a spaccare i ciottoli e alcune delle radici sgorgavano dal suolo. L'ombra dei fusti era allungata per colpa del sole rosso e gli unici rumori che si potevano udire erano quelli dei miei passi che scalpitavano. Presto sentii anche il mio respiro farsi più profondo e fui costretta a fermarmi prima che i miei polmoni potessero collassare.
Andai a nascondermi dietro un muretto ricoperto da edera ma, quando mi accorsi che un'altra persona aveva avuto la mia stessa idea, fui tentata di urlare nonostante non avessi più ossigeno in corpo.
"Sta' calma, all'ombra non ci vede" disse la ragazza parandomi la voce con una mano. Cercai di levarmela dalla bocca e, quando fu certa che non avrei urlato, si decise a farmi respirare.
Presi una grandissima boccata d'aria e cercai di calmare il cuore.
"Da cosa ci stiamo nascondendo?" Sussurrai. Raggruppai i miei capelli nell'elastico che prima avevo al polso e lei cercò di guardare oltre il muretto.
"Non lo so. C'erano degli uomini con dei fucili che prima sparavano al cielo, poi li ho visti contorcersi dal dolore."
Deglutii.
"A cosa pensi che sparassero?"
La ragazza si mise di nuovo seduta al suo posto e si prese il ponte del naso, tra due dita.
"Dannazione! Non lo so!"
Sentimmo la terra tremare e i nostri cuori persero un battito. Lei si prese il crocifisso che aveva al collo e lo strinse in mano. Le lacrime minacciavano di uscire ad entrambe. Io tesi le spalle e strinsi i pugni. Cercai di regolarizzare il respiro, ma un'altra scossa ci fece sobbalzare.
Il muretto alle nostre spalle si sgretolò e la catenina che teneva al collo quella ragazza, iniziò a strozzarla. C'era il nulla intorno a noi. Due degli alberi erano stati estirpati con violenza e poi scaraventati contro una casa.
"SCAPPA!" Cercò di urlare la ragazza, ma lo stesso crocifisso che, credeva, l'avrebbe protetta, le aveva esalato l'ultimo respiro.
Ero pietrificata, non riuscivo a muovere nessun muscolo. Sentii come un arpione conficcarsi sotto le mie costole, per poi sollevarmi dal suolo di una cinquantina di metri.
Precipitavo, ma il mio cuore si era fermato ancora prima che atterrassi.

sure of a "maybe" - dreamsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora