Capitolo 2, Una mutevole verità

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Capitolo 2, Una mutevole verità

Il comandante dei 13 clan, (in realtà probabilmente erano 12), cavalcava come una valchiria solitaria in mezzo alla desolazione. Dopo aver velocemente indossato la sua armatura ed aver preso la sua spada era corsa all'esterno della torre. Non aveva nemmeno potuto ricorrere alla comodità rappresentata dall'ascensore perché non era rimasto nessuno abbastanza in forze da azionarlo. Aveva perciò dovuto calarsi con estrema lentezza e cura lungo le corde che lo sorreggevano, per poi aprire con la forza le porte del primo piano, dal quale si era calata fino a terra. Aveva perso una quantità di tempo interminabile in questa trafila e per quel che ne sapeva centinaia di persone potevano essere morte nel frattempo.

I numerosi cadaveri all'esterno non facevano che accrescere i suoi sospetti. Alcuni sembravano addirittura appartenere a uomini e donne buttatisi giù dalla torre. In ogni caso i loro corpi erano ormai irriconoscibili.

Si muoveva tra di essi con rapidità ma cercando anche di non scoprirsi troppo nella direzione di eventuali attacchi. Non sapeva se gli Skaikru erano già arrivati a Polis, ma era abbastanza certa che in ogni caso non avrebbero apprezzato la sua presenza. Arrivata alle stalle si era accorta che erano state lasciate aperte e che i cavalli giravano liberamente nelle sue vicinanze.

"Bene, qualcuno ha avuto l'astuzia di liberarli perché non morissero a causa delle mancate cure." aveva pensato compiacendosi dell'addestramento e della taratura dei suoi uomini.

Si era affrettata ad afferrare il primo animale alla sua portata, lo aveva bardato ed era partita verso il limitare della città. Una città fantasma, ecco cosa era diventata. Il suo popolo non era particolarmente animista e la sua cultura non la portava certo in quella direzione, ma aveva cominciato a pensare che Polis ne avesse passate decisamente troppe e che i muri fossero intrisi del dolore di tutte le disgrazie che l'avevano colpita. Stava diventando un luogo maledetto.

Attraversò cavalcando le strade deserte e giunse al limitare dell'area boschiva circostante. Si chiese come avrebbe fatto a convincere Clarke anche solo a prestarle attenzione per il tempo necessario a giustificare la sua presenza. Avrebbe veramente cercato di ucciderla? Se, come aveva detto Titus, Wanheda non era mai stata a Polis allora non aveva mai avuto occasione di sfogare la sua rabbia nei suoi confronti e lei non aveva mai avuto modo di farsi perdonare e di farle capire cosa provava per lei. Certo coglierla di sorpresa forse non era proprio la strategia migliore per farsi ben volere e per dimostrare di non avere cattive intenzioni.

Si mosse su percorsi laterali in mezzo al bosco, che ormai conosceva alla perfezione, per non incrociare la delegazione direttamente. Era certa che ci sarebbero stati anche Bellamy ed Octavia. Il primo avrebbe reso sicuramente i suoi tentativi di convinzione più difficili. Su Octavia invece forse poteva contare: era la compagna di un terrestre e per certi versi si riteneva anche lei in parte tale.

Dopo mezz'ora di viaggio scorse in lontananza i segnali della presenza di un gruppo di persone in movimento. Decise perciò di smontare da cavallo e avvicinarsi cautamente a loro. Arrivata a 600 metri di distanza si acquattò nella boscaglia e cercò di osservarli con molta attenzione. Erano una decina. In testa al gruppo procedevano a cavallo Clarke, Bellamy e Octavia, armati con fucili, pistole e probabilmente anche con coltelli o pugnali. Li seguivano 8 soldati armati anche loro con dei fucili. I cavalli erano caricati con delle sacche da cui proveniva uno strano tintinnio. Tutto abbastanza prevedibile, bastava decidere in fretta come procedere. Peccato che alla vista di Clarke il freddo impianto calcolatore da perfetta guerriera si era incantato. Negli ultimi istanti prima di morire aveva pensato che non l'avrebbe più rivista, mai. I suoi occhi avevano speso i pochi momenti che le restavano a guardarla, nel disperato tentativo di imprimere ogni dettaglio del suo viso direttamente nella sua anima, per poterselo portare con sé.

Come back in timeWhere stories live. Discover now