Capitolo 5, Squarci
Il dolore che la attanagliò era annichilente e la costrinse a cadere in ginocchio trascinando con sé Clarke, a cui si era appoggiata per farle scudo. Percepiva a mala pena il tumulto scoppiare intorno a sé, la vista e l'udito si erano ovattati.
L'istinto la spinse ad agire slanciando colui che l'aveva colpita lontano da sé facendo leva su tutte le sue forze. Ignorò il dolore ed estraendo una sua spada con il braccio sano si rialzò abbastanza in fretta da riuscire a parare a mezz'aria il colpo successivo. Per qualche istante i due si fronteggiarono, si rendeva conto che intorno a lei stava scoppiando il fini mondo e se non si fosse sbrigata tutto sarebbe finito in un bagno di sangue. Raccolse tutte le sue energie e utilizzò il peso del suo stesso corpo trasferendolo all'arma che teneva in pugno. Riuscì a vincere la prova di forza con l'avversario, che cadde a terra. In un lampo, sapeva che difficilmente avrebbe avuto altre occasioni, si rigirò la spada nella mano per poter scagliare meglio il colpo, poi infilò la lama dritta nel cuore dell'uomo.
La estrasse e la ripose rapidamente nel fodero. Gettò una veloce occhiata a Clarke, la quale scansava le sue guardie, sopraggiunte per aiutarla a rialzarsi. Stava bene.
"SE QUALCUN ALTRO..." tuonò Lexa mentre ancora gli uomini di entrambe le fazioni si fronteggiavano armi in pugno "...CREDE ANCORA CHE LE DECISIONI CHE HO PRESO SIANO SBAGLIATE..." squadrò uno per uno tutti i presenti prima di proseguire.
"...PUO' ANCORA FARSI AVANTI E RAGGIUNGERE LA MORTE CHE STATE RECLAMANDO A GRAN VOCE!"
Poi abbassò il tono mantenendolo sicuro e deciso:
"Per parte mia sono già morta una volta e non ho intenzione di permettere che accada di nuovo."
Si scostò di lato in modo da rendere nuovamente Wanheda, che nel frattempo si era rialzata, visibile a tutti.
"Nei prossimi giorni discuterò con gli Skaikru i termini della nostra alleanza e, come ho sempre fatto, farò in modo di perseguire prima di tutto il bene del nostro popolo. Nel frattempo, chi oserà nuovamente attaccare Wanheda o uno qualsiasi degli Skaikru che ci hanno salvato, dovrà vedersela con me." il suo volto si contrasse in una smorfia di rabbia e ferocia quando aggiunse "E allora potrà esser certo che la morte sarà veramente il miglior destino che lo possa attendere."
Gettò un'ultima occhiata a Clarke che cercò di sostenere il suo sguardo alzando leggermente il mento con fierezza, ma notò che si stava mordendo l'interno delle labbra.
Reggendosi il braccio, il cui dolore era tornato a esserle presente, si diresse allora verso l'uscita della sala facendosi strada a spintoni tra la gente. Nessuno osò fermarla.
Arrivò nella sua stanza e si rese conto che aveva probabilmente lasciato una scia di sangue dietro di sé. Afferrò una tenda e ne stralciò un pezzo con la mano. Era furiosa. Quegli idioti non solo avevano fatto entrare degli uomini armati nella sala ma non erano nemmeno stati capaci di reagire tempestivamente a una minaccia proteggendo la loro Heda! Per non parlare di Clarke! Aveva agito come se non si aspettasse una possibile ribellione da parte del popolo dei terrestri o, ancora peggio, come se pensasse che il suo volere e la sua autorità potessero imporsi semplicemente facendo la voce grossa. Probabilmente non aveva con sé nemmeno una spada o una delle loro pistole. E se le aveva non aveva ancora imparato a usarle come si deve.
Si stava fasciando rabbiosamente il braccio quando vide un paio di mani bianche e delicate posarsi sulla sua ferita. Risalì lentamente con lo sguardo fino alla loro proprietaria, anche se sapeva fin dal primo istante della loro comparsa a chi appartenessero. Nella furia della corsa verso le sue stanze non si era premurata di osservare se qualcuno la stesse seguendo. Evidentemente Clarke l'aveva seguita subito, lasciando ai suoi uomini il compito di riappacificare del tutto la situazione.
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Come back in time
FanfictionClexa ispirata al telefilm The 100. Lexa si risveglia improvvisamente dopo la sua morte ma qualcosa non va. Non c'è Clarke vicino a lei né Titus, sarà stato tutto un sogno?