Quando la sfiga ti accompagna a braccetto, nel viaggio di lunga vita.

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Cammino a passo spedito verso la scuola, consapevole di essere in enorme ritardo, soprattutto quando dò un'altra occhiata al telefono:
8:00.

Forse non sembra così tardi per voi, ma in realtà lo è, visto che sono appena uscita dal cancello di casa.

Si, lo so, sono fottuta.

Mi osservo attorno, infilando le cuffie e passando la strada velocemente, nonostante sia vuota.

Non si sa mai...

Ascoltando 'Girls like you' dei Maroon 5 e Cardi B, non riesco a fare a meno di pensare che quest'ultima sembra aver completamente sostituito Nicky Minaj.

Non per cattiveria, ma non mi pare che canti/rappi tanto male, quindi mi sta bene questo cambiamento.

Ma con chi sto parlando?

Mentre continuo a darmi dell'idiota, davanti a me due ragazzi continuano a discutere ad alta voce, con alcune persone che li accerchiano.

Vorrei farmi i cazzi miei e andare avanti, ma bloccano l'entrata del mio liceo.

Non potevano prendersi a pugni da qualche altra parte?

"Voi canaglie, siete così convinti di vincere questa partita da venire ad urlarlo nel nostro liceo?!" ringhia ferocemente uno che pare essere del nostro liceo, vista la felpa con il logo dietro.

Solo poco dopo riesco a riconoscerlo, trattenendo un conato di vomito.

È il ragazzo che ho trovato il primo anno ad infilarlo in bocca ad una.

Brutto ricordo, pensavo di averlo completamento rimosso dalla mia testa, ma dopo aver riconosciuto il giovane, mi è ritornato come una saetta nei pensieri.

L'unica cosa buona in lui è che somiglia a Colton Haynes.
Bel figo lui... hehe...

"Ma certo che sì, Wolfsburg, siamo più che sicuri che Jj vi farà il culo come gli anni precedenti"
afferma fieramente il ragazzo dai capelli rossi dell'altra scuola, facendo innervosire di più il biondo.

Jj? Ma che razza di nominativo è? Neanche i bambini delle elementari si inventano più queste cazzate.

"Comunque sia, ti aspetto alla partita per la resa dei conti" ricorda il rosso, dando un'occhiata alla gente attorno loro e se ne esce dalla cerchia.

Corro verso la mia classe, rendendomi conto che sono passati ben 15 minuti ma, appena entro, la prima domanda del professore è stata 'perché così in ritardo?'

Ovviamente delle ragazze in fondo alla classe non hanno potuto fare a meno di ridacchiare tra loro, attirando l'attenzione di tutti.

Cazzo ridono?

"Cosa c'è di così tanto divertente, Lizzy?"- ecco, infatti- inarca un sopracciglio il professore, zittendo la bionda che non smetteva di parlare e ridacchiare.

Lo sguardo di Lizzy McCain è considerato un privilegio da persone comuni come noi, tranne quando viene utilizzato per trucidare qualcuno.

Cosa che sta facendo a me in questo momento.

Provaci ancora e ti tiro una padellata in fronte.

"Comunque, qualsiasi sia la tua scusa, non si entra a metà ora, quindi aspetta che finisca la prima ed entri alla seconda" esco sconfitta, non avendo avuto neanche il tempo di dirgli che c'erano dei coglioni che bloccavano l'entrata della scuola.

Continuo a riflettere sulla loro discussione, e ripenso alla partita.

Beh, non ho mai visto la mia scuola in azione, magari se lo faccio ora non ho nulla da perdere.

Così, durante la pausa pranzo, mi dirigo verso la biglietteria, dove ci sono Lizzy McCain e Noah Wolfsburg.

La cosa non mi sorprende più di tanto, visto che lei è il capitano delle cheerleader e lui quello della squadra della scuola. L'ho capito dal fatto che lui ha una bandana con su scritto 'Captain' in fronte e lei la divisa da cheerleader.

Poi con dei fisici così snelli e tonici come i loro, penso si noti che siano atleti. O, almeno, questo ho capito da Lizzy, che rimane ogni giorno dopo scuola per allenarsi.

"Ecco Miss Nessuno camminare verso di noi" sorride sfacciatamente la bionda, pensando di essere divertente, ma Noah la riprende.

Ecco, appunto.

Non so, lui sarà stupido ma fino a un certo punto, come tutti noi infondo, mentre lei non ha un limite.

"Sono dieci dollari per la partita. Se vuoi incontrare il caposquadra dell'altra scuola, venti." spalanco gli occhi, incredula.

"Perché dovrei pagare per quello?" domando confusa, mordendomi il labbro inferiore.

Noah sospira imbarazzato, abbozzando un sorriso.

"Diciamo che dovevamo trovare una scusa per ottenere più soldi da dare in beneficenza e in parte anche per i fondi dei club" mormora, come se l'avessero colto sul fatto a mangiare nutella con un pigiama ad unicorno.

"Diciamo che molte ragazze della nostra scuola ambiscono a quelli popolari di quella affianco, quindi pagano tutte tanto." aggiunge Lizzy, osservandosi le unghie.

Beh, se è per beneficenza...

"Ecco i trenta dollari" porgo i soldi ma, appena mi tendono il pass, il mio viso si contrae in una smorfia.

"Sei fortunata, era l'ultimo, in tutto ne erano dieci" ridacchia Noah.

"Datelo a chi lo desidera, io ho pagato solo per solidarietà" ammetto sinceramente.

I due mi guardano confusi, così Lizzy chiede "Fai parte di qualche club?"

Nego con la testa, "Avete detto che in parte va in beneficenza" prendendo il biglietto della partita e mi dirigo fuori il giardino.

"Pazza" sento sussurrare dalla bionda, mentre me ne esco.

Alzo gli occhi al cielo, sedendomi sul prato,appena sono fuori, notando che non c'è nessuno al di fuori dei pochi ragazzi riuniti nel giardino dell'altra scuola.

Ho sempre amato la vista che mostrava la distesa d'erba della scuola, attornato da alberi sempreverdi che coprivano i ragazzi dai raggi del sole durante l'estate e l'effetto della neve che abbelliva le panchine e i cespigli durante l'inverno.

Sto per infilarmi le cuffie alle orecchie con la mente piena di pensieri, quando una piccola pietra mi colpisce dritta in fronte.

"Hey Jess" mi richiama qualcuno, con quella voce dolce e allegra che pensavo non avrei sentito più.

Mi guardo attorno e noto che la voce proviene proprio tra i ragazzi dell'altro liceo.

Improvvisamente i miei occhi incontrano quelli neri di Jean e sorrido spontaneamente, cosa che fa anche lui.

Sto per raggiungerlo, ma noto meglio i ragazzi che lo accerchiano, e delle ragazze gli corrono incontro, agguantandosi a lui.

"Ciao Jj" il mio sguardo si trasforma completamente, da felice ad inorridito.

Allora è lui l'altro caposquadra...

Me ne entro in fretta, sperando che l'ora di arte sarà capace di distrarmi almeno un po'.

E nonostante quel che è successo, una parte di me continua a desiderare un suo sguardo.

Dannazione quanto siamo complicati, noi esseri umani.

{Due bocche, un bacio.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora