3.7 - don't tell me it's jimin

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Quella sera, Jungkook stava andando da Taehyung, nonostante gli avesse confessato di essere il migliore amico di Jimin. Decise di trarre vantaggio da quell'informazione, invece di piangersi addosso, sapeva che il maggiore non avrebbe raccontato nulla a Jimin senza parlarne prima con lui. Era la prima volta che si incontravano dopo la confessione del maggiore, poiché nessuno aveva contattato l'altro in quei giorni. Jungkook rimase da solo in casa sua, tra videogiochi e i suoi pensieri. Non uscì molto di casa, non avendone un motivo, ma Namjoon e Yoongi andarono a trovarlo. Erano abbastanza preoccupati per lui, non lo avevano mai visto in quelle condizioni e si stavano chiedendo cosa stesse passando il minore, senza però ricevere nessuna risposta. Taehyung, invece, girava tra il suo lavoro legale e quello illegale, mentre nel tempo libero, spesso, recuperava le ore di sonno che perdeva. Jimin andava al lavoro e conduceva una vita abbastanza normale, contattando a volte Seokjin per avere un po' di compagnia, anche se la mancanza del moro non poteva colmarla nessuno.

Tutti si stavano isolando, solamente per paura di reagire.

Quando Taehyung aprì la porta della sua dimora a Jungkook era al telefono con Jimin, per dirgli che anche quella sera non sarebbe potuto uscire. Il minore non capì con chi stesse parlando e più volte glielo chiese senza aspettare la fine della telefonata, ricevendo solamente rimproveri da parte di Taehyung.

«Chi era?» chiese una volta per tutte, quando il maggiore terminò la chiamata.

«Jimin.» sospirò sedendosi sul divano, stanco della domanda che il moro stava continuando a porgergli.
Jungkook trattenne il respiro per qualche secondo, a sentire quel nome, mentre continuava a guardare Taehyung. Voleva chiedergli di cosa avessero parlato, ma in quel momento sentire il nome del suo ragazzo lo aveva destabilizzato.

«Mi ha chiesto di uscire, ma ho rifiutato.» continuò, come se avesse letto la mente di Jungkook. Quest'ultimo appena sentì l'affermazione di Taehyung non fece altro che ingelosirsi, pensando che la richiesta non fosse solamente a scopo amichevole. Strinse leggermente i pugni e spinse la lingua contro la superficie interna della sua bocca, azione che faceva spesso quando era geloso.

«Perché lo ha fatto?» chiese poi, cercando di mascherare l'irritazione nella sua voce.

«Jungkook, ci conosciamo dai tempi del liceo insieme ad un altro ragazzo, Seokjin. È sempre stata una nostra abitudine passare le serate nello stesso bar, nulla di romantico.» spiegò il maggiore, notando la gelosia di Jungkook. Era piuttosto evidente, nonostante i tentativi del moro di nasconderla. Si calmò non appena sentì le parole di Taehyung, per poi accomodarsi accanto a lui, sul divano.

Per il resto della serata anche loro, come Jimin, avevano deciso di non pensare più a nulla di negativo. Guardarono un film, comico per la precisione, giusto per rallegrare i loro animi che in quel periodo erano tutt'altro che spensierati e felici. Mangiarono schifezze durante tutto il film, senza preoccuparsi per nulla della loro forma fisica.

Complessivamente, passarono quelle ore in modo tranquillo tra risate e snack tutt'altro che salutari, quando un suono attirò l'attenzione di entrambi.

Era il cellulare di Jungkook, che lo avvertiva di aver appena ricevuto un nuovo messaggio. Il ragazzo lo prese, e quando lesse chi era il mittente, il suo cuore perse un battito.

«Non dirmi che è Jimin.» scherzò Taehyung con una leggera risatina, mentre dava più attenzione al film che a Jungkook. Non avrebbe mai pensato di avere ragione però, dato che, quella, era solamente una frase per infastidire il minore.

«È Jimin.» mormorò con un pizzico di malinconia, per poi appoggiarsi con molta poca delicatezza allo schienale del divano, emettendo un sospiro piuttosto udibile. Taehyung diede - finalmente - attenzione al moro, girandosi verso di lui con un'espressione interrogativa stampata sul volto, senza smettere di mangiare i suoi snack. «Vuole incontrarmi domani, a casa sua.» sussurrò poi, cominciando a pensare a tutte le cose che sarebbero potute accadere il giorno dopo. Avrebbe dovuto dare spiegazioni a Jimin, e lui non aveva la più pallida idea di come fare.

homophobic ;; jjk × pjmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora