2.9 - is your father a thief?

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Namjoon e Yoongi erano andati via dopo aver subito un'altra sgridata da parte di Jungkook: gli argomenti di cui hanno parlato a cena con Jimin lo hanno infastidito parecchio. Jimin, dal canto suo, non si era sorpreso delle domande dei suoi hyung chieste durante quella serata insieme. A lui pareva assolutamente normale; è normale che due amici vogliano sapere chi sia la persona con cui si sente l'altro, no?
In realtà, Jimin non sapeva come definirsi agli occhi di Jungkook. Non stavano insieme, ma sembrava ovvio che non fossero anche semplici amici. Quel bacio che si erano scambiati al parco non è stato indifferente, anzi, è come se avesse modificato l'andazzo della loro storia e lo avesse completamente ribaltato da negativo a positivo.
A tutti e due sarebbe piaciuto chiarire la situazione e capire cosa davvero fossero, ma sembrava più semplice andare avanti come se fosse successo niente. Solo che, alla loro storia si era unito qualche bacio rubato in più.

«Finalmente se ne sono andati.» disse Jungkook entrando nella sua stanza pensando di essere solo, ma nella quale trovò Jimin curiosare tra le varie foto appese al muro. Il biondo si spaventò sentendo l'improvviso arrivo del più piccolo.

«Finalmente?» rise Jimin.

«Si beh, erano di troppo. Non credi?» mentì, ma non del tutto. Jungkook pensava davvero che fossero di troppo, ma non era quella la principale ragione per la quale era felice che Namjoon e Yoongi fossero andati via.

«Sono simpatici, anche se Yoongi è un po' strano.»

«Agli altri può sembrarlo, ma bisogna solo imparare a conoscere bene le persone.»

«Detto da te mi fa un po' ridere, ma d'altronde hai ragione.» ridacchiò Jimin alludendo all'inizio della loro storia.

«Ti ho già detto che mi dispiace!» a quel punto la risatina di prima scoppiò in una grossa risata, che contagiò anche Jungkook. Ormai scherzavano su quello che era accaduto perché non contava più, o perlomeno, non come prima. Jimin aveva capito che Jungkook, in qualche modo, non era più arrogante come prima.

Si erano accoccolati sul divano dopo essere rimasti da soli in casa. Jimin aveva la testa poggiata sul petto di Jungkook e ogni tanto quest'ultimo lasciava dei dolci baci sul capo del maggiore e gli accarezzava la schiena. Jimin sembrava un piccolo cucciolo dormiente sul grembo della madre, infatti il moro pensava a quanto carino fosse in quella posizione. Apparve un sorriso sul suo volto a quel pensiero.
Incredibile come una persona riesca a cambiare sé stessa per un'altra, non credete?

«So che è inusuale che io cominci questo tipo di discorsi, ma ho bisogno di mettere in chiaro le cose, hyung.» disse Jungkook ad un tratto e Jimin si preoccupò un po', che il minore non lo accettasse ancora?
Annuì e fece continuare il moro.

«Quello che è successo in questi giorni, sai cosa intendo, i baci. Soprattutto quel bacio.»

«Si, ho capito. Non mi vuoi più o?» decise di andare dritto al punto, probabilmente se glielo avesse detto Jungkook avrebbe fatto più male.

«Assolutamente no!» il biondo tirò un sospiro di sollievo «Volevo dirti che a me è piaciuto. Non mi dispiace affatto, Jiminie.» continuò.

«Anche a me.» sorrise il più grande, Jungkook prese le mani dell'altro e anche lui sorrise, tenendo lo sguardo fisso sulle loro mani intrecciate.

«Perché pensavi che ti rifiutassi? E perché ne avevi paura?» domandò il moro ad un certo punto, alzando lo sguardo verso quello di Jimin.

«È solo che è strano tutto questo, sei cambiato così velocemente in così poco tempo. Avevo paura perché so che se mai mi avessi rifiutato ci sarei rimasto davvero male, mi sono affezionato a te in relativamente poche settimane.» entrambi rimasero in silenzio, a loro piaceva ammirarsi senza alcun rumore e a nessuno dei due sembrava di essere in una situazione di disagio, a questo punto.

«Vuoi essere il mio ragazzo?» Jimin quasi si strozzò con la sua stessa saliva all'udire quella domanda. Non rispose subito, non sapeva cosa dire. Era estremamente contento che Jungkook glielo avesse chiesto, tanto che in quel momento il suo cervello era andato in tilt.

«Il tuo ragazzo?» chiese incredulo, magari aveva sentito male.

«Hai sentito bene Jiminie. Vuoi essere il mio ragazzo, piccolo?» il moro stava sorridendo a trentadue denti e mai gli era capitato, neanche quella volta, tanti anni fa.

«Si, voglio essere il tuo ragazzo Jungkookie.»

Inutile dire che dopo questa risposta i due si siano baciati e coccolati fino ad addormentarsi, dicendosi l'un l'altro frasi dolci e, purtroppo, Jimin ha dovuto subirsi quelle di Jungkook. Le sue, erano le solite frasi fatte come
"-Per caso tuo padre è un ladro?
-No, perché?
-Perché ha rubato due stelle e le ha messe nei tuoi occhi."
Infatti, Jimin a sentire ogni questo suo tipo di approccio scoppiava a ridere ogni volta per poi minacciare l'altro di lasciarlo. Jungkook diceva questo tipo di cose per vedere il biondo ridere, sapeva che lo rendevano felice, sapeva che le cose stupide lo divertivano e lui voleva renderlo felice e farlo divertire al massimo, non poteva permettersi di ferirlo un'altra volta.
Il suo cuore diceva questo, ma la sua mente diceva tutt'altra cosa.

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questo capitolo è un po' tipo:
so baby can i be your boyfriend can i

homophobic ;; jjk × pjmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora