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Felix era finalmente steso sul suo letto, era stato decisamente stressante ed impegnativo come primo giorno di scuola.

Quel pomeriggio avrebbe finito di ordinare le sue cose e la casa, così forse si sarebbe distratto dal pensare al motivo per cui Hyunjin fosse stato chiamato in presidenza.

Aveva bisogno di distrarsi anche da Changbin.

Continuava a non capire come fosse possibile non riuscire a togliersi una persona dalla testa senza nemmeno conoscerla. Senza sapere assolutamente nulla su di essa.

Quegli occhi così scuri, i suoi modi di fare. Era tutto attraente per Felix che non si era mai trovato in una situazione simile prima.

Dopo essere rimasto sul letto per un po', cercando inutilmente di addormentarsi, si alzò e prese uno scatolone situato nell'angolo di quella stanza spoglia.

La sua camera era abbastanza piccola: aveva un letto ad una piazza attaccato alla parete bianca affiancato da un piccolo comodino di legno, una finestra a forma di trapezio isoscele alla testa del letto, una scrivania ed una mensola (anch'esse in legno) attacate nella parete opposta ed un'armadio blu ai piedi del letto.

Doveva ancora aggiungere i suoi oggetti all'interno di quella stanza che lo avrebbe ospitato per il resto della sua permanenza in Corea.

Forse. Felix non sapeva ancora cosa sarebbe successo di lì a breve.

Dentro la scatola trovò le foto con i suoi amici d'infanzia... ripensandoci scese quasi una lacrima dai suoi bellissimi occhi color nocciola, la trattenne: non era il momento di piangere.

Prese le varie foto e le mise in diverse cornici sulla mensola.

Tirò fuori altri oggetti che ripose sulla scrivania o sul comodino a seconda dell'utilità che avevano; poi lo trovò.

Credeva di averlo dimenticato nella sua casa in Australia ma per fortuna lo aveva portato con sè.

Dal fondo della scatola tirò fuori un quadernetto bianco ed azzurro a cui teneva molto.
Su di esso era solito scrivere qualunque cosa gli passasse per la testa, senza avere paura di non essere preso sul serio, o anche peggio: di non essere capito.

Quel quaderno conteneva i suoi segreti, i suoi pensieri, i suoi sogni, le sue passioni...

Quell'oggetto conosceva meglio Felix di qualsiasi altro suo amico.

Così prese una penna ed iniziò a scrivere...

•°•×•°•

Changbin e Hyunjin erano ancora a scuola perchè il preside li aveva messi in punizione per ciò che avevano fatto.

Erano seduti in due banchi separati entrambi in silenzio.

Changbin era stravaccato sulla sedia mentre Hyunjin manteneva una posizione esemplare.

Ogni tanto Changbin buttava un'occhiata all'orologio attaccato alla parete bianca davanti a loro.
Si stava annoiando incredibilmente tanto.

Eppure era colpa sua se si trovava lì, era stato lui a fare quella cazzata.
Sapeva perfettamente di star sbagliando ma le parole di Hyunjin lo avevano provocato troppo.

Lo aveva baciato.

Si era fatto prendere dalle emozioni, aveva ceduto a quell'istinto primordiale cadendo nella trappola di Hyunjin che era riuscito a farlo ingelosire.

Gli aveva preso il viso fra le mani sbattendolo contro gli armadietti verdi della scuola e lo aveva baciato, un breve bacio salato.

È stato un attimo, un attimo che però è bastato per essere stati visti da un professore che li aveva immediatamente separati ed in seguito minacciati di portarli dal preside.

Cosa che a quanto pare aveva fatto perchè ora si trovavano in quell'aula vuota alle 16:00 di pomeriggio.

Mancava ancora un'ora e poi sarebbero stati finalmente liberi.

Il problema era che Changbin non ne poteva più di stare in quell'aula con Hyunjin, aveva un disperato bisogno di stare da solo. Di pensare a se stesso.

Odiava quando lo obbligavano a fare qualcosa che lui non voleva fare. Odiava quando qualcuno lo sfidava.
Odiava Hyunjin perchè se solo fosse stato meno egoista ora loro non sarebbero lì.

Pensava che lo avesse fatto ingelosire apposta perchè non si sentiva abbastanza considerato, come se la presenza di Felix lo avesse messo in secondo piano.

Dall'altra parte Hyunjin sperava che Felix venisse a sapere di quello che era successo per fargli capire che Changbin era gay.

Era vero: lo aveva fatto ingelosire apposta per scaturire in lui quella reazione, lo aveva provocato per far uscire la sua vera natura.

Forse Hyunjin fra tutti i ragazzi era quello che conosceva meglio Changbin, seppure non lo conoscesse fino in fondo.

Sapeva interpretare i suoi movimenti e le sue azioni, capiva quando qualcosa in lui non andava, capiva quando c'era qualcosa di strano a turbarlo e capiva quando qualcosa lo interessava.

Aveva capito che Felix lo interessava da come si comportava con lui.

E gli sembrava impossibile, non era quel tipo di persona che crede nei colpi di fulmine.
Non si è mai comportato in quel modo prima.

Persino con lui ci aveva messo mesi per rendersi conto del sentimento che provava. Con Felix era diverso e Hyunjin lo vedeva.

Voleva aiutarlo ad essere felice di nuovo senza di lui.

Voleva aiutarlo ad essere felice di nuovo come lo era lui.

•°•×•°•

Finalmente quell'interminabile ora passò.

Changbin era riuscito a sgattaiolare in bagno senza farsi vedere da nessuno.
Si era lavato la faccia e aveva fatto qualche respiro pronfondo per cercare di ritrovare la calma.

Una volta tornato si era seduto di nuovo nel suo banco e qualche minuto dopo la stessa bidella che era andata a chiamarlo la mattina li aveva liberati da quell'inferno.

Hyunjin e Changbin andarono ognuno nella rispettiva casa senza nemmeno guardarsi.

Il secondo era decisamente infastidito dal primo, aveva deciso che lo avrebbe ignorato fino a quando non gli avrebbe chiesto scusa.

Non sapeva il vero motivo per cui Hyunjin lo avesse fatto.
Ma proprio lui gli avrebbe dato un motivo per stare bene.

A light in the dark.  (Changlix)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora