Si aggiustò per l'ennesima volta il cappello e borbottò tra sé e sé, totalmente incredulo. Non riusciva a capacitarsene.
Aveva alzato lo sguardo e si era ritrovato davanti gli occhi verdissimi dell'altro - Dio, però, erano sul serio chiarissimi, così chiari da sembrare di ghiaccio. Einar aveva quasi avuto l'impressione che la sua anima fosse un libro aperto ed Irama stesse leggendo tutto, rigo per rigo.
Allora, il cervello era andato in corto circuito e il tredicenne che era in lui si era fatto strada, parlando a macchinetta e dicendo ogni cosa che gli passasse per la testa. Che cazzo di figura di merda.Guardò male Sergio, che aveva un sorrisetto divertito sul viso da quando, fermo accanto alla scaletta di entrata del palco, lo aveva visto parlare con Irama.
«Avresti potuto evitarmi la figura di merda te, nè.» gli disse, piccato. L'uomo rise e scosse il capo.
«Non ti avevo mai visto così.» si giustificò. «Quando hai incontrato Gianni Morandi hai sorriso, ti luccicavano gli occhi, sì, ma non eri sovraeccitato.» cominciò ad elencare. «Con Ermal Meta sei stato educato e cortese, come sempre. Gli hai detto quanto amassi i suoi testi senza, però, fare un monologo infinito.» strinse un occhio e guardò in su, come se stesse ricordando. «Ecco, giusto con Fiorella Mannoia eri più emozionato. Hai tremato tutto il tempo, come una foglia.» annuì. «Ma quello che ho visto oggi non credevo fosse possibile.»
«È che lo stimo molto, cioè lui è tanta roba, no?» affermò, giocherellando con i braccialetti che aveva al polso - ricordi di amici di infanzia. «Artisticamente parlando.» tese a sottolineare di fronte al silenzio che era calato - gli occhi marroni dell'uomo accanto a lui luccicarono con malizia.
«Certo.» fece quello. «Artisticamente parlando.» ripeté, alzando un sopracciglio e tenendo gli occhi fissi sulla strada. «Anche mia nipote quindicenne pensa che Irama sia tanta roba in senso artistico, proprio come te.»
Einar sbuffò, imbarazzato. «Sei molto simpatico, sai?» disse con tono imbronciato. Cavoli, a volte Sergio sapeva essere insopportabile come nessuno, ma non poteva non volergli bene.
Lo aveva conosciuto una settimana dopo aver firmato il contratto con la Sony.
«Sono Sergio, sarò il tuo manager da oggi in poi.» si era presentato. «Anche se preferirei pensassi a me più come un fratello maggiore che una figura professionale forse un po' troppo autorevole.» aveva continuato. «Ho solo dieci anni più di te, in fondo.» ed era stato così, il loro rapporto era molto più amichevole che professionale - sempre che le circostanze non lo richiedessero.
Era stato una presenza fissa sin dal primo giorno, cosa che non lo aveva mai fatto sentire solo mentre si spostava da un capo all'altro del Paese.
«Irama a parte, oggi non sembravi così teso.» riflettè l'uomo. «Dobbiamo prendere in seria considerazione l'idea di sfogare l'ansia ballando o facendoti divertire.»
Einar guardò fuori dal finestrino dove la gente camminava per strada - chi sorridente, chi col morale a terra e chi, come lui, probabilmente non sapeva come sentirsi. Era ancora un po' imbarazzato, ma a sentire quelle parole stava cominciando a sentirsi rassegnato, decisamente insicuro - sapeva dove l'altro voleva arrivare.
«Non fare quella faccia.» lo riprese Sergio, quasi fosse un bambino. «Non sto dicendo che devi metterti a ballare in pubblico - anche se, ripeto, dobbiamo lavorarci. Soprattutto perché dobbiamo cominciare a promuovere Notte d'agosto e c'è bisogno di...»
«Lo so. Non è che se me lo ripeti ogni giorno, d'improvviso mi trovi a ballare la salsa su un palco davanti a diecimila persone, eh.» si lamentò e scosse il capo. «È qualcosa con cui ho avuto sempre problemi. Sono sei mesi ormai, no?» sospirò irritato. «Quante cose abbiamo provato in sei mesi? Oltre a fare una caspita di camminatina sul palco non riesco, porca miseria.» affondò il corpo nel sedile e incrociò le braccia. «E magari non ci riuscirò mai. Cioè...» prese un respiro profondo e poi lo ricacciò con uno sbuffo. «Hai visto lui come si muoveva? Hai visto le cose che faceva? Se le facessi io sembrerei ridicolo, no?»
«Non saresti ridicolo. È tutto nella tua mente, Einar. Ti ho visto ballare in questo periodo e non sei - »
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Semplice || #eiram
Fanfiction(AU) Filippo Maria Fanti, in arte Irama, ha vinto la diciassettesima edizione di Amici di Maria De Filippi. Einar Ortiz è arrivato terzo all'undicesima edizione di X Factor. Il 24 giugno si incontrano a Piazza del Popolo, a Roma. Il resto è storia...