Einar starnutì per la centesima volta.
Il raffreddore con cui si era svegliato il giorno prima non accennava a sparire e l'essere appena uscito dall'acqua non aiutava. L'unica cosa che lo consolava era sapere che non era il solo sfigato ad avere l'influenza con quasi 30 gradi all'ombra, ma Filippo condivideva la sua sofferenza.
Magari gliel'aveva anche mischiato lui.
«Asciugati, asciugati. Ci manca soltanto che ti venga la febbre.» disse Sergio, mettendogli un asciugamano intorno alle spalle e strofinando per asciugarlo e, al tempo stesso, riscaldarlo.
Lo ringraziò con un sorriso e poi lanciò uno sguardo verso il regista che stava rivedendo le scene. «Come sta andando secondo te?» domandò all'uomo e lui gli sorrise.
«Stai andando benissimo, te l'avevo detto che ti stavi preoccupando inutilmente.»
Avevano iniziato a girare presto, iniziando dalla scena in spiaggia in cui guardava il sole sorgere. Per quanto incredibilmente romantico fosse stato, la sua mente era tornata all'alba del giorno prima, vista attraverso la porta finestra della camera d'albergo - a letto, quei dannati jeans scomodi, il profumo dell'altro che gli entrava nelle narici.
Starnutì di nuovo.
Era stato strano girare quella scena prima di conoscere un po' gli altri ragazzi: si erano scambiati giusto il nome. Era stato imbarazzante fingere di stare con qualcuno di cui sapeva appena il nome, fortunatamente, però, dopo avevano chiacchierato e l'aveva trovata anche simpatica.
Sentì un cellulare squillare e tornò a guardare verso il regista, che ne aveva in mano uno. «Ci prendiamo quindici minuti di pausa. Riprendiamo dalla doccia.» annunciò prima di allontanarsi.
Einar accettò l'accappatoio che Sergio gli aveva porto e lo indossò in fretta.
«Hai tu il mio...?» domandò, bloccato quasi subito dall'agente che gli diede il cellulare.
«... Telefono? Sì. Ha vibrato per un bel po'.» lo informò con un sorrisetto. «Chissà chi è, uh?»
Il cubano lo guardò divertito, poi si dedicò a scorrere le notifiche. «Sergio, mi pare avessi detto che dovevo considerarti il mio fratello maggiore, non il mio Alfonso Signorini portatile.» scherzò.
Aveva un messaggio da Joele (^Fra, quando vuoi chiamami.) e ben sei messaggi da Filippo.^Carina la foto con Michele. L'amatriciana era buona?
^No, non stavo stalkerando di nuovo il tuo profilo
^Lo stava facendo Lori
^L'account di Lori
Rise tra sé e sé. In che senso l'account di Lorenzo? Scosse il capo divertito.
Il giorno prima, a pranzo, si era davvero divertito con Michele, persino nei momenti in cui lo prendeva in giro per il tempo in cui stava con gli occhi fissi sullo schermo.
Einar non aveva mai capito perché se gli altri ti vedono a telefono più del dovuto, la prima cosa a cui pensano è un eventuale persona speciale nella tua vita. Anche lui ci aveva scherzato su questo con i suoi amici, certo, ma al momento gli dava un po' di fastidio e di ansia. Forse un po' troppa per uno che si era definito monogamo a causa di quella che era una cotta superficiale - che ora era...
Si leccò le labbra.
...una conoscenza.
Lesse i messaggi successivi.^Come va il videoclip?
L'ultimo era allegato ad un selfie: Filippo con addosso una felpa rosa e un sorriso tirato. Il messaggio citava: ^Ho ancora il raffreddore, comunque.
Tirò su col naso, poi rispose a Joele (^Domani torno a casa) e, cercando di non essere notato da nessuno, si scattò una foto e la mandò al cantautore.^Raffreddore anche io.
^Essere bagnato per la maggior parte del tempo non aiuta.
^L'amatriciana di ieri era buonissima.
Lo inviò e si morse un labbro, stringendosi di più nell'accappatoio. Bloccò lo schermo quando si accorse che l'altro non era online e lo mise nella tasca.
«Einar.» lo chiamò uno degli attori. «Andiamo a mangiare qualcosa al chiosco qui, vieni con noi?»
Lui sorrise ed annuì. «Eccomi, eccomi.»
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Semplice || #eiram
Fanfiction(AU) Filippo Maria Fanti, in arte Irama, ha vinto la diciassettesima edizione di Amici di Maria De Filippi. Einar Ortiz è arrivato terzo all'undicesima edizione di X Factor. Il 24 giugno si incontrano a Piazza del Popolo, a Roma. Il resto è storia...