Einar osservò il fumo allontanarsi lentamente da loro, disperdersi nell'aria verso il cielo scuro.
Filippo gli allungò la sigaretta e si appoggiò contro il muro, perso a guardare il suo profilo - la mascella contratta ora che inspirava il fumo, le labbra leggermente proteste mentre lo cacciava.
Aveva un debole per quel profilo: non sapeva perché, ma immaginava ci avrebbe davvero scritto su qualcosa - era passato quasi un mese e questa idea non gliela toglieva nessuno.
«Quindi... anche tu a Bari settimana prossima?» domandò il cubano e lui annuì.
Il venticinquenne si avvicinò a lui, standogli il più vicino possibile - il suo braccio sinistro contro il destro dell'altro. Il cantautore sorrise flebilmente, puntando lo sguardo sulla strada ed osservando un gruppo di ragazzi far casino sul marciapiede di fronte.
«Devo farti conoscere Biondino, sono sicuro andrete d'accordo.» scherzò, perso ad immaginare il momento della presentazione.
«Dai, sì. Mi sta simpatico, poi mi piacciono anche le sue canzoni.» rispose quello, dandogli di nuovo la sigaretta con la mano destra, mentre con la sinistra gli accarezzava il palmo. «Dovrai tradurre molte delle cose che dice però, eh.»
Il biondo sorrise un po' di più (nel modo che il più grande adorava - il naso arricciato, gli occhi completamente spariti e il viso che sembrava luminoso), la mano destra che si chiudeva intorno a due dita di quella di Einar. «Proverò.» promise, prima di prendere l'ultima boccata e gettare la cicca a terra per spegnerla. «Sai davvero fumare allora, non ti sei piegato in due come l'altra volta.»
Quello gli lanciò un'occhiata, mordendosi un labbro per nascondere un sorriso. Poi, lasciò andare la mano, si abbassò e raccolse il mozzicone da terra. «Te l'avevo detto.» disse con un sospiro, rialzandosi. «Era... Eri tu.» confessò, prima di incamminarsi verso un cestino un po' più avanti.
Filippo sbuffò divertito e lo seguì. «Ti ho fatto andare il fumo storto?»
«È che...» cominciò, ma poi si zittì quando una coppia passò accanto a loro. Il più piccolo infilò le mani in tasca e si leccò le labbra, in attesa. Einar sospirò. «Avevo così tanta voglia di baciarti, Fil. Così tanta che solo a pensarci ho respirato male, cioè - » dichiarò a bassa voce, poi gettò il mozzicone nel cestino ed imitò la posa dell'altro, stupidamente in imbarazzo.
«Buffo. Ho cominciato a fumare per lo stesso motivo.» rispose, osservando i suoi movimenti e perdendosi nei suoi occhi.
Poi, lo sguardo di entrambi cadde sulle labbra dell'altro e Filippo sentì la necessità di fumare, o di trascinarlo nel vicoletto lì di fianco al ristorante e baciarlo fino a togliergli il respiro, fino a che non si fosse fatto giorno.
Einar deglutì, poi si morse l'interno della guancia. «Torniamo dentro?»Prima di poter rientrare, però, erano stati fermati da un gruppo di ragazzini per delle foto ed un paio di autografi. Il cubano aveva ancora sulle labbra la voglia incredibile di baciare l'altro, qualcosa che non accennava a scomparire dall'ultima volta che lo aveva fatto.
Aveva passato praticamente tutta la mattinata chiuso in camera con Filippo, poi era andato alle prove, era andato ad alcune interviste che Sergio aveva pianificato ed il pomeriggio era volato così, parlando con i giornalisti e poi con l'agente, che, da buon sostituto del suo migliore amico, aveva voluto sentire tutta la storia.
«È importante che tu non mi nasconda più cose del genere, anche dal punto di vista lavorativo.» gli aveva detto con voce chiara e tranquilla. «Soprattutto se per te diventa così importante. Solo perché tocca a me, poi, gestire la situazione in caso di scandali o cose del genere.»
Einar aveva storto la bocca, osservandolo. «Morivi dalla voglia di ascoltare tutto, dillo.» aveva detto, facendo crollare l'espressione seria dell'altro.
Erano scoppiati a ridere poco dopo.«È durata tanto questa sigaretta.» scherzò Lorenzo, vedendoli tornare al tavolo.
Filippo gli lanciò un'occhiata. «È che siamo delle star, ormai.» si leccò le labbra e guardò il venticinquenne. «Fosse stata solo la sigaretta - »
Quello gli sorrise, scuotendo la testa divertito.--
Si erano baciati in ascensore - ancora -, mentre con le valigie in mano scendevano nella Hall per fare il checkout e abbandonare Melfi.
«È solo una settimana.» aveva provato a dire Filippo, pressato contro la parete. Einar gli aveva posato un bacio sull'angolo della bocca, sospirando. «La stiamo prendendo così bene, no?» aveva scherzato il cantautore, stringendo le braccia intorno alla vita dell'altro.
«Benissimo. Posso mettermi in valigia, no?» aveva appoggiato la guancia contro la spalla dell'altro, respirando a fondo il suo odore. Il cantautore, allora, gli aveva posato un bacio tra i capelli ed aveva riso un po'.
Erano rimasti così, finché non erano arrivati al piano terra ed avevano dovuto allontanarsi. Il ventiduenne aveva passato il tempo che aveva seguito il check out ad osservare la schiena dell'altro che si allontanava, lasciandosi scappare un sospiro rassegnato una volta che Einar era sparito via.
«Dai, Romeo.» Lori gli aveva detto, dandogli una pacca sulla spalla. «Dobbiamo andare via anche noi.»
Il ventiduenne aveva alzato gli occhi al cielo da dietro gli occhiali da sole ed aveva portato un braccio intorno alle spalle dell'amico, costringendolo ad abbassarsi un po'.
«Tu chi saresti? Iago?» aveva scherzato ed il fotografo aveva scosso il capo.
«Hai sbagliato tragedia.» aveva provato a dire, per poi scuotere il capo. «Almeno non mi hai dato della Giulietta.»
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Semplice || #eiram
Fanfiction(AU) Filippo Maria Fanti, in arte Irama, ha vinto la diciassettesima edizione di Amici di Maria De Filippi. Einar Ortiz è arrivato terzo all'undicesima edizione di X Factor. Il 24 giugno si incontrano a Piazza del Popolo, a Roma. Il resto è storia...