1- Fall in line

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I got a mind to show my strength
And I got a right to speak my mind
And I'm gonna pay for this
They're gonna burn me at the stake
But I got a fire in my veins
I wasn't made to fall in line

- "Fall in line" , Christina Aguilera feat Demi Lovato


Londra, 16 settembre 2018

Le giornate di pioggia non erano mai state le sue preferite, non le piaceva bagnarsi e non le piaceva vedere il cielo grigio sopra la testa. E quel giorno di settembre era davvero piovoso.
Le mancava poco per finire il suo turno di lavoro, poi sarebbe andata a pranzo e finalmente avrebbe messo qualcosa sotto i denti. Quella giornata era stata davvero stancante; amava il suo lavoro, eccome se lo amava, ma certi giorni aveva bisogno di staccare la spina e di prendersi una pausa.

Ecco, quel 16 settembre era proprio uno di quelli.

I suoi occhi andarono al piccolo orologio appeso alla parete rosso sangue dello studio e con sua immensa felicità poté alzarsi dalla sedia ed iniziare a riordinare. Tutto doveva essere al proprio posto quando sarebbe iniziato il turno pomeridiano. Odiava vedere il casino tra i suoi strumenti, ogni cosa doveva essere ordinata, in modo che lei non dovesse impazzire per trovarla al momento giusto.

Mentre sistemava gli aghi, una testa castana fece capolino nella stanza. Si girò verso la figura, in attesa che aprisse bocca.

"Sia ringraziato il Signore! Anche per questa mattinata è finita! Accidenti, Lenny! Dovresti seriamente diminuire la disponibilità di appuntamenti. Il fatto che tu debba fare piccoli tatuaggi, non ti consente di sovraccaricarti, anzi, di sovraccaricarci. Hai capito?"

La donna annuì scuotendo la testa, nonostante Max, il suo apprendista, glielo dicesse ogni giorno, lei continuava a fare il contrario. Perché posticipare appuntamenti quando sarebbero stati in grado di accontentare un altro cliente?

Ormai aveva appreso questa etica lavorativa e le andava bene così, non dava neanche più peso al mal di schiena e il mal di testa alla fine di ogni santissimo turno lavorativo.

Ma in fondo lo avrebbe rifatto cento volte, senza preoccuparsi della sua salute.

Si era sudata quel negozio, lo aveva ottenuto tenendo i denti stretti e continuando a sgobbare per il precedente capo, che alla fine della sua vita da lavoratore, aveva deciso di cedere a lei la custodia di 'Inkheart'.

Quando aveva letto la prima volta il nome del negozio, ne era rimasta entusiasta. Amava il libro da cui lo studio prendeva il nome e di certo era stato soprattutto quello a spingerla ad entrare lì dentro per accaparrarsi un posto di lavoro, e per farsi un tatuaggio.

Sistemò gli ultimi colori, usati per il precedente tatuaggio e uscì dalla sua stanzetta, chiudendosi la porta alle spalle ed entrando nell'atrio del negozio. Le pareti erano adornate dai suoi disegni, in modo che i clienti potessero rendersi conto dello stile delle sue linee e del suo grado di bravura e magari decidere sul da farsi. Ovviamente aveva scelto le opere migliori, come quella del cervo intento ad abbeverarsi oppure la rosa dei venti fusa ad un'ancora.

In fin dei conti era accogliente come posto, aveva fatto le giuste modifiche per renderlo definitivamente suo e adesso lo sentiva come una seconda casa, anzi, lo era. 'Inkheart' era la cosa più importante.

Sorrise al ragazzo che l'aspettava già sull'uscio, in trepidante attesa. La curva delle labbra presto si trasformò in una lieve risata quando sentì la pancia di Max brontolare per la fame.
Nonostante fosse esile come ragazzo, Len era sicura che sarebbe riuscito a ripulire anche un tavolo da ristorante, colmo di pietanze. Da solo.

War of fire #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora