19 - Monster in me

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Beautiful creatures, you and me
Every time that we touch, it's dangerous
This spark is more than chemistry
Beautiful liars, drowning deep
Every night we fight and it's hot like hell
But it feels like Heaven between the sheets

- "Monster in me" , Little mix

Le loro mani si stringevano, si davano forza l'un l'altro e Leonor si sentiva tranquilla, nonostante avesse il cuore a pezzi. Una parte della sua felicità le era stata strappata via e si sentiva così vuota da non riuscire neanche ad avere i pensieri in ordine, le sembrava di essere una tartaruga caduta di schiena e impossibilitata dal poter tornare dritta per continuare la sua giornata.

Era svuotata di ogni voglia, desiderio e persino dell'allegria. L'unica cosa o meglio persona che più o meno riuscisse nell'intento di farla sorridere era Jeremy, sebbene fosse anche più distrutto di lei.

Il giorno dopo si sarebbe sottoposto al fatidico intervento ed entrambi speravano che quello sarebbe stato l'ultimo della sua vita. L'uomo non ne poteva più di essere rinchiuso in un ospedale senza poter vivere davvero.

Leonor dal canto suo invece sarebbe rimasta lì per giorni se questo fosse servito a farle dimenticare tutto e a dare sollievo al suo migliore amico, bisognoso che qualcuno gli stesse vicino oltre alla sua famiglia.

Sentì il telefono vibrare e con estrema lentezza lo prese tra le mani, notando che i messaggi rimasti chiusi fossero una quindicina che si dividevano tra Max, Matias e i suoi genitori.

"Len amore di mamma, dove sei? Cosa è successo?".

"Leonor cazzo, rispondi! Non ti sei fatta più sentire da quel giorno, ho ancora bisogno di parlarti e penso ne abbia bisogno anche tu".
"Ehi Len, sono Max, anche oggi. Fammi sapere come stai, sono preoccupato. Ti voglio bene".

"Ehi pulce, vieni a mangiare da noi oggi! Ti aspettiamo? Baci, Papà".

"Tesoro di mamma sei in ospedale da Jeremy? In casa tua non c'è nessuno e ho pensato potessi essere lì".

"Troverò il modo di farti riavere il tuo negozio, piccola mia, stavolta non accetterò un no come risposta".

"Merda Leonor! Caccia le palle, accidenti! Possibile che tu ti sia fatta abbattere così?!".

E tanti altri messaggi che non si prese neanche la briga di leggere. Rispose solo ai suoi genitori, rifiutando categoricamente l'aiuto di suo padre, nonostante le avesse detto che non avrebbe accettato un no. Non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno, ormai era indipendente e neanche nelle situazioni più critiche sarebbe corsa dai suoi genitori.

Non si sarebbe piegata neanche stavolta, sentiva solo la necessità di prendersi del tempo per risollevarsi e trovare il suo equilibrio.

"Lenny... Ehi" il biondo le sollevò il viso e le diede un bacio sulla fronte rimanendo fermo per qualche secondo.

Gli piaceva l'odore di menta che caratterizzava la donna, era sempre stato un amante dei profumi così decisi e la sua pelle sicuramente era impregnata della fragranza che lui aveva imparato ad amare come nient'altro al mondo.

"Smettila di avere quel muso così triste. Tu sei Leonor Carter, e non ho mai visto Leonor Carter strisciare con la coda in mezzo alle gambe e il capo chino. Davvero mi vuoi far credere che ti sei abbassata alle ingiustizie del sistema? Che le hai accettate senza se e senza ma? Non ci posso credere, davvero".

Una mano passò attorno al suo collo e la donna lo guardò ancora con gli occhi privi di quella luminosità che li aveva sempre abbelliti.

"Non sei la donna che ho conosciuto, quella che un giorno ha addirittura insultato un poliziotto beccandosi una denuncia, o quella stessa donna che ha preso una multa sull'autobus ed è andata a pagarla con tutte monete da 1 penny! Leonor, sei davvero tu?" rise Jeremy accarezzandole le guance.

War of fire #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora