7 - Whatever it takes

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Falling too fast to prepare for this
Tripping in the world could be dangerous
Everybody circling, it's vulturous
Negative, nepotist 

- "Whatever it takes" , Imagine Dragons 

Tutti i cittadini di London City si erano immobilizzati. Le loro teste si era voltate tutte verso lo stesso punto, come falene con la luce. Davanti a quel negozio stava per scoppiare una guerra e ognuno poteva percepirlo.

Lo sguardo di Damian era ancora posato sulla donna, la quale si stava torturando le mani infilate nelle tasche.

"Posso riavere le mie chiavi?".

Gli occhi azzurri cercarono di affrontare quella tempesta di ghiaccio, ma si videro accerchiati da imponenti iceberg, pronti ad affondarli senza preoccuparsene più di tanto.

"Intende queste?" dalla tasca tirò fuori il mazzo di chiavi, iniziando a farlo volteggiare sull'indice.

La donna annuì pur sapendo che non le avrebbe ottenute, ma avrebbe continuato a provarci, tutte le volte che si sarebbero incrociati. La perseveranza l'avrebbe ripagata.

"Beh, miss Carter, un uomo ricco e annoiato come me ha deciso che le potrà riavere solo in caso accetterà la proposta di lavoro in casa mia" alzò un sopracciglio leccandosi leggermente le labbra.

Nonostante si fosse ripromessa di non osservarlo più con occhi da donna, ma con quelli di un mostro affamato, non riuscì a distogliere lo sguardo da quella lingua, che sensualmente bagnava le labbra dell'uomo.

La mora si ritrovò a stringere la mascella, mentre serrava le mani in due pugni di ferro, e quello che uscì dalla sua bocca, non riuscì a trattenerlo: "Le serve una cameriera, una serva o una puttana?".

Il tono di disprezzo continuò ad investire l'uomo che non si smosse neanche di un centimetro.

"Ce ne sono di migliori sul mercato. Non voglio lavorare per lei. Per la mia salute mentale è già abbastanza avere questo negozio in suo possesso".

Sin da piccola era stata guardata con odio e denigrata, sebbene i suoi genitori l'avessero sempre protetta dalle malelingue. Era sempre stata additata come la cicciona di turno, la scrofa a servizio di tutti, definita la bimba uscita male dalla bellissima donna, quale era sua madre e ci aveva messo anni per dimenticare quelle torture psicologiche.

Aveva lottato contro i suoi incubi e adesso un uomo viziato era arrivato a minare quella sicurezza acquisita con fatica. Qualcuno le stava chiedendo di nuovo di piegarsi ai propri voleri.

"Non mi serve nessuna delle tre. Non so per chi mi abbia preso, Miss Carter ma lei è fin troppo convinta di essere il mio tipo di donna, quando non vi è neanche lontanamente vicina. Deve fare la semplice cameriera. Niente di più, niente di meno. Non sono talmente stolto da chiederle di mettere mano sui miei documenti o nel mio studio, deve solo occuparsi delle altre camere".

"Quando sono venuta a casa sua c'era una donna. Mi è sembrata la cameriera, non è così?".

Non si sarebbe di sicuro fatta convincere da quattro frottole messe in fila. Che non fosse il suo tipo di donna le faceva piacere, ma lui restava un uomo, e alla prima avanche che lei avrebbe fatto quella merda sarebbe crollata ai suoi piedi.

"Oh si fidi, lei non riuscirebbe neanche a fare un centesimo delle cose che fa quella donna in casa mia. Non la definirei proprio una cameriera, sarebbe un insulto".

Len alzò un sopracciglio scettica.

"Dov'è il tranello, Mr Price? Mi detesta eppure mi vuole in casa sua. Non sono così stupida".

War of fire #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora