I'll stand my ground and never back down
I know what I believe inside
I'm awake and I'm alive- "Awake and alive" , Skillet
Damian si era gettato a capofitto nel lavoro, ignorando il continuo replay della voce della donna urlare il suo nome, sebbene lo avesse fatto con rabbia.
Urlava così anche a letto? Oh, con lui avrebbe gridato molto di più. Il suo nome sarebbe stato solo un'invocazione, una preghiera.
Chiuse gli occhi e nella sua testa si concentrò sul solco tra i seni che quella mattina era riuscito a intravedere attraverso il corpetto di pizzo nero indossato dalla donna.
Si mise una mano sul cavallo dei pantaloni e trovò il membro eretto. Non se ne stupì, infondo quella donna era una visione immorale, fonte di fantasie sessuali implacabili.
La desiderava e si rese conto che l'unico motivo della voglia che lo attanagliava, fosse il fatto che mai come quella volta, una donna stuzzicava il suo interesse. Una dalla lingua biforcuta e il corpo da urlo.
Si maledisse per quei pensieri sempre incentrati su di lei ma allo stesso tempo non riusciva a non pensare a come sarebbe stata nuda, nel suo letto.
Sicuramente uno spettacolo.
Se si fermava un solo istante a pensare a quelle labbra indisponenti, desideri a luci rosse invadevano la sua mente.
La mano sciolse la cintura e con gesti veloci liberò l'erezione iniziando a darsi piacere.
Buttò la testa all'indietro e chiuse gli occhi immaginando lei su di lui.
Si ritrovò a venire prima del previsto e con un sospiro si alzò dalla poltrona, dirigendosi verso il bagno.
Mentre lui entrava, Leonor usciva da quello di Matias, dopo essersi lavata.
Si buttò sul letto infastidita da tutto, mentre il castano era tornato a riempirle il corpo di baci, ma neanche quello riuscì a distrarla.
Era ormai pomeriggio inoltrato e si erano divertiti tutta la giornata, tra sesso, fumo e cocaina.
Nonostante avesse sfogato la sua frustrazione facendo sesso con l'uomo, sapere di aver immaginato anche solo per qualche millisecondo quel diavolo sotto di lei, l'aveva fatta imbestialire come non mai.
Lui si era preso bellamente gioco di lei e Leonor non riusciva a mandarlo giù. Lei voleva che quel negozio fosse suo. Punto e basta.
Si rivestì alla velocità della luce lasciando Matias con l'amaro in bocca per quel desiderio tornato a rinascere in lui e spento in un nano secondo.
"Mettimi la cocaina sul conto. Te la pago appena posso, anche se un piccolo sconto potresti farmelo per la performance di oggi" e ammiccò all'uomo che sorrise e annuì per farle capire che sarebbe sceso con il prezzo.
La donna prese al volo il casco che le lanciò Matias e si dileguò da quell'appartamento, comparendo pochi secondi dopo sulla sua moto in giro per le strade di Londra.
Si stava dando della stupida per quello che stava per fare, ma combattere era quello che le veniva meglio.
Quando arrivò alla tenuta lasciata quella mattina scosse la testa e allungò il dito sul campanello, attendendo che qualcuno le venisse ad aprire. Come si stava riducendo.
La domestica le aprì la porta guardandola confusa, ma non la biasimò, anche lei era confusa sulle sue azioni contraddittorie. Si stava arrampicando sopra ogni tipo di specchio per riuscire a ricavarci qualcosa.
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War of fire #WATTYS2019
عاطفيةLeonor Carter, proprietaria di uno studio di tatuaggi. Damian Price, il Diavolo di Londra. La città è sua, nelle sue mani e nessuno potrà mai spodestarlo. Un giorno però si ritrova ad avere tra le mani le chiavi del negozio di una tatuatrice, fo...