Capitolo 2

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"...È mia sorella..." Sussurrai.

Il moro mi scrutò esterrefatto, quasi come se avesse visto un fantasma.

I suoi nervi si tesero ancora di più di quanto già non fossero e aprì la bocca quasi per dire qualcosa.

Le parole però gli morirono in bocca.

Senza rendersene conto (probabilmente) iniziò a sussurrare ripetutamente simile a un disco rotto: "Gli hyung mi uccideranno... Gli hyung mi uccideranno..."

Io lo guardai infuriata: non solo mi aveva portata in casa sua senza il mio volere.

Aveva anche sbagliato persona.

In quel momento una lampadina mi si accese in testa e fu allora che collegai tutti quegli eventi successi tutti troppo velocemente.

Con ogni possibilità, anzi ne ero sicura al 100%, in quel momento, su quel divano, con i capelli e i vestiti bagnati, con le gambe indolenzite, in casa di sconosciuti, accanto ad un Jungkook spaventato...

Non sarei dovuta esserci io.

Ma mia sorella.

Per questo mi aveva tramortita e poco prima aveva chiesto la fatidica domanda.

Un altro punto per la mia stupidità.

Evviva.

"Sì, sorellona...!".

Le mie stesse parole mi risuonarono nella testa più e più volte.

Non ne faccio una giusta...

Se avessi detto di no me ne sarei stata a casa a guardare un film o cose del genere.

No, sicuramente lo avrebbe fatto ugualmente.

Era evidentemente preoccupata, non voleva finire in questa strana situazione.

E così ha mandato me.

Ma la vera domanda è: perché?

Perché non avrebbe voluto essere ospitata in casa dei suoi idoli?

Perchè volevano proprio lei?

Perché Jungkook era visibilmente preoccupato?

Ma soprattutto: perché sarebbe dovuta essere lì?

Ad interrompere questo treno di pensieri fu proprio il moro accanto a me che, con un'espressione che non prometteva nulla di buono, si girò nella mia direzione.

"Ora che ci faccio con te...?" Sussurrò "Devo ucciderti...!"

Non sembrava molto sicuro di quell'affermazione e, senza alcun dubbio, neanche io.

Era un Idol, come poteva uccidere qualcuno.

Lo avrebbero sbattuto dritto in prigione.

Non avrebbe lavorato mai più.

Era da pazzi pensare una cosa del genere.

Non lo farà!

Spero...

"Ascolta" Lo implorai mentre lui si alzò e iniziò a passeggiare avanti e indietro per la sala con le mani sulla testa "Non puoi uccidermi... perché vedi...".

Quella situazione era surreale, come poteva aver detto una cosa del genere, okay le minacce, ma così mi sembrava un po' troppo.

Se fossi stata un po' più sensibile mi sarei messa a piangere, come facevano sempre le mie compagne di scuola quando dicevo loro un semplice "Ti spezzo!" Ovviamente scherzoso.

Ma di certo non lo avrei fatto, avevo già pianto per tutta quella situazione in generale; le parole di Jungkook, anche se pronunciate in modo minaccioso, erano suonate ridicole alle mie orecchie.

Era più grande di me, ma aveva ancora la voce di un bambino.

Anche la faccia non era da meno.

Sì, sembrava proprio un piccolo bambino.

Viziato, arrogante, prepotente e con qualche sbalzo d' umore di troppo, ma pur sempre un bambino.

Le sue minacce non facevano paura a nessuno, più che altro infastidivano.

"Aw!" Esclamai senza neanche rendermene conto.

Mi accorsi di ciò che avevo appena fatto solo quando quel ragazzo alto e moro che fino a quel momento aveva continuato a camminare nervoso per tutta la stanza si fermò.

Mi portai entrambe le mani alla bocca, come per rimangiarmi le parole... Ma ormai il danno c'era.

Fantastico.

Ormai neanche i miei pensieri riuscivano a sdrammatizzare.

Vabbè, tanto non poteva andare peggio.

Jungkook si voltò lentamente e poi mi guardò con un ghigno sussurrando "Non. Sono. Carino. Piantatela.".

"Devo ucciderti! Non mi farai cambiare idea! La La La stupida voce della mia coscienza che mi ricorda che sarebbe una cosa orribile uccidere qualcuno di più piccolo di me La La La! Non ti sento! Non mi importa! Ormai ho deciso!!!"

È proprio un bambino...

Anche se dovevo ammettere che l'affermazione di prima mi aveva un po' spaventata.

La mia testa stava per esplodere, troppe domande e troppe supposizioni vagavano per la mia mente, a volte un po' troppo ottusa per comprendere le cose.

Fermai il mio treno di pensieri e, in preda a ad una crisi di nervi esclamai: "Stop! Frena! Fermati!"

Con aria abbastanza scocciata mi disse:" Che vuoi? Non vedi che sto cercando di autoconvincermi che ucciderti sia la cosa giusta da fare?!"

"Sì... Ecco... Però prima che tu mi uccida- anche se sono abbastanza sicura che tu non ne abbia il coraggio -volevo farti alcune domande..."

"Spara," Rispose Jungkook alla mia richiesta "ma non ho tutto il giorno! Ti concedo 4 domande... Poi di' addio a questo mondo!" Aggiunse con una smorfia furba in volto.

"Prometti che risponderai a tutte...?" Chiesi io con un po' di esitazione.

"Prometto."

sᴘᴀᴢɪᴏ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ (ᴇ ɴᴏɴ)

Ciao a tutti!!! :3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, nel prossimo capirete alcune cose riguardo tutta la "storia" che c'è dietro (perché ovviamente Danbi non è lì solo perché faceva pena al piccolo Jungkook ;3.

Non sono troppo convinta di questo capitolo, è solo di passaggio, ma avrei potuto fare di meglio.

Vabbè.

Come sempre vi ricordo che in caso ci sia qualche errore vi prego di farmelo notare.

E niente, non so più che dire!

Lascio la parola alla nostra esperta Oroka :3.

Ciuh~

~Shabi

Era bellissimo anche questo (ovviamente) on vedo l'ora di scoprire le domande!
Avvolte leggo il racconto, penso alla Shabi che conosco e boh muoio, mi fa strano, poi ripenso alla storia del mammut che girovagava e capisco.

(lunga storia che prima o poi vi racconteremo :3).

Ciaoh!

E MANGIATE LE CAROTEH!!!!

~Oroka

↡↡ sᴡᴇᴇᴛ ʀᴀɪɴ ↡↡ || jєση jυηgkσσk Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora