Capitolo 3

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Prometto.

"Ok! Prima domanda:" iniziai io cercando di rimanere calma "Dove sono?"

Jungkook mi guardò con fare ovvio, sbuffò pesantemente e, con una smorfia che provava ad essere gentile (senza riuscirci) mi rispose: "Benvenuta nella nostra umile dimora, mia incantevole fanciulla!".

Stavo seriamente per ridargli uno schiaffo: odiavo quando i ragazzi facevano i cascamorti.

"Non sono soddisfatta!" Dissi alzando un po' il mento con fare superiore.

"Non sono soddisfatta...!" Mi scimmiettò lui a bassa voce.

Poi rivolgendosi a me con aria scocciata e un sopracciglio alzato, vedendo che non accennavo a porgergli l'altra domanda e farla finita con quel comportamento da "bambina di cinque anni", disse: "Ti sembro uno che rivela la via di casa propria?! Mi pare ovvio che non te lo dirò! Ti basti sapere che ti trovi a Seoul."

Era evidente che non me lo avrebbe detto.

Se mai serei riuscita ad uscire da quella immensa villa, avrei controllato da s-

"ASPETTA, CHE?!" Esclamai.

Seoul?

SEOUL?!

Vedendo giusto un pelino di disperazione e confusione nella mia reazione e nel mio sguardo si ricordò di un dettaglio abbastanza importante...

Io ero di Busan.

"Cioè, vorresti dirmi che mia sorella ha guidato da Busan fino a qui pur di non finire nei guai?!..."

Jungkook alzò gli occhi al cielo e sospirò.

Era evidente quale fosse la risposta.

Di nuovo silenzio nella stanza.

Tuttavia il lo ruppi subito e le altre 3 domande che mi erano state concesse e che ero riuscita ad organizzare nella mia mente d'un tratto divennero più di 100.

"Puoi spiegarmi PERCHÉ mi trovo a Seoul?"

"Vuoi dire che ti stai giocando un'altra domanda, principessa?"

"Sì!" Esclamai con nemmeno un briciolo di grazia e tranquillità, che in genere erano due tratti che la gente mi affibiava spesso.

"Va bene." Rispose Jungkook ancora più infastidito dal mio tono, ma si ricompose subito ritirando fuori la sua aria di superiorità e strafottenza "Bhe... È una storia piuttosto lunga... Ma io sono disposto a fare questo enorme sacrificio e di risponderti.
Ecco... Diciamo che tua sorella aveva un conto in sospeso con noi, quindi ci sarebbe servita per degli 'affari'!".

Affari?

Ero tentata di fargli un'altra domanda riguardante questi "affari" ma l'avrei soltanto sprecata.

Rimasi per l'ennesima volta in silenzio cercando di capire cosa potessi fare.

In mio "aiuto" venne un ragazzo che, veloce come una furia, scese rumorosamente dalla scala a chiocciola del piano di sopra.

Era bellissimo...

I suoi tratti erano delicati, ma toglievano il fiato ad ogni sguardo.

I suoi capelli neri erano acconciati in un ciuffo che quasi ricopriva anche gli occhi.

Era davvero basso, ma neanche io spiccavo e ed ero reputata abbastanza piccola per la mia età.

Park Jimin, il mio bias.

Se non vado errato era questo il termine che si usava per indicare il proprio preferito, no?

Ecco, Jimin lo era!

↡↡ sᴡᴇᴇᴛ ʀᴀɪɴ ↡↡ || jєση jυηgkσσk Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora