Capitolo 6

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Quanto è importante la musica per una persona? Ci hai mai pensato? Io si, perchè a me aiuta ad attraversare l'inferno che sto vivendo, continuo andando avanti solo grazie alle parole che mi trasmettono forza. Si, è strano come concetto ma ti assicuro che funziona, almeno per me. Iphone, cuffiette e via nel mio mondo. Tutto cambia. Finalmente il momento in cui mi sento bene e non sto male, peccato non possa durare all'infinito. Se avessi potuto ascoltarla durante quelle noiosissime ore di matematica lo avrei fatto volentieri, ma a chi importa di come si trova un fottuto punto su una retta o l'area di uno spazio delimitato tra due punti. Non ha alcun senso, per questo volevo sentire la musica e non quell'ammasso di roba inutile. Ma non potevo, e quindi durante la ricreazione mi rifugiavo nello stanzino dei bidelli a fare merenda e nel frattempo a rilassarmi sentendo una canzone, Warrior, quella si che mi tirava su. Ma un giorno successe l'inaspettato. Canticchiando qualche parolina qua e là, Jack il bullo mi sentì, e aprendo la porta vide dal telefono la schermata della playlist e da lì corse a dirlo in giro in una maniera assurda, facendomi vergognare altamente. E ovviamente tutti ridevano, tutti tranne Ashley. Almeno una persona che capendo il mio dolore sapeva ciò che stavo passando. Lei, si proprio lei. Era bella, sia dentro che fuori, lunghi capelli neri, occhi azzurri color del mare, altezza media, sempre ben vestita e curata e un sorriso che c'era poco da dire perchè era bello anche quello. Forse mi ero innamorato ma non lo avevo ancora capito. Forse mi ero innamorato di lei perchè era l'unica che non prendeva parte alla carneficina di idioti contro di me, forse perchè era l'unica a capirmi, capirmi veramente sentendo in parte suo il dolore mio. Era incredibile, l'unica persona per la quale avrei fatto tutto pur di vederla felice, dato che lei con me cercava di fare altrettanto. Iniziato l'ennesimo giorno infernale dentro quella specie di scuola, e scoperta la musica che ascoltavo decisi di scappare, me la diedi a gambe levate per evitare.. tu sai cosa. Questa volta Valerie mi seguì, inaspettatamente me la ritrovai che mi rincorreva. Non l'avevo mai vista correre così veloce, sembrava una gazzella che scappava da un leone che la perseguitava. Io non accorgendomi della sua presenza dietro di me continuavo a correre, fortuna che quel giorno dopo la ricreazione era finita la giornata dato che mancava il professore di educazione fisica dell'ultima ora. Così dopo un pò decisi di fermarmi dietro un albero, molto molto lontano dalla Liberty High. Dopo aver ripreso per qualche minuto il fiato arriva lei, che preoccupata mi disse: "Ei Ian, ho appena visto quel che è successo. Jack è un povero scemo, non devi vergognarti della musica che ascolti, se quelle parole ti fanno stare bene è giusto che le senti, al massimo del volume, visto il periodaccio che stai passando. Vorrei troppo dargli una bella lezione a quel coglione."
A quel punto non ebbi una risposta da dare perchè crollai in un pianto disperato, in uno sfogo durato all'incirca cinque minuti. Avevo bisogno di sfogarmi, di liberarmi con qualcuno, qualcuno che non fosse lo specchio del bagno di casa mia. Vista la mia situazione venne un po' da piangere anche a lei, si commosse vedendomi ancora così distrutto. Da lì capiì davvero quanto potesse importarle di me.
Lei ne aveva abbastanza di tutto ciò, non sopportava il fatto di come Jack e Davis insieme ad altri potevano prendersi gioco di me in quel modo, e a quel punto pensò ad una cosa. Tutta presa dalla sua idea mi disse: "Allora Ian facciamo una cosa. Domani a ricreazione ti metti vicino all'armadietto del piano terra, dove si trova a pochi passi anche l'ufficio del preside. Quei due cominciano a dar fastidio alle loro vittime da quel piano, dato che ci sono quelli del primo e secondo superiore, cavie più fragili ancora. Io ti seguo ma mi nascondo dietro la porta del bagno in modo tale da vederli arrivare. Appena ti infastidiscono che ti iniziano a strattonare corro dal preside per fargli vedere coi suoi occhi ciò che succede. Che ne pensi?" a quel punto risposi: "Penso che ho tanta paura, non vorrei che le cose peggiorassero di brutto su di me nel caso il preside non riuscisse a scoprirli." Come vedi ero terrorizzato a qualsiasi cosa pensassi io e pensasse lei. Loro si nutrivano della mia paura. Ma forse tutto quello avrebbe messo fine al perenne strazio e quindi decisi di darle retta.
Il mattino dopo, dopo due intense ore di letteratura italiana e una di inglese, mi diressi nel posto deciso. Tranquillo per i fatti miei fissavo gli armadietti, fino a che non vennero Jack, Davis e i loro complici. Questa volta volevano la mia merenda o mi avrebbero nuovamente appiccicato agli armadietti. Sai che novità. Ma per stare al piano di Valerie dovetti oppormi con tanto coraggio, non fui mai così spaventato in vita mia. Allora dissi: "Te lo scordi Jack, mi hai rotto le palle." Finita la frase il cuore batteva all'impazzata, sapevo che se Valerie non si fosse sbrigata a chiamare il preside molto probabilmente mi ritrovavo per terra con un occhio nero. Fortuna ha voluto che lei con la sua agilità arrivassero in tempo dal preside così che lui potè vedere Jack che mi mise le mani al collo pronto a rompermi come un vaso di coccio. Il preside per una volta vide l'evidenza, vide che tutto quel che raccontavo era vero e finalmente prese la decisione finale. Metà della scuola sospesa per tre mesi, i bulli e tutti coloro che gli andavano dietro. Era giunta l'ora che io e gli altri potessimo finalmente andare tranquilli a scuola senza le minime preoccupazioni. Valerie era stata grande, il suo piano era stato geniale, aveva funzionato, io ero salvo e per la prima volta mi vide sorridere veramente. Era la prima volta che non fingevo. Ero contento che forse tutto era giunto ad una tanta attesa fine.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 09, 2018 ⏰

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