Tutto ha un limite. Il limite esiste, peccato solo che le persone non ne sono a conoscenza. Nonostante tu implori milioni di volte di smetterla con qualcosa, loro continuano per fartelo apposta. Io non capisco. Tante volte non ho mai capito. Se una cosa mi infastidisce.. perché continuare a farmela? Altra caratteristica negativa presente nel bullismo. Il bullo si diverte nel prenderti in giro davanti a tutti, deriderti, manipolarti e prendersi gioco di te, e tu essendo troppo debole non sai come difenderti. E lui gioca su questo fatto, mentre lui e tutti gli altri si divertono, tu ci soffri. No, non sono esagerato. È così che vanno le cose. Tutti vanno col più forte per aggregarsi e far parte della massa, ti isolano e prendono parte anche loro alla tua lenta e atroce distruzione. Pur di non essere da meno, le persone fanno di tutto. Per loro vige la legge del più forte, dove va lui vanno loro, ciò che fa lui fanno loro sotto comando. È terribile che le persone si facciano manipolare, ed è proprio in questi casi che ti vedi tutti contro e tu da solo. Ennesimo caso. E tu cosa faresti in questa situazione? Te lo faccio intendere meglio ciò che cerco di dirti. Tu immagina di trovarti al posto di Demi Lovato, una ragazzina che durante l'età adolescenziale è stata bullizzata nei peggior dei modi, o anche Lady Gaga, la famosissima Mother Monster. Immaginatevi tutta la scuola che vi fa petizioni con su scritto "SE ODI DEMI LOVATO FIRMA QUI" oppure che ti ripetano continuamente "SEI GRASSA, FAI SCHIFO, HAI IL NASO ENORME, SEI ORRIBILE." e poi ti buttano dentro un secchio della spazzatura. Sono fatti che ti toccheranno tutta la vita, quindi provate solo un secondo a provare ciò che hanno potuto provare loro e poi rifletteteci. Ne vale davvero la pena fare tutto ciò per far ridere qualcuno? Ne vale davvero la pena distruggere l'autostima e la voglia di vivere di una persona solo perché qualche idiota ha riso ad un tuo scherzo? Perché si sà, quando un bullo fa qualcosa tutti ridono, lui si sente a suo agio, si crea una reputazione, il ruolo del capo, di quello più forte di tutti, alimenta la sua cattiveria con le risate altrui, sa di essere divertente e impone la sua fama e la sua forza con la violenza. Tutto questo fa schifo. Ecco cosa porta la società. A trovarti di fronte a tali situazioni e non sapere come reagire. Essere del tutto indifesi. Schiacciati come scarafaggi e sentirci feriti come con un arma da taglio. Un taglio profondo che piano piano sanguina. Il taglio sei tu e il sangue è il tuo infinito dolore, che esce senza fermarsi, a meno che non sei tu a fermarlo, e quindi a mettere una fine a questo dolore. Ma come si fa a far smettere tutto ciò? È possibile ma è come se fosse l'opposto. Pensa a quanto può essere umiliante se dei tuoi compagni fanno un gruppo contro di te, subendo derisioni, insulti, minacce, scherzi di cattivo gusto e maltrattamenti. Non puoi capirlo finchè non lo provi. Ma io te lo posso far capire in qualche modo dato che l'ho provato sulla mia pelle. Facendo così loro si divertono nel vederti in lacrime, nel vedere un ragazzo già debole di suo che si indebolisce sempre più, che non ha nemmeno la forza di reagire e di fare del male di conseguenza. Raccontavo i miei problemi solamente al mio diario, lì scrivevo tutto, con lui ero un libro aperto. Qualsiasi cosa lui la sapeva. Era lui il mio migliore amico. Sembra assurdo che un semplice quadernino possa significare così tanto, ma ti assicuro che quando hai tutti contro di te, quell'insieme di fogli di carta è l'unica cosa a starti vicino, scrivere era il mio modo di liberarmi dal dolore, dalle pene, era la mia via d'uscita dall'inferno che provavo. Quando scrivevo mi sentivo meglio, come un bimbo quando legge le fiabe con un lieto fine in cui il bene vinceva sempre sul male. Ma quando finivo di scrivere e tornavo alla triste realtà capivo che era tutto il contrario di quel che succedeva nelle fiabe, il male vinceva sempre sul bene. Tutto il bullismo che subivo era il male che mi si scagliava contro per il mio essere troppo ingenuo, troppo piccolo di fronte agli altri. Era troppo per me, ero arrivato al limite, a un punto che non ce la facevo più di andare avanti. Finito di scrivere il diario cominciai a parlare col mio vero migliore amico, Damon. Era tanto che eravamo amici e avevamo un legame diverso da tutti gli altri, così dicendogli sempre tutto decisi un giorno di parlargli anche di questo. Lui era più grande di me, eravamo come fratelli. Lui era un tipo forte che scatenava la sua ira solamente se le persone toccavano ciò che era suo. Le persone sapevano che lui era il mio migliore amico e mi presero in giro anche per quello, non so il perchè, non so neanche come, so solo che riuscirono a farmi del male anche così. Delle volte mi sentivo forte e lo ero perchè avevo lui come amico, l'unico amico che mi era rimasto, avevo solo lui in tutta la scuola. Era triste, ma era l'unico amico vero che avessi mai avuto, quindi pensando a ciò mi sollevavo. Ma non ero forte abbastanza da superare tutto quello da solo. A tutto c'era un limite e quel limite doveva essere superato. Volevo porre fine a tutto. Lo dicevo, ma ero troppo ingenuo per capire che non ce la facevo. Ancora una volta ero il solito ragazzo debole di sempre.
Nicolas:
Questo capitolo è leggermente più soft del precedente, ho voluto raccontare una toccante e triste storia in prima persona. Vi è piaciuto? Che considerazioni avete avuto al rigurardo?
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WORDS KILL
General Fiction«Quando sono entrata in rehab ho capito che, in fondo, molti sapevano dei miei problemi. Nasconderli sarebbe stato stupido ed inutile perché così ho pensato che parlarne apertamente sarebbe stato meglio. E quando ho iniziato a parlare ho realizzato...