Caos

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SALLY

Il trambusto mi svegliò di colpo. Ero nel mio letto anche se ricordavo benissimo che mi sono addormentata sul divano con Thomas.
Qualcuno bussava violentemente alla porta ed andava avanti già da un po'.
Accesi la luce, e scesi dal letto.
Non capivo chi poteva essere a quell'ora della notte. Stavo per afferrare la maniglia della porta quando piombò in camera Thomas con il volto contratto in una smorfia di preoccupazione. Mi strinse un braccio:
"Sally resta in camera e chiuditi a chiave."
"Thomas cosa succede?! Chi è li fuori?!" Poi, appena pronunciata quella frase mi attraversò la mente un solo nome. Robert. Non poteva essere altrimenti. Nessun altro avrebbe minimamente preoccupato Thomas.
"Thomas fammi scendere, ci parlo io e lo mando via" cercai di tranquillizzarlo.
"Come l'ultima volta? Vuoi che io stia male come l'ultima volta che ti ha mandata all'ospedale? Eh sally? E questo che vuoi?" Gridò con una voce mai sentita, poi prese la chiave della mia camera e mi chiuse dentro.
"THOMAS! THOMAS FERMO. THOMAS TI PREGO NON APRIRE" gridai con tutta la voce in corpo, ma ormai la mente di Thomas era da un altra parte.

THOMAS
Sally continua ad urlare ma io non posso lasciare che le succeda qualcosa.
"Robert. Vattene immediatamente." Minacciai quel pazzo, anche se credo di aver più paura io di lui.
Non è il timore che mi possa fare del male, è per il fatto che Robert pur di riavere sally farebbe di tutto. Anche farle del male e io non posso permetterlo.
"Oh caro thomas. Ti manderò all'ospedale di nuovo, ma questa volta non ti romperò solo il braccio. Ti mando direttamente in obitorio. Fammi entrare. FAMMI ENTRARE CAZZO!" Urlò a pieni polmoni.
La dobbiamo fare finita. Non si può più andare avanti così.
Ma cosa sto dicendo? Non posso permettere che Sally viva nella paura per tutta la vita.
La devo salvare, devo salvare entrambi dall'angoscia perenne che Robert possa distruggere le nostre vite.
Sento Sally che urla dalla sua camera, che mi supplica di non aprire, di aspettare perché prima o poi se ne sarebbe andato.
Ma aspettare cosa? Aspettare che tornasse il giorno dopo? O quello dopo ancora.
No. Devo impedire che lei viva nella paura.
Ora apro quella porta e lo ammazzo di botte.
Le gambe divennero molli all'improvviso e i miei polmoni rifiutavano l'ossigeno dall'esterno. Avevo il terrore di fallire ma non potevo mollare ora.
Girai quella chiave ed afferai la maniglia.
Non ebbi il tempo di vederlo in faccia che qualcosa mi colpì in pieno volto. Caddi a terra nel nero assoluto.

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