Scontri

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SALLY

È la quarta volta che oggi Thomas bussa alla stanza.
Per le prime due settimane mi ha lasciato stare, senza dirmi nulla, senza pormi scuse inutili.
So che non dovrei odiarlo, ma il rimorso mi divora le viscere quando penso che ha aperto quella porta.
È colpa sua. Solo sua.
Ed ecco di nuovo che bussa.
Quel rumore così forte, mi risveglia solamente ricordi orribili che sto cercando di cancellare dalla mia mente invece lui è sempre lì pronto a ricordarmelo.
Non rispondo, come al solito e lui per ora si arrende.
Mi distendo sotto le coperte nel tentativo di riuscire a dormire senza incubi.
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Mi risveglio nel tepore delle lenzuola calde e il mio stomaco urla bisognoso.
Sono settimane che non mangio qualcosa di sostanzioso, quindi decido di uscire dal mio rifugio e dirigermi in cucina.
Sceso le scale trovo Thomas con una valigia accanto, piegato sul tavolo a scrivere una lettera.
Una sensazione strana mi pervade il corpo.
Rabbia? Tristezza? No. Era solitudine e paura. Mi stava lasciando anche lui sola.
L'ultimo gradino fece rumore così lui alzò lo sguardo di scatto e mi vide lì, in piedi con la coperta sulle spalle e i piedi nudi che lo guardavo con gli occhi pieni di interrogativi.
"Ho capito che non mi vuoi più qui, giustamente e quindi me ne vado."
Quella frase fu come un ceffone in piena faccia colmo di violenza e rancore.
"IO NON TI VOGLIO QUI? MA TI STAI CHIEDENDO COME IO STIA DA PIÙ DI TRE SETTIMANE?!" gridai con una voce colma di rabbia.
"Cosa?...." sembrava incredulo per quella frase come se avessi colpito il suo orgoglio. Poi il viso tornò normale ma gli occhi si riempirono di lacrime e dolore.
"Sono tre settimane che la notte dormo nel letto dove LUI ti ha violentata, sono due settimane che la mia mente non si rassegna al fatto che è colpa mia e che anche tu lo pensi, sono due settimane che la notte passo davanti alla tua stanza e sento mentre gridi nel sonno, sono due cazzo di settimane che vorrei che mi rivolgersi solamente lo sguardo o perlomeno che mi urlassi contro che mi odi, che ti faccio schifo.... QUALUNQUE COSA, MA, CAZZO SALLY PARLAMI. MI STAI UCCIDENDO COSÌ. MI UCCIDI. E SAI CHE C'È?! SONO 3 CAZZO DI ANNI CHE NON RIESCO A DIRTI COSA CAZZO PROVO PER TE."
Di slancio. Ha detto tutto di slancio cadendo in ginocchio e piangendo come un bambino, e la cosa divertente è che piangevo anche io come una ragazzina, ma non feci un passo verso di lui. Ero bloccata con i miei sentimenti, non capivo più cosa mi stesse accadendo.
Poi, lo vidi rialzarsi, asciugarsi le lacrime, prendere la valigia e uscire dalla porta.
Restai in silenzio nel salone a fissare la porta nell'attesa che tornasse, ma non lo fece, e io in quel momento capì, che avevo perso l'unica persona che aveva veramente lottato per me.

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