Il risveglio

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THOMAS

Un dolore fortissimo allo zigomo mi accolse appena aprì gli occhi, che non riuscirono a mettere a fuoco nulla per un paio di minuti.
"Si sta svegliando. Infermiera! Chiamate un infermiera!" Sentì una voce femminile pronunciare quelle parole. Appena la luce divenne sopportabile ne capì la provenienza.
Una donna sulla sessantina, con i capelli disordinati, due occhiaie a solcarle il viso e gli occhi gonfi di lacrime.
Mia madre era accanto al letto che mi teneva la mano, neanche fossi un moribondo.
"Sally..." era l'unico nome che mi uscì dalla bocca, ma quando pronunciai qell'unico suono, sentì una fitta forte alla faccia.
Una donna molto più giovane in camice, con passi svelti e una siringa un mano si avvicinò al mio letto ed iniettò il contenuto nella flebo.
"È antidolorifico" mi rassicurò con un leggero sorriso.
Non mi interessava il dolore, volevo sapere dov'era la mia coinquilina. Se stava bene, dopo che Robert mi ha steso.
"La tua ragazza sta bene è sveglia" continuò l'infermiera.
Mia madre in fondo alla stanza piangeva.
"Mamma... ti prego non piangere..." tentai con sforzo. Non vedevo quasi mai mia madre perché abitava dall'altra parte della Florida ma non per questo non le volevo bene.
"Sally sta bene fisicamente ma non psicologicamente tesoro...mi dispiace così tanto" annunciò lei all'improvviso. Aveva un'espressione sollevata, si vede che non riusciva più a tenersi quell'informazione dentro.
La mia testa iniziò a viaggiare verso i pensieri più  orribili che potessi mai immaginarmi.
Pensieri su pensieri iniziarono a travolgere la mia fantasia, con milioni di scene con Sally e Robert, con le migliaia di possibilità che potessero esserle accadute.
L'antidolorifico iniziò a far effetto, insieme a qualcos'altro perché caddi in un sonno profondo con l'ultimo pensiero rivolto alla donna con cui abitavo da tre anni.

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