•Capitolo 2•Sembra un caprone

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Sono passati due giorni da quando sono andata al bar insieme ad Andrea: penso che sia un tipo molto simpatico e dolce, mi piace il suo carattere. Ieri sera ci siamo scambiati i numeri di telefono e poi è stato così gentile da offrirmi veramente da bere, e in più non aveva brutte intenzioni come tutti i ragazzi che incontro. Gli uomini sono davvero spregevoli quando iniziano a trattarti come un giocattolo che possono usare solo a loro piacimento: per un po' di tempo mi sono lasciata trattare così, ho lasciato che tutti mi usassero come uno straccio per pulirsi i piedi, ma adesso non è più così. Non ci sono più per nessuno.

È ormai lunedì mattina e anche questa giornata di scuola è giunta al termine finalmente: Io odio il lunedì, e in più non mi reggo in piedi, dato che anche ieri sera ho fatto tardi. Ho troppe ore di sonno da recuperare e poco tempo per dormire.

Come al solito esco dalla prigione insieme a Gemma, intenta ad andare via di lì velocemente ma un qualcosa, anzi, qualcuno attira la mia attenzione. Un ragazzo alto, molto alto, con fisico asciutto, occhi grandi e scuri, capelli castani e un piccolo accenno di barba sta correndo verso Beatrice, la figlia ricca e viziata del preside. La abbraccia e io quasi mi incanto dinanzi a quella visione paradisiaca: ho visto davvero un ragazzo bellissimo, non mi capitava da tempo di vedere un tipo così. Bene, ora ho un motivo in più per odiare Beatrice.

"Clara, ma ti sei incantata?" Gemma mi riporta improvvisamente alla realtà, scuotendomi per un braccio.

"Sì." Rispondo col tono di chi si è appena svegliato dopo un sonno profondo "L'hai visto quanto è bello quello?"

"Quel tizio con la barba?!" Mi fa lei, disgustata "Clara, ma sembra un caprone!"

Ci guardiamo un attimo in faccia. Assoluto silenzio. E poi scoppiamo a ridere di gusto.

"Hai ragione!" Commento io, ancora continuando a ridere "Ha anche la faccia da caprone."

"Seriamente, con quella barba mi ricorda proprio una capra. Secondo me adesso che torna a casa da scuola va a mangiare al pascolo." Continua Gemma, dando sfogo alla fantasia che risiede nella sua mente malata.

"Gemma, smettila! Che scema." Proprio non smetto di ridere, mi fa male la pancia "A parte gli scherzi, tu l'hai mai visto?"

"No. Non è che è un nuovo alunno?"

"Ma stai scherzando? Avrà vent'anni."

"Cla, ma si vede che è piccolo. Tu l'hai mai visto?"

"No. Mi andrebbe di conoscerlo." Sospiro, mentre continuo a guardarlo con aria sognante. È ancora lì a scambiare qualche chiacchiera con Beatrice.

"È brutto." Commenta Gemma con nonchalance, distruggendo tutti i miei sogni e alimentando la mia rabbia.

"Tu sei brutta!"

Si mette a ridere. Lo sa che scherzo quando faccio così. E anche lei scherza con me. Non spezzerei mai il suo cuoricino.

Intanto mi accorgo che siamo ancora qui ferme a fissarlo ed è tardi. Infatti, i due ci passano davanti: lei è appesa come una cozza al suo braccio e lui sta fissando me e Gemma con un'espressione assente. Non l'ho visto sorridere nemmeno una volta da quando ho cominciato a fissarlo come una psicopatica. Mi sembra proprio di essere tale e quale a Gemma quando faccio così.

"Sfigate che avete da guardare?" Ci chiede la vipera "Volete un autografo? Volete farvi una foto con noi?" Si mette a ridere. Fa ridere ai polli come lei. Molto intelligentemente, il ragazzo bellissimo al suo fianco non ride alla sua battuta e questo la rende un po' frustrata. Ho già un po' di stima per lui.

Gemma sta per risponderle qualcosa, ma la anticipo:"No, cara. Mi basta già fare le foto in agenzia! A differenza tua non sono in sovrappeso, quindi posso permettermi di fare la modella!" Colpita e affondata. In effetti mi sono ricordata che oggi ho un appuntamento in agenzia per fare delle foto in costume: faccio la modella come passatempo. Non guadagnerò di certo i milioni, ma è un lavoro che mi appassiona.

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