Sull' Hogwarts Express

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"In qualunque casa il cappello parlante ti smisti, sappi che saremo sempre fieri di te" disse la madre di Thomas come in un sussurro. La signora Woods era una donna bassina e dolce. Capelli scuri e lunghi gli ricadevano sulle spalle minute; occhi chiari, come quelli del figlio, le illuminavano il viso.

"Tua madre ha ragione, Tommy" approvò il padre.

"Sai che odio essere chiamato così" rispose il piccolo con un sorriso.

La voce della madre era soave e gaia, mentre quella del padre era un po' rauca, ma insieme formavano una coppia perfetta. Erano entrambi maghi e si conobbero proprio ad Hogwarts, il terzo anno.
Ci fu un momento di silenzio e poi un leggero ronzio si fece sempre piú vivo. Il treno diretto alla scuola di magia e stregoneria era arrivato. Il solito colore scarlatto spiccava tra i giochi di luce e ombra, ma la cosa fantastica erano gli ingranaggi bronzei appena lucidati.
Thomas ricordò la vecchia storia che raccontava sempre suo nonno. Luthor Woods era sempre stato un tipo strano e maldestro, amava calici di birra e storie attorno al fuoco. "Una faccia di bronzo è una gran cosa da mostrare al mondo, ma di tanto in tanto, quando sei solo e non hai pubblico intorno, devi, penso, toglierti la maschera, nient'altro che per respirare." Aveva detto una volta, allisciandosi la lunga barba brizzolata. "Altrimenti, credo proprio che soffocheresti. Spesso il coraggio non basta, ci vuole anche faccia tosta."

Per un momento Tom aveva dimenticato di trovarsi in quel luogo.
"Ciao fratellone" aggiunse infine Luna, la sorella un anno più piccola.

Dopo gli ultimi abbracci, Tom strinse la sua bacchetta: Legno d'Acero, piuma di Fenice, 12 1/2 pollici e leggermente flessibile, e afferrò la gabbia di Idro, il suo animaletto da compagnia. Il volatile aveva due grosse ali e una faccia quasi sempre stanca. Il suo dorso era tinto di un marrone misto ad un giallo spento. L'aveva comprato l'anno prima a Diagon Alley e da allora era molto affettuoso con lui.
Prese anche il baule e si diresse verso l'apertura del treno.

La folla di alunni dal primo al settimo anno era vastissima. Alcuni già indossavano il mantello con la divisa, altri invece sfoggiavano una spilla sul petto ed altri ancora salutavano i propri parenti.
Entrati dentro, molti, compreso Thomas ebbero i brividi a pensare che li c'erano passati dai maghi più buoni a quelli piú malvagi.
Tom cercó disperatamente una cabina poiché tutte molto affollate ed in fondo ne trovò finalmente una.

Ci sedeva solamente una ragazza, in mano aveva un libro con la copertina blu: Manuale Degli Incantesimi Per Principianti.
Nell'altra mano aveva la propria bacchetta molto delicata con ghirigori alla base.

"Ciao" disse posando il libro e alzandosi

"Sono Emily Woods" lei tese la mano e Tom la strinse: "Piacere, Thomas Wrong, ma puoi chiamarmi anche Tom".

Un sorriso a trentadue denti si allargò sulla faccia dei due che si sedettero nello stesso momento.

"Quindi tu dovresti essere la figlia dell' allenatore di Quidditch, 'Oliver Woods'?"
Chiese Tom dopo aver sentito il cognome della ragazza.

Lui amava il Quidditch.
Ci fu un secondo di silenzio e a Thomas sembrò di essere stato troppo evasivo, ma la ragazza imbarazzata rispose: "Ehm... si".

Le sue guancie si fecero di un rosso intenso e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Mentre dal tuo cognome deduco che sei il figlio dell'Auror 'Peter Wrong'?"

"Eh già" rispose sorridendo.
Questa volta il silenzio duró un bel po' di minuti e tutti e due parevano molto imbarazzati.

"Cosa leggi?" chiese il ragazzo, spezzando l'ennesimo momento di silenzio imbarazzante.

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