Il Ritorno dei Mangiamorte

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La mattina dopo, il sole splendeva ed entrava dalle tende di seta color corallo.

"Tom, svegliaa" mormorò Luna

I suoi capelli castano chiaro erano perfettamente mossi nonostante avesse dormito una notte intera.

"Devi preparare le tue cose, tra un'ora e mezza partiamo" disse piano

Tom si alzò strofinandosi gli occhi e facendo uno sbadiglio, poi si sedette sul letto e finalmente si alzò.

"Il baule è giá in salotto" lo avvertì la madre, mentre lui si dirigeva in cucina per la solita colazione con la ciambella al gusto di fragola.

Il salotto della sua casa era piuttosto ampio, con un camino e due poltroncine di fronte.
La Tv a schermo piatto per babbani era posta sopra il caminetto di mattoni e un divano di pelle occupava il centro di un grosso tappeto raffigurante uno scontro magico.
Il baule di Thomas era vicino a quello di Luna, e tutte e due erano collocati al lato sinistro di un tavolino di vetro.

Finita la colazione, ed una volta preparati, la famiglia Wrong, armata di bauli e gabbia per Idro, il gufo domestico di Tom, entrarono nella macchina a cinque posti, riempiendo il cofano di cianfrusaglie.

Flame, il gatto persiano di Luna, era di un bianco puro, con orecchie e zampe tendenti al nero, ed era appollaiato sulle gambe della padrona.

"Papà" disse Tom

"Dimmi ragazzo mii" rispose lui, infilandosi la cintura e mettendo le mani sul volante.

"Ma, perchè dobbiamo usare questa vecchia macchina per babbani?" Domandó curioso

"Non possiamo mica smaterializzarci o arrivare a piedi. Ci serve un metodo per attraversare Londra senza dare nell'occhio" spiegò Peter

"Capisco" disse infine chiudendo il discorso e appoggiando la gabbia del gufo sul sedile centrale.

"Allacciate le cinture" gli ordinó la madre

"Perchè?" Chiese Luna un po' titubante.

"Non arriveremo alla stazione nel modo in cui siamo arrivati gli altri anni" disse facendo un sorrisino

"E come?"

"Allacciatevi le cinture e vedrete"

Una volta allacciate le cinture, nere come la pece, il padre gli avvertì:
"Potrebbe non piacervi"

"Pronti?" Fece per dire la madre

I due fratelli non fiatarono, Tom strinse la gabbia e Luna tenè stretto a se il gattone, avevano già capito cosa sarebbe successo.

L'auto parcheggiata nella strada deserta di domenica mattina, fece retromarcia e sfrecció verso il muro Bordeaux della casa della signora Spendertran, ormai vedova da quattro anni.

Luna strizzò gli occhi e Tom serró forte i denti.

Un lampo celestino avvolse la macchina che piombò, dopo qualche secondo, fuori l'imponente stazione di King Cross.

"Siamo arrivati!" esclamò forte Hannah, la madre di Tom.

"Parcheggiati perfettamente!" Esultò poi Peter scendendo dalla macchina gialla fluorescente.

Tom e Luna avevano ancora gli occhi chiusi, fin quando il padre gli aprì lo sportello posteriore e Tom aprì leggermente le palpebre, fino a spalancarle del tutto.

"Luna, puoi aprire gli occhi" la rassicuró il fratello dopo essersi controllato intorno.

Flame miagolava ancora per la paura, ma Luna che aveva qualche conato di vomito, lo accarezzó facendolo zittire.
Il gufo, invece, era rimasto muto come un pesce, fin dall'inizio del viaggio.
Una volta scesi tutti dalla macchina, con piedi pesanti si avvicinarono all'apertura della stazione.

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