Capitolo I

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(POVs Adrien)

Mi risveglio in camera mia, sul mio letto. Apparentemente mio padre mi ha portato in camera. Perfetto.
<Dovevo proprio svenire davanti a lei!?>
<Io non comando il tuo cervello...>
Sospiro. Perfetto, sono svenuto davanti Marinette.

Mi rialzo lentamente. Dopodiché decido di mettermi a giocare. Papà ha finito con la pasticceria, quindi ora starà preparando la cena. Gioco per un po' su un server a caso.
<Adrien, vieni a mangiare.>
<Arrivo, fammi staccare!>
Esco dal gioco è spengo il computer. Dopodiché scendo di sotto.

Mi siedo a tavola, di fronte mio padre.
Mangiamo per un po' in silenzio, perché non sappiamo che dire.
Poi, dopo un po', mio padre inizia la conversazione.
<Quindi, domenica viene Marinette da noi...>
<Già...>
<Vedi che io sarò via per alcuni giorni, dovrò andare a dare una mano a dei cuochi in un hotel fuori città, quindi voglio che tu faccia attenzione. Non voglio trovare la pasticceria in disordine.>
<Va bene...>

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(POVs Marinette)

Sto tranquillamente cucendo un mio vestito, quando mia madre entra in camera.
<A mangiare.>
<Ok...>
Manco fossi un animale.

Lascio tutto e scendo di sotto. 
Entro in cucina e vedo mio padre servire due bistecche nei loro piatti. Poi si servono una bella porzione di pasta. Io invece una misera insalata con della carne in lattina.

A quella vista, semplicemente non reggo.
Sbatto violentemente le mani sul tavolo, facendo sobbalzare i miei genitori.
<Che razza di genitori siete?! Farmi morire di fame non vi porterà soldi! È da più di 4 anni che vivo nel puro veleno e sgobbo affinché VOI POSSIATE ANDARE IN VACANZA! VAFFANCULO, AVETE ROTTO! HO 18 ANNI E POSSO FARE QUELLO CHE VOGLIO, ANCHE ANDARMENE. IO NON CI TENGO A MORIRE AFFAMATA, GRAZIE!>
E senza dare loro tempo di rispondere, esco dalla sala da pranzo.

Vado in camera, mi metto un paio di pantaloncini comodi, una camicietta leggera ma che mi tenesse calda e infilo un paio di Adidas con le striscie arcobaleno, le mie preferite. Poi preparo uno zaino con dentro tutto il necessario e scendo di nuovo di sotto. Rientro in cucina, mi prendo tutte le barrette di cioccolato che voglio e un paio di panini.
<Marinette...>
<NON MI PARLATE.>

Esco di casa, curandomi di sbattere il portone.
Cammino, cammino per un sacco di tempo, senza neanche sapere dove vado. Tiro fuori una barretta e la mangio. Per ora, mi basta.

Ad un certo punto, mi rendo conto che non so dove andare. Da Alya non posso perché purtroppo è fuori città con sua madre per alcune cose di lavoro, da Nino non penso... non siamo in confidenza abbastanza... sì, è mio amico, ma non me la sento di disturbarlo con i miei problemi...

Scoppio a piangere. Non so dove andare so da chi andare e sfortunatamente non ho qualche appartamento mio in cui rifugiarsi in questo tipo di situazioni.

Poi ci penso su. In realtà, qualcuno da cui andare c'è.

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Busso alla porta sul retro.
<Marinette?! C-che d-diavolo ci fai q-qui alle 10 d-d-di sera?>
<Se mi fai entrare ti spiego... ti prego, Adrien, fammi restare...>
Lo imploro. È l'unico che mi può ospitare in questo momento.
<M-ma certo, e-entra p-pure...>
Adrien si scosta e mi lascia entrare.

Saliamo silenziosamente di sopra, in camera sua. Appena arrivati, io mi sfilo lo zaino e lo appoggio a terra in un angolino.

Adrien, invece, si siede sul suo letto.

<A-allora, c-come mai q-qui...?>
<Dovevo... fare una pausa. Con tutto e con tutti. E tu sei l'unico che mi può ospitare ora. In più un consiglio maschile sulla cosa mi farebbe comodo...> dico, con un mezzo sorriso sulle labbra.

Lui arrossisce leggermente per qualche motivo.
<Q-qual è il p-problema?>
Noto che sta balbettando di meno rispetto al solito. Ma perché balbetta così tanto con me? Le sto antipatica? 

Poi mi ricordo della sua domanda.
E quindi comincio a spiegare che i miei genitori erano e sono ancora degli stronzi egoisti, di tutta la tristezza che sento dentro, di tutti i problemi che mi affliggono. E soprattutto, del mio vuoto, causato dai miei genitori che mi hanno mentito e usato per i loro scopi.

Lui sapeva già un po' della faccenda "genitori stronzi" ma sapevo solo una piccola e minuscola parte di essa. Mi siedo sul letto accanto ad Adrien e lo guardo negli occhi.

Ad un certo punto, scoppio a piangere. Sento le lacrime scendere lungo le mie guance. Sento anche che vengo scossa dai singhiozzi. Adrien si avvicina e mi abbraccia. Io continuo a piangere come una fontana. Non sapevo di essere così fragile... Adrien mi asciuga con dolcezza le lacrime.

<Io non posso capire quello che ti succede...> comincia Adrien. <So che io ho una situazione diversa dalla tua, ma comunque capisco il tuo dolore. Anche io ho un vuoto irreparabile dentro di me, ma cerco di non riempirlo e di lasciar andare. Perché se poi io continuo a pensare a quel vuoto, non farò altro che allargarlo. Allora io cerco di creare nuove esperienze e lasciar stare il vuoto. Anche se cerco di riempirlo sarà sempre lì. Capisci? Devi lasciar stare, ricominciare e creare nuovi ricordi, vivere la tua vita.>

Io lo guardo, con le lacrime agli occhi. E annuisco. Ha ragione. Ha dannatamente ragione. Io lo abbraccio ancora più stretto.
<Grazie...> gli sussurro e lui sorride. Mi tiene stretta e mi accarezza i capelli... sento il tocco  della sua mano delicata e il battito del suo cuore un po' accelerato, ma comunque mi rilassa.

E piano piano mi addormento...

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(Adrien POVs)

Tengo Marinette stretta a me. Lentamente, la sento addormentarsi fra la mie braccia. Dopodiché la stendo sul mio letto e le tolgo le scarpe. Poi però penso stia scomoda con quei vestiti addosso, quindi le tolgo la camicietta e i pantaloncini e le metto una mia maglia larga (N.A.: non pensate male, piccoli pervertiti😊).

Un po' mi sento in colpa ad averla spogliata quasi del tutto a sua insaputa, ma non l'ho fatto con cattiveria. Mi metto il mio pigiama e vado a let- ah giusto, c'è Marinette. Vabè, posso anche mettermi sulla chaise-longue. In teoria era di mia madre, ma non so perché è in camera mia.

Comunque, prendo una coperta leggera, mi stendo e mi addormento subito.

Pensando a Marinette.

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(POVs Marinette)

Sento un raggio di sole scaldarmi il viso. Apro gli occhi e mi rendo conto che questa non è la mia stanza.

Mi alzo a sedere e mi guardo intorno. Noto che ho una maglia larga maschile addosso e che i miei vestiti sono ripiegato con cura accanto al mio zainetto.

Adrien.

Beh, mi ha solo cambiato, non c'è motivo di prendersela.

A proposito dov'è Adrien?

Immediatamente sento un rumore. Mi volto e vedo Adrien entrare in camera con in mano un vassoio.
<Buongiorno, principessa... già sveglia?>
Come mi ha chiamata?
<Buongiorno...>
Mi straccio leggermente.
<Che ore sono?> chiedo poi, sedendomi a gambe incrociate.

Adrien guarda l'orologio sulla scrivania.
<Le 7.>
<Wow, non mi sveglio mai così presto se non quando devo viaggiare.>
Gli sorrido e lui sorride di rimando.
<Vuoi fare colazione?>
Io annuisco e lui appoggia il vassoio su un letto. Ci sono dei croissant su un piatto e due tazze di cappuccino caldo.

<I croissant sono appena sfornati...> mi dice.
Io ne assaggio uno. Non mangio un croissant da quella che mi sembra un eternità!
<È delizioso!> esclamò.
Adrien mi sorride ancora, rosso leggermente in viso, e addenta anche lui un croissant.

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Henlo ragazzuoli.

Vi sta piacendo la storia? Io personalmente la adoro!

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Aggiornerò quando arriveremo almeno a 5 stelline! (Non vi chiedo troppo dai😁)

Adesso vaduuu
Scaiuuu!

~Aryy🌟

Pretty Girl ☆ AU Miraculous Fanfiction {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora