Entro di corsa in casa grazie alle chiavi di scorta che trovo sotto lo zerbino. La testa mi sta scoppiando, fortunatamente mamma non è in casa. Un'altro passo e cado sul parquet. Mi trascino verso un angolo e poggio la testa sulle ginocchia, che ho portato all'altezza del petto. Mi manca il fiato, sto sudando. Dannazione. Mi alzo con fatica, barcollo verso la cucina e prendo una bottiglia d'acqua fresca dal frigo. Ho il respiro ancora più corto ora. Vado nel salotto e mi butto sul divano, provo a calmarmi, e dopo svariati tentativi finiti nel vuoto co riesco, e a piano a piano ritorno a respirare, la testa smette di martellare, il senso di opressione sparisce e con calma ritrovo la mia temperatura ambiente. Chissà cos'è. Non ne ho mai parlato con i miei. Penso siano attacchi di panico, una volta ho fatto il passo falso di cercare su google con il mio Mac, mai commesso errore più grande. Ogni tanto mi capitano, questi momenti. Menomale che avevo dietro i soldi, ho chiamato un taxi, non ce l'avrei mai fatta ad arrivare a casa a piedi. Vorrei tanto sapere perché ogni tanto mi prendono questi attacchi, non hanno un senso regolare, ma questa volta credo che quello di adesso abbia una causa. È che avere tutto il tempo con la testa fra le nuvole mi distrae da tutto, compresa la scuola, con cui sto avendo seri problemi, nell'ultimo anno. I voti bassi, i rimproveri, le note... I miei genitori non accetteranno la mia imminente bocciatura, visto che loro sono "uomini di tutta cultura e religione" come dicono sempre. Bah. Chissà come li traumatizzerei se gli dicessi che non credo in nessun dio. Me lo sono sempre chiesta. Mi constringerebbero? Comunque sia, devo impegnarmi di più. Vado al bagno e mi sciacquo la faccia, poi entro in camera mia e mi catapulto sul letto. Quant'è morbido. Ripasso mentalmente gli impegni della giornata...niente. I miei torneranno stasera, quindi posso stare in tutta tranquillità. So che mamma ha un'importante caso per cui è stata pagata molto, e papà non torna mai a casa prima della fine del turno all'ospedale, e visto che è il capo del reparto di chirurgia, è sempre l'ultimo. Mi rilasso. Sono stanca, molto. Poi penso a una cosa insolita, strana. "Forse dovrei chiedere aiuto a qualcuno per smettere di...fare tutto questo". Ma poi il buio, e il turbamento che si era creato svanì veloce come era arrivato.
Meglio dormire.
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General FictionMaya, una ragazza allegra, vivace, casinista ha un'immagginazione enorme, incredibile. Già da piccola leggeva, leggeva e leggeva:storie fantasy, di avventura, di azione, le sue preferite. Ma non le basta. Grazie alla sua fantasia crea la sue avventu...