Eighteenth

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Harry ed io eravamo seduti sul divano della grande casa e lui non aveva fatto altro che parlare di sè ed io mi ero limitata ad annuire ogni tanto. Non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di Lucy e Blake insieme, anche se stavano solo parlando. Chissà dove erano ora e cosa stavano facendo, insieme. «Scusa, Harry, non mi sento bene, torno a casa» dissi, alzandomi dal divano. «Sola? A piedi?» chiese lui ed io annuii, ma lui si alzò. «Non se ne parla, ti accompagno» disse, afferrando la sua giacca e seguendomi all'uscita. Per mia fortuna, il ritorno fu silenzioso e, una volta davanti a casa mia, salutai Harry con un gesto della mano e gli sussurrai uno "scusa" prima di entrare in casa. «Già di ritorno?» chiese mio padre, seduto sul divano a leggere il giornale. «Sì» dissi io, sapendo che, pur essendo di spalle, mio padre avrebbe capito tutto ciò che mi passava per la testa da solo quelle due lettere. «Cosa è successo? Dov'è Blake?» chiese, girandosi verso di me e facendomi cenno di sedermi accanto a lui. Una lacrima bagnò la mia guancia e lui mi abbracciò. «Era con una ragazza» dissi, con tono debole. Lui mi strinse più forte ed io iniziai a singhiozzare. «Lo so, piccola, fa male, lo so» disse lui, baciandomi la testa. Mi lasciai andare tra le sue braccia, lasciai andare tutta la frustrazione e la tristezza che provavo. Mi ero aperta, lasciata andare con lui e lui aveva fatto lo stesso con me, facendomi credere fossi speciale per essermi meritata tale privilegio, ed ora, probabilmente, stava facendo la stessa cosa con Lucy e non potevo sopportarlo. Mi ero innamorata di lui e lui stava passando la notte con una ragazza che non ero io.

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