Boo aprì debolmente gli occhi, richiudendoli subito dopo per la seppur flebile fastidiosa luce che vide come prima cosa. Era davvero stanca, inconsapevole di quanto avesse dormito. Stette ancora sdraiata per qualche minuto. Ci volle poco per capire che qualcosa non andava. Si ricordò improvvisamente della scomoda sdraio, della sveglia delle 5:30 per fotografare l'alba, del ragazzo tinto che le chiese un accendino e del suo proposito di restar sveglia. Si ricordò anche del rumore delle onde, di cui attualmente non c'era alcuna traccia. La superficie su cui era sdraiata non era certamente quella del lettino e la ruvida e fredda coperta che le circondava il corpo non era certamente la sua asciugamano turchese. Per prima cosa tastò freneticamente la superficie sottostante alla disperata ricerca della polaroid e del suo telefono, solo quando non li trovò si convinse ad aprire gli occhi e ad esaminare il luogo che l'accerchiava con estrema lucidità, senza dar di matto. Come ci sono arrivata fin qui senza accorgermene?
La prima cosa che vide fu una piccola bajour a muro proprio sopra la sua testa. Le ricordò immediatamente quella che aveva la sua adorata nonna paterna. Era molto simile e anche lei la teneva sopra al cuscino. La luce però non derivava da essa, bensì da una finestra poco lontana dalla sua posizione. Sembrava aver delle sbarre da quel che Boo poté intravedere attraverso la tenda d'un orrendo e deprimente colore giallognolo. La ragazza alzò il busto, schivando con attenzione la bajour.
Il letto sul quale era sdraiata aveva delle lenzuola orride e apparentemente sporche. Tutto lì dentro sembrava estremamente maltenuto e polveroso. Boo ebbe qualche secondo di panico. Non sapeva dov'era né com'era finita lì, ma soprattutto non sapeva cosa, o meglio chi l'aspettasse oltre la porta chiusa di quella stanza. S'alzò con rapidità e, dopo aver posizionato i piedi sulle sue infradito ch'aveva notato sul pavimento solo assumendo una posizione eretta, lanciò uno sguardo fuori dalla finestra oltre le grate di ferro, scostando di poco la tenda. Constatò d'essere probabilmente al secondo piano d'un edificio quando vide un grosso albero, piuttosto vicino, bloccar gran parte della visuale. Da quel poco che riuscì a scorgere fra i rami cespugliosi, Boo capì che fosse giorno (probabilmente primo pomeriggio dato il canto persistente delle cicale) e che dinanzi alla struttura in cui si trovava pareva stendersi una landa infinita e desolata. Guardò poi la stanza, vagando con lo sguardo alla ricerca delle sue cose.
Un rumore improvviso proveniente da dietro la porta la fece mettere sull'attenti. Era la suoneria d'un telefono. Era la suoneria del suo telefono. O almeno credeva. Era una di quelle riproposte dalle impostazioni del cellulare stesso. Chiunque avrebbe potuto avere la sua stessa identica suoneria. La sua mano destra si mosse automaticamente andando a tastare più e più volte le tasche dei suoi pantaloncini di jeans, alla ricerca dell'aggeggio che non trovò.
"Cazzo... smetterà di chiamare questa puttana?" un'improvvisa voce maschile imprecò con tono basso. Boo corse verso la porta smanettando inizialmente con la maniglia per poi sbattervi sopra un rumoroso pugno di frustrazione. La porta era chiusa a chiave.
"Pezzo di merda fammi uscire!" gridò. Sentiva la rabbia scorrerle nelle vene fino ad arrivare al cervello, facendole compiere azioni inadatte alla situazione. Nessuno doveva azzardarsi a toccarla. Era da sempre stata dell'idea che lei avrebbe potuto battere chiunque solo volendolo e, con questa ferma convinzione, riusciva a non farsi troppi scrupoli. Non ricevette risposta, ma poco dopo sentì il tintinnio di quelle che le sembrarono essere delle chiavi e si scansò per lasciare che chiunque stesse dietro quella porta venisse allo scoperto.
Un ragazzo sulla ventina o poco più, alto, moro ed in forma le si presentò dinanzi con un ghigno misto tra il divertito ed il malizioso. "Ma buongiorno principessa. Alla buon'ora" ridacchiò avvicinandosi. A Boo l'idea di indietreggiare non passò nemmeno per l'anticamera del cervello.
"Chi cazzo sei tu?!" esclamò rudemente, non volendo veramente una risposta. L'unica cosa che voleva era tornare dalla sua famiglia, immediatamente. Odiava ciò che era nuovo, compresi posti e persone. Temeva potessero sfuggire al suo controllo.
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