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Boo era nella vasca, immersa in quel ch'era più sapone che acqua, ma andava bene. Nonostante generalmente odiasse far il bagno lì dentro, lo stava apprezzando come non pensava avrebbe mai fatto in vita sua. Riguardo alla cavigliera aveva sperato che bagnandola si sarebbe rotta o una cosa simile, temendo anche per la propria vita a dire il vero. Ovviamente s'era rivelata esser waterproof. Sapeva che erano le 6:15 grazie al piccolo orologio da muro ch'aveva scorto solo qualche minuto dopo essersi sistemata nella vasca. Era davvero presto. Solitamente a quest'ora se era a casa si stava preparando per andare a scuola, mentre se era in campeggio se ne sarebbe stata in roulotte fino a tarda mattinata.

Prima s'era guardata meglio allo specchio e aveva notato cose che non le appartenevano: una macchia rossastra attorno al collo, causata probabilmente dalla presa ferrea ch'aveva esercitato su di lei la mano di Jungkook; la pelle agli angoli della bocca era leggermente scorticata e rosea, segno evidente di quanto l'avesse tenuta aperta; i lividi violacei sui polsi sembravano solo scurirsi maggiormente ed i suoi occhi erano gonfi ed infossati dall'aver pianto così tanto.

Affondò maggiormente nell'acqua, calda ed accogliente. Ripensò a quanto fosse stata ingenua nello sperare che il buttar quelle cordicelle fuori dalla finestra potesse in qualche modo tornarle utile. Aveva solo peggiorato la situazione. Come sarebbe andata se non l'avesse fatto? Come sarebbe andata se fosse stata capace d'impostare la sveglia in modo corretto per quell'unica volta ch'avrebbe dovuto in vita sua? Magari a quell'ora era ancora nel letto scomodo e polveroso, a sognare la sua famiglia ed a non volersi più risvegliare. Ma magari le sarebbe capitato qualcosa mille volte peggio ed ora i suoi polsi starebbero perdendo sangue a causa delle corde, e lei non starebbe in una vasca a rilassare i muscoli, ad allentare la tensione e ad escogitare un piano d'astuzia. Sospirò.

Doveva indurre i suoi aguzzini a pensare che si fosse arresa, di modo tale ch'avrebbe potuto girovagare per la costruzione per tentar di scoprire dove si trovasse e chi fossero gli uomini che l'avevano sequestrata. Con un colpo di fortuna avrebbe pure potuto ritrovare le sue cose. Giocò ancora un po' col sapone ch'aveva sul corpo, per poi sciacquarsi e lasciar scorrere via l'acqua sporca. S'alzò dalla vasca e si sporse in direzione del mobiletto per afferrare l'asciugamano color panna, ch'avvolse successivamente attorno alla sua pelle imperlata di goccioline d'acqua.

S'asciugò rapidamente, strizzando i lunghi capelli neri e legandoli ancora bagnati in una treccia. Non aveva mai avuto l'abitudine d'asciugarseli col phon, specialmente d'estate. Esaminò i vestiti posti sul mobiletto accanto al lavandino. Prese quella che le sembrò una maglietta rossa ripiegata ordinatamente, per poi srotolarla e scoprire che fosse a maniche corte, estremamente lunga e larga, il genere di cose che Boo amava indossare. Sotto di essa vi erano dei pantaloncini neri che dire ch'eran corti era un eufemismo. Lo si poteva notare solo guardandoli che fossero il tipo d'abbigliamento per ragazze a cui piaceva osare e mostrare. Categoria di ragazze a cui la sedicenne ovviamente non apparteneva. Ed infine, la ciliegina sulla torta: l'intimo. Pizzo nero elaborato sui bordi e trasparente verso la parte centrale, sia nel pezzo di sopra che in quello di sotto. Fosse stata vista solo con quello indosso sarebbe rimasto ben poco all'immaginazione dello spettatore.

I suoi occhi s'allargarono notevolmente, nel mentre passava ininterrotta le dita sul tessuto talmente fine da sembrar assente. La domanda le sorse spontanea. Perché proprio quell'intimo? Volevano che l'indossasse perché avevano qualcosa in mente? Senz'ombra di dubbio era così, ma Boo non ci volle pensare e guardò l'aspetto positivo della cosa: era pulita, profumata e fra poco avrebbe messo qualcosa nello stomaco. Si vestì, ringraziando il fatto ch'almeno la maglietta coprisse quel ch'andava coperto, sostituendosi persino agli shorts. Si lavò anche i denti con suo immenso piacere.

Guardò nuovamente l'orologio, notando che fossero solo le 6:30. Ci aveva messo relativamente poco rispetto a quanto le era sembrato. Scorse delle infradito nere di fianco al mobiletto e ne usufruì senz'esitazione. Odiava camminare scalza. S'avvicinò alla porta e prese un respiro profondo, uno dei più profondi ch'ebbe mai preso in vita sua. Gli scenari possibili che le si sarebbero potuti presentare dietro al pezzo di legno erano tre. Nel peggiore dei casi si vedeva a dover fronteggiare due dei suoi aguzzini, se non tutti e tre, pronti per il secondo round della mattinata. In quello di media portata vi era invece un Jungkook ch'avrebbe proceduto indisturbato con i suoi malefici piani, mentre in quello che la ragazza avrebbe certamente preferito, dietro la porta non c'era nessuno.

You Are So Little [J.Jk]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora