Una furia. Una furia in tutto e per tutto. Dal modo in cui aveva buttato la busta e le cordicelle ch'aveva fra le mani in un angolo del corridoio, a quello in cui s'era diretto verso la sua camera da letto con un corpo agitato su d'una spalla, facendosi strada fra i sue due coinquilini. Cercava un pretesto per agire come avrebbe voluto, e quello a cui aveva assistito poco prima non solo ne era uno lampante, ma l'aveva anche fatto parecchio incazzare. Aveva visto il taglio ch'aveva Taehyung sulla fronte, proprio come aveva visto il volto di Jimin grondare d'un liquido che aveva subito capito trattarsi di succo, grazie alla consistenza ed al colore giallognolo. E non gli ci volle molto per fare due più due e collegare gli eventi fra loro.
Quella piccola peste, oltretutto, sarebbe pure riuscita a scappare se solo lui fosse arrivato qualche minuto più tardi, e ciò lo faceva rabbrividire ed al tempo stesso arrabbiare oltremisura. Boo urlava, alternando frasi d'odio ad altre in cui pregava d'esser lasciata stare, ma nessuna di queste conteneva uno scusami,master, ed anche se ci fosse stato non avrebbe di certo placato la sua ira. Giunto dinanzi alla porta della sua camera, Jungkook grugnì infastidito dall'insistenza con la quale la sedicenne s'agitasse sopra di lui e le diede perciò una violenta pacca sul sedere.
"Boo, non puoi fare niente" il suo tono gelido ed assente fece sospendere alla preda i propri movimenti. Nonostante nel profondo ne fosse consapevole, quella frase distrusse le poche speranze d'esser lasciata andare per pietà che Boo aveva riposto inconsciamente nell'uomo, il quale la teneva ancora salda a sé con un braccio. Quest'ultimo spalancò la porta bianca dinanzi alla quale eran fermi da un po', chiudendola poi dietro di sé ed avviandosi in direzione d'un gran letto a due piazze.
"Meglio usare il mio letto, così posso fotterti meglio" ci volle di fatti poco perché la sottomessa ricominciasse a muoversi ed urlare, ma stavolta le frasi ch'usava erano esclusivamente d'odio puro. Si sentì buttar di schiena s'un materasso estremamente soffice e profumato e le ciabatte ch'aveva ai piedi volarono disordinatamente lontano. Poco dopo un peso sul suo basso addome. Il master era sopra di lei, dominandola con un solo sguardo. E fu allora che Boo le vide. Delle manette argentate fra le dita del ragazzo. Ebbene sì, Jungkook voleva impiegar meno tempo possibile nel legare la sua preda, ed aveva quindi deciso di fare un'upgrade di quelle ch'erano le corde, anche perché quest'ultime erano magicamente scomparse. Perciò prima di tornare a casa era passato in un sex shop ed aveva acquistato quelle più sobrie di cui disponevano al negozio. Non negò a sé stesso che comunque, quando poco prima parcheggiò la macchina nel vialetto di casa e scorse le cordicelle dietro all'albero ch'ombreggiava sulla finestra della camera di Boo, era piuttosto tentato dall'usar quelle un'ultima volta.
Boo non combatté nel mentre lui le immobilizzava gli arti superiori sopra la testa, fra le aste in legno che costituivano la testiera del letto. Principalmente il motivo riguardava sempre i dannati lividi ch'aveva ai polsi, ma un'altra valida ragione era il non voler peggiorare ulteriormente le cose. Jungkook prese il bordo della maglietta ch'aveva indosso la ragazza e lo tirò verso l'alto, sfilandogliela dalla testa e riducendola ad un agglomerato di tessuto rosso attorno ai gomiti della sottomessa. Gli occhi del master, colmi di rabbia e lussuria, esaminarono la pelle ora scoperta del suo busto, poggiandovici una mano sopra e facendola scorrere dall'ombelico sino al seno di Boo. Quest'ultima subì in silenzio.
La ragazzina, pur non essendo ancora una donna, aveva delle curve niente male ch'avrebbero facilmente attratto qualsiasi essere di sesso maschile il quale sguardo rotolasse casualmente sul suo corpo. Ma lei aveva già un padrone e quest'ultimo in quel preciso istante perse tutto l'autocontrollo che s'era ripromesso di mantenere nel tempo. Strinse entrambi i seni nelle proprie mani, mordendosi il labbro inferiore dall'eccitazione non appena la ragazza ansimò sotto al suo tocco. La sua pelle era così morbida e liscia che gli veniva voglia di morderla ovunque, e non si risparmiò.
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