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Tutto d'un tratto le si gelò il sangue nelle vene. Quelle parole la fecero sentire fortemente a disagio. Era ancora seduta sulle possenti gambe del ragazzo, sentì il fiato caldo solleticarle la pelle del collo ed il suo corpo vibrare leggermente non appena il master rise. 

Come ai vecchi tempi era la frase che l'aveva scossa maggiormente. Diamine! Aveva già tenuto conto del fatto che il suo rapimento potesse anche risalire a quell'opzione, ma aveva preferito tenerla fra le ultime delle ipotesi. Lei abbassò lo sguardo. Nonostante il gelo totale trasmessole da quelle poche e semplici lettere, la rabbia ci mise poco ad affluire al cervello ed a dettare i movimenti da compiere. 

"Cosa credi che io sia? Un giocattolino? Sequestrare una minorenne... tsk" ridacchiò fintamente per la vigliaccheria ch'era ormai convinta esser presente negli uomini che l'avevano presa "è una cosa di cui vi dovreste senza dubbio vantare. Peccato però che abbiate beccato la minorenne sbagliata" con un rapido gesto diede una gomitata al ragazzo dietro di lei, il quale mugugnò qualcosa d'incomprensibile a causa del dolore. Boo scattò successivamente in direzione della mensola sulla quale prima aveva visto il master poggiare le chiavi della porta. Non appena si sporse inutilmente per afferrare la sua unica via d'uscita, due braccia possenti e muscolose le bloccarono gli arti superiori lungo i fianchi e l'avvolsero totalmente, stringendo talmente tanto che alla più piccola mancò quasi il respiro.

Boo percepì la sua schiena entrar violentemente in contatto col petto palestrato del suo rapitore, così come fecero poco dopo i bacini d'entrambi. La morsa era talmente irremovibile che, nonostante ci avesse messo tutta la buona volontà, alla ragazza risultò difficile persino alzare un gamba e tirare un calcio a chi le stava dietro. S'agitava ed urlava di lasciarla andare. Il master pensò proprio di doversi esprimere meglio riguardo chi comandasse lì dentro. Non ci sarebbe andato piano e aveva già qualche idea su cosa avrebbe potuto fare.

"Allora piccola Boo" iniziò con tono inquietantemente calmo, zittendo d'un tratto la ragazzina ch'aveva ancora fra le braccia "Rendiamo chiara una cosa" pian piano mosse i suoi piedi in direzione del letto dietro di loro, trascinando con sé la sua preda inerme "Se tu obbedirai ai miei ordini, la tua permanenza qui non sarà null'altro che piacevole" le soffiò sensualmente all'orecchio, pienamente soddisfatto della pelle d'oca che sentì formarsi poco dopo sull'esili braccia scoperte della minorenne. Camminavano ancora a piccoli passi verso il materasso malridotto. 

"Se tu invece ti ribellerai, le conseguenze potrebbe non piacerti affatto, piccola Boo" la ragazza si sentì spingere malamente sul letto, costretta a pancia in giù dal corpo che, dopo aver spezzato il contatto per quel tempo minimo, si mise sopra di lei, bloccandole ogni movimento sul nascere. Il piccolo gemito di sorpresa che uscì dalle labbra della più piccola fu una saporita anteprima per il ragazzo. Boo sentì il master rovistare sotto al letto con un braccio, tutto ciò nel mentre era ancora steso sopra di lei senza minimamente preoccuparsi di poterla effettivamente schiacciare.

Una volta che ebbe finito di cercare impedì alla minorenne di vedere cos'aveva afferrato, spingendole nuovamente la testa contro le coperte ed ordinandole di stare ferma. Il ragazzo alzò il busto, sedendosi come nulla fosse sul sedere della figura a lui sottostante. Le portò le braccia dietro la schiena e cominciò a legare insieme i polsi con quella che sembrava essere una corda estremamente ruvida.

"No! Lasciami andare bastardo!" cominciò a dimenarsi e ad urlare Boo, tirando nel mentre innumerevoli e potenti calci alla schiena del ragazzo sopra di lei, nonostante questo non sembrò affatto destarlo da ciò ch'era impegnato a fare. Subito dopo aver terminato con le braccia, passò immediatamente alle gambe, afferrando un altro pezzo di corda e avvolgendolo attorno alle caviglie della poveretta. Boo sentì l'urgente bisogno di piangere, ma ritirò la sua necessità non appena ci pensò su un momento. Non avrebbe dato alcuna soddisfazione a quel bastardo, iniziando col non mostrare alcun tipo di dolore. Non sapeva perché ma era fermamente convinta che se avesse smesso di lamentarsi e fosse restata in silenzio lo avrebbe senz'alcun dubbio indispettito, e purtroppo sì, lei cercava proprio la sfida. Non potendo muoversi né ribellarsi in alcun modo, optò per quell'unica opzione che le era rimasta per evitare di dar lui troppo potere. 

You Are So Little [J.Jk]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora